domenica, aprile 26, 2009

Collegamenti e workset (file linking and worksets)

E se il file collegato contenesse dei workset? quando si attivano i workset compare una scheda apposita come per le varianti proprio per poter gestire meglio il modello con queste collezioni di oggetti che sono i workset e suddividere il modello per poter collaborare in squadra o al più gestire un modello molto complesso lavorando da soli.

Bene ci si aspetterebbe che un file collegato con i workset mantenga lo stesso comportamento che si è visto per le varianti.....beh invece no! non è presente alcuna scheda di workset per le istanze collegate. Il motivo? ........proprio non lo so!

In fondo non si chiede di modificare il modello ma solo gestirne la grafica, le informazioni da visualizzare, non il contenuto....questo per me è un limite imposto ma non ragionevole.

Se non si deve modificare il modello di un file collegato, ma solo interrogarlo graficamente con delle etichette o poterne gestire la rappresentazione grafica in modo flessibile, non si fa nulla di sbagliato o incompatibile con la filosofia dei collegamenti.

Spero anche qui di avere una sonora smentita, spero che mi stia sfuggendo qualcosa.

Collegamenti e varianti (file linking and design options)

In questi giorni ho fatto qualche esperimento in proposito e vorrei condividere alcune conclusioni a cui sono arrivato.

Sicuramente non sono cose nuovissime o originali, di fatto mi sembra di ricordare di averne letto su www.3dsmile.it, in qualche tip di Diego Minato alias Gjiom.

Supponiamo di dover realizzare una lottizzazione con unità immobiliari molto simili tra loro, diciamo pure che condividono lo stesso modello di base ma presentano alcune differenze.

Le differenze in questione potrebbero essere trattate con delle varianti, uno strumento che ritengo essere uno dei più potenti in Revit: esisterà sempre un modello principale (che potrebbe essere costituito al limite dai soli oggetti di riferimento come griglie e livelli)  e poi un numero a piacere di varianti degli altri elementi del progetto (che per assurdo potrebbero essere anche dei modelli completi).

Molto più frequentemente però le varianti riguardano solo una porzione del modello che conivolge un numero inferiore di elementi (ad esempio soluzioni alternative per l'ingresso, disposizioni differenti degli arredi e in generale tutto quello che può necessitare di soluzioni alternative sia per ragioni tecniche sia per permettere una scelta in una gamma di soluzioni più ampia).

Le varianti vengono gestite con un pannello apposito nella barra dei comandi e una volta attivate tutti gli oggetti di modello che ne risentono presentano una proprietà in più che riporta il nome del gruppo di varianti e la variante a cui appartengono. Il gruppo della variante inquadra l'oggetto della variante (ad esempio l'arredo in un ufficio) mentre la variante contraddistingue una particolare soluzione.

Per poter lavorare ad una particolare variante è necessario agire dai parametri di visibilità della vista. Infatti una volta attivate le varianti comparirà una scheda a loro dedicata all'interno delle proprietà della vista sotto sostituzione visibilità/grafica.

Da qui sarà possibile scegliere quale variante visualizzare.

Questo è vero per ogni tipo di vista e proprio per questo è possibile creare un modello di vista che prenda in considerazione anche una specifica variante o una specifica combinazione di varianti nel caso fossero presenti diversi gruppi di varianti.

Tornando al nostro esempio della lottizzazione possiamo supporre di disporre di un modello di abitazione, che chiameremo A, nel quale attiveremo le varianti  per disporre con poco sforzo di più soluzioni.

La cosa migliore da fare poi è quella di collegare il nostro modello A in un altro file contenente la planimetria generale (che chiameremo B) e duplicarne le istanze.

Ora, per mostrare tutte le varianti della stessa istanza del modello A all'interno di B dobbiamo ricorrere alle proprietà della vista: in B non sono presenti varianti ma bensì i collegamenti e per ogni tipo di file collegato è possibile gestire la sostituzione grafica delle istanze.




Se in A abbiamo utilizzato propriamente i modelli di vista per ottenere la coordinazione delle viste con le opportune varianti, anche in B possiamo recuperare le informazioni del modello A e ottenere la rappresentazione corretta delle varianti nel modello complessivo usando lo stesso metodo.

Infatti se sono presenti dei modelli collegati, esiste una scheda apposita nelle proprietà di ogni vista del modello B, per ciascuna istanza del modello collegato è possibile personalizzare la rappresentazione attraverso delle schede in tutto simili a quelle del modello A, comprese le varianti.


