In questi giorni ho fatto qualche esperimento in proposito e vorrei condividere alcune conclusioni a cui sono arrivato.
Sicuramente non sono cose nuovissime o originali, di fatto mi sembra di ricordare di averne letto su www.3dsmile.it, in qualche tip di Diego Minato alias Gjiom.
Supponiamo di dover realizzare una lottizzazione con unità immobiliari molto simili tra loro, diciamo pure che condividono lo stesso modello di base ma presentano alcune differenze.
Le differenze in questione potrebbero essere trattate con delle varianti, uno strumento che ritengo essere uno dei più potenti in Revit: esisterà sempre un modello principale (che potrebbe essere costituito al limite dai soli oggetti di riferimento come griglie e livelli) e poi un numero a piacere di varianti degli altri elementi del progetto (che per assurdo potrebbero essere anche dei modelli completi).
Molto più frequentemente però le varianti riguardano solo una porzione del modello che conivolge un numero inferiore di elementi (ad esempio soluzioni alternative per l'ingresso, disposizioni differenti degli arredi e in generale tutto quello che può necessitare di soluzioni alternative sia per ragioni tecniche sia per permettere una scelta in una gamma di soluzioni più ampia).
Le varianti vengono gestite con un pannello apposito nella barra dei comandi e una volta attivate tutti gli oggetti di modello che ne risentono presentano una proprietà in più che riporta il nome del gruppo di varianti e la variante a cui appartengono. Il gruppo della variante inquadra l'oggetto della variante (ad esempio l'arredo in un ufficio) mentre la variante contraddistingue una particolare soluzione.
Per poter lavorare ad una particolare variante è necessario agire dai parametri di visibilità della vista. Infatti una volta attivate le varianti comparirà una scheda a loro dedicata all'interno delle proprietà della vista sotto sostituzione visibilità/grafica.
Da qui sarà possibile scegliere quale variante visualizzare.
Questo è vero per ogni tipo di vista e proprio per questo è possibile creare un modello di vista che prenda in considerazione anche una specifica variante o una specifica combinazione di varianti nel caso fossero presenti diversi gruppi di varianti.
Tornando al nostro esempio della lottizzazione possiamo supporre di disporre di un modello di abitazione, che chiameremo A, nel quale attiveremo le varianti per disporre con poco sforzo di più soluzioni.
La cosa migliore da fare poi è quella di collegare il nostro modello A in un altro file contenente la planimetria generale (che chiameremo B) e duplicarne le istanze.
Ora, per mostrare tutte le varianti della stessa istanza del modello A all'interno di B dobbiamo ricorrere alle proprietà della vista: in B non sono presenti varianti ma bensì i collegamenti e per ogni tipo di file collegato è possibile gestire la sostituzione grafica delle istanze.
Se in A abbiamo utilizzato propriamente i modelli di vista per ottenere la coordinazione delle viste con le opportune varianti, anche in B possiamo recuperare le informazioni del modello A e ottenere la rappresentazione corretta delle varianti nel modello complessivo usando lo stesso metodo.
Infatti se sono presenti dei modelli collegati, esiste una scheda apposita nelle proprietà di ogni vista del modello B, per ciascuna istanza del modello collegato è possibile personalizzare la rappresentazione attraverso delle schede in tutto simili a quelle del modello A, comprese le varianti.
Esattamente come nel modello A però le sostituzioni grafiche così operate sono strettamente legate alla vista: da qui l'importanza di ricorrere alla creazione di modelli di vista che stavolta tengano in considerazione le sostituzioni grafiche delle istanze collegate.
Per le versioni precedenti di Revit si doveva passare da una vista 3D per ottenere solo i parametri significativi della vista, dalla 2009 è possibile selezionare quali aspetti considerare nei modelli di vista.
I collegamenti permettono di avere una buona coordinazione soprattutto negli abachi ma, ahimè, sono molto poco flessibili per quel che attiene la rappresentazione grafica vera e propria, o meglio è lo scotto da pagare per avere a disposizione in un modello molto leggero una geometria molto complessa: a qualche informazione della "I" di BIM bisogna pur rinunciare.
In particolare mi riferisco al fatto che non è possibile interagire direttamente con un file collegato, non per modificarlo ma solo per aggiungere leggibilità, ad esempio per le etichette delle finestre, nonostante sia possibile computarle negli abachi, non possiamo assegnare loro le etichette che dovessero mancare. Dovremmo avere due sessioni parallele di Revit e sistemare i file collegati nella sessione ausiliaria, salvare e ricaricare i collegamenti nella sessione principale.
Questo è necessario per tutte le annotazioni che leggono il modello (come le note chiave ad esempio) e quindi in particolare per le etichette.
Spero di ricevere una sonora smentita il più presto possibile, questi sono miglioramenti che devono essere apportati come quelli ai moduli delle scale, rampe e ringhiere.
Ora facciamo un passo in più: colleghiamo il modello B in un modello C, tenendo presente che se vogliamo continuare a vedere le istanze del modello A presenti in B è necessario impostare il tipo di collegamento di A con modalità Associazione (Revit però è abbastanza sagace per ricordarcelo).
Cosa succederà alle varianti? beh, in C il file collegato è il B e questo non ha varianti di sorta, quindi per continuare a vedere correttamente le varianti di A dobbiamo assicurarci che in B siano presenti delle viste correttamente impostate a cui riferirsi personalizzando la sostituzione grafica l'istanza B su "da vista collegata".
Se abbiamo usato i modelli di vista sarà un gioco da ragazzi andare a sistemare le viste che ci interessano. Per fortuna dalla 2009 i collegamenti possono avere come riferimento anche le viste di alzato e sezione. Ancora una volta per un lavoro ben fatto si deve ricorrere ai modelli di vista, penso che ormai sia chiaro il messaggio di fondo! usate i modelli di vista!!!