Esattamente come nel modello A però le sostituzioni grafiche così operate sono strettamente legate alla vista: da qui l'importanza di ricorrere alla creazione di modelli di vista che stavolta tengano in considerazione le sostituzioni grafiche delle istanze collegate.



Per le versioni precedenti di Revit si doveva passare da una vista 3D per ottenere solo i parametri significativi della vista, dalla 2009 è possibile selezionare quali aspetti considerare nei modelli di vista.

I collegamenti permettono di avere una buona coordinazione soprattutto negli abachi ma, ahimè, sono molto poco flessibili per quel che attiene la rappresentazione grafica vera e propria, o meglio è lo scotto da pagare per avere a disposizione in un modello molto leggero una geometria molto complessa: a qualche informazione della "I" di BIM bisogna pur rinunciare.

In particolare mi riferisco al fatto che non è possibile interagire direttamente con un file collegato, non per modificarlo ma solo per aggiungere leggibilità, ad esempio per le etichette delle finestre, nonostante sia possibile computarle negli abachi, non possiamo assegnare loro le etichette che dovessero mancare. Dovremmo avere due sessioni parallele di Revit e sistemare i file collegati nella sessione ausiliaria, salvare e ricaricare i collegamenti nella sessione principale.

Questo è necessario per tutte le annotazioni che leggono il modello (come le note chiave ad esempio) e quindi in particolare per le etichette.

Spero di ricevere una sonora smentita il più presto possibile, questi sono miglioramenti che devono essere apportati come quelli ai moduli delle scale, rampe e ringhiere.

Ora facciamo un passo in più: colleghiamo il modello B in un modello C, tenendo presente che se vogliamo continuare a vedere le istanze del modello A presenti in B è necessario impostare il tipo di collegamento di A con modalità Associazione (Revit però è abbastanza sagace per ricordarcelo).

Cosa succederà alle varianti? beh, in C il file collegato è il B e questo non ha varianti di sorta, quindi per continuare a vedere correttamente le varianti di A dobbiamo assicurarci che in B siano presenti delle viste correttamente impostate a cui riferirsi personalizzando la sostituzione grafica l'istanza B su "da vista collegata".



Se abbiamo usato i modelli di vista sarà un gioco da ragazzi andare a sistemare le viste che ci interessano. Per fortuna dalla 2009 i collegamenti possono avere come riferimento anche le viste di alzato e sezione. Ancora una volta per un lavoro ben fatto si deve ricorrere ai modelli di vista, penso che ormai sia chiaro il messaggio di fondo! usate i modelli di vista!!!

venerdì, aprile 24, 2009

Revit Keynote manager

Leggendo il blog Revit OpEd di Steve Stafford http://revitoped.blogspot.com/2009/04/autodesk-revit-utilities-from-biggest.html mi sono imbattuto in un'utility per gestire le note chiave distribuita gratuitamente da Emc2 a questo sito (guardate bene in fondo alla pagina):

http://www.emc2architects.com/revit_tools.html

  • Permette di vedere le note chiave raggruppate ad albero invece di una lista molto lunga
  • Permette di aggiungere, modificare, eliminare le singole note chiave e le loro descrizioni
  • Include la funzione trova che permette di cercare le note chiave per qualsiasi frammento di testo contenuto nelle descrizioni
  • Include una funzione per trasformare automaticamente i testi in tutto maiuscolo o tutto minuscolo o come titoli (con l'iniziale maiuscola di ciascuna parola) sia singole voci sia tutte insieme
  • Permette di creare dei modelli di note chiave da cui partire per la creazione dei file di note chiave
  • Permette  più utenti di lavorare contemporaneamente sullo stesso file di notechiave (veramente utile questa caratteristica)
  • Permette di controllare se ci sono errore di digitazione attraverso il dizionario interno di Revit (occorre copiare l'eseguibile nella cartella appropriata)
  • Crea automaticamente fino a 10 copie di backup su ciascun computer degli utenti per ogni file di testo modificato
  • La maggior parte dei comandi è accessibile da tastiera o da tasto destro
  • Ricorda la dimensione e la posizione dell'ultima sessione
  • Contiene un modulo opzionale per riportare errori e suggerimenti ad Emc2

giovedì, aprile 23, 2009

Etichette e testi

In questa sede vorrei mettere in luce alcune differenze che probabilmente non saltano immediatamente all'occhio.

Una caratteristica che rende diversi testi ed etichette per le finalità di annotazione risiede anche nella diversa modalità di creazione delle linee direttrici.
In particolare la differenza si nota se l'annotazione contiene più righe.
Per un testo le linee direttrici orizzontali cominciano dalla mezzeria della prima riga, indipendentemente dalla lunghezza stessa del testo (che può essere variata a piacere per ogni istanza). Inoltre per un testo le linee di direttrice possono essere anche curve.

Per un'etichetta invece c'è un livello di dipendenza stretto con la famiglia che contiene le informazioni, sia di tipo grafico (colore, tipo di font, altezza del font, giustificazione, lunghezza massima di una riga di testo, ecc...) sia di tipo parametrico nel senso dei parametri che deve andare ad interrogare. La linea direttrice può essere solo un segmento retto oppure una spezzata (direttrice + spalla).
Per un'etichetta le linee direttrici orizzontali cominciano dalla mezzeria dell'ingombro dell'intera etichetta, indipendentemente dall'origine della famiglia che la definisce e in funzione della lunghezza del parametro che interroga. 
Ad esempio se un'etichetta che legge un determinato parametro può contenere su una riga fino a 15 caratteri, ogni volta che si supera questo limite si avrà che l'etichetta riporterà il contenuto su più di una riga.

Inoltre attraverso il copia e incolla di un testo che contenga già più righe, ottenute mandando a capo con invio, è possibile far mantenere la stessa impostazione in un'etichetta sufficientemente lunga.

Quello che mi sono proposto di fare è un'etichetta che simuli la scrittura sulla spalla della linea direttrice.

Questo è possibile modificando la famiglia che definisce l'etichetta, inserendo una linea che simulerà la spalla e aggiungendo due linee invisibili ausiliarie che si sposteranno in funzione del numero di righe del testo dell'etichetta.

Tutti i parametri per essere controllati (sia quelli di lunghezza sia quelli di grafica) devono essere di tipo e non di istanza.

Io tendenzialmente preferisco usare le etichette rispetto ai testi, le trovo molto più performanti e le ritengo un ottimo strumento per evitare di commettere errori o, se ve ne fossero, di eliminarli nel più breve tempo possibile.

I love Revit.

mercoledì, aprile 22, 2009

OmniClass

Nuovo sistema di classificazione per l'edilizia implementato in Revit 2010.

Quando fanno tutto di nascosto mi fanno stare male.

La tavola 22 è in sostanza il CSI MasterFormat 2004, quindi nessuna novità se non quella di dover aggiungere dei codici di riferimento alla tavola e un trattino di separazione: essendo un problema multidisciplinare, anche la standardizzazione deve seguire una base multidimensionale, aperta verso l'alto. Introducendo più tavole si possono governare meglio gli aspetti del sistema edilizio.

Trovo molto interessante l'approccio BLC Building Life Cycle (ciclo di vita dell'edificio, tavola 31).

Accolgo questo nuovo sistema come un'opportunità per studiare una standardizzazione delle nomenclature delle viste, dei file, delle tavole e dei componenti più profonda e di rimando internazionale.

Esiste un programma in multilingua che permette di tradurre i codici numerici in descrizioni chiare nella lingua corrente, in pratica la forza dello standard.

Librerie di componenti

Librerie di componenti distribuite gratuitamente da Hamilton Laboratories Thermo Scientific.

ftp://ftp.fisherhamilton.com/FH_Standard_Product_Library.htm

C'è un piccolo problema....sono fatti in AutoCAD e poi importati in Revit.
Le categorie sono per lo più corrette, ma non c'è verso di poter controllare la grafica se non attraverso la scheda oggetti importati>oggetti in famiglie, c'è di buono che sono molto ben suddivisi e riconoscibili i layer di partenza e quindi si possono assegnare i materiali per il rendering.

Da usare con prudenza.

giovedì, aprile 16, 2009

REVIT 2010

Da oggi è possibile scaricare dal sito di Autodesk il file di installazione della versione 2010 in inglese a questo link:

http://revit.downloads.autodesk.com/download/2010/RAC2010.exe

Attenzione al peso 1,4GB, molto lento a causa anche dell'elevato numero di connessioni suppongo.