venerdì, gennaio 06, 2012

Note chiave

In un software BIM (Building Information Modeling) è possibile gestire una varietà di dati nello stesso modello che vanno oltre alla mera definizione spaziale degli oggetti architettonici.

Questo aspetto è quello che differenzia maggiormente le piattaforme BIM dalle passate tecnologie CAD, ovvero la possibilità di inserire informazioni aggiuntive nel modello dell'edificio (definizione delle parti costitutive dell'oggetto architettonico, definizioni dei materiali, delle loro caratteristiche fisiche di densità, trasmittanza, costo, per fare un primo esempio) e di estrarle quando occorre per poterle integrare nelle diverse forme documentali volte a descrivere l'edificio stesso (sia disegni sia tabelle).

La natura e la quantità di informazioni che possono essere esplicitate sono a discrezione dell'utente, il compito del software è quello di gestire queste informazioni e di preservarne la corrispondenza all'interno del modello, evitando quindi all'utente quelle operazioni di aggiornamento necessarie in un processo di progettazione sottoposto a revisioni cicliche.

Revit è una piattaforma BIM e consente l'implementazione di questa intelligenza ulteriore nel progetto attraverso i parametri degli oggetti. In particolare vorrei approfondire il concetto di note chiave.

Le note chiave sono un parametro di tipo (quindi un parametro che assume uguale valore per tutti gli oggetti dello stesso tipo) che si trova sotto il raggruppamento fondamentale dei Dati Identità.

E' un parametro che si trova nelle proprietà dei materiali e sia negli oggetti modello sia nei componenti di dettaglio (purtroppo non sui componenti di dettaglio ripetuti); ovviamente le linee, anche se di modello, non hanno questo tipo di parametro.

In particolare questo parametro consente di specificare, o per selezione da un elenco o per input manuale dell'utente, un codice, la chiave appunto, cui corrisponde una descrizione sotto forma di testo.

Per esplicitare uno o entrambe questi due valori in un disegno occorre quindi una particolare etichetta che legga questi parametri, ossia un'etichetta di nota chiave.

Dalla scheda Annotazioni, gruppo Etichette troviamo le note chiave che sono di tre tipologie, due automatiche (oggetto e materiale) che leggono il parametro nota chiave, e una manuale (utente) che consente di inserire una nota chiave fittizia per arricchire la descrizione del disegno anche dove non vi sono oggetti con parametro nota chiave (come linee o componenti di dettaglio ripetuti).

Per un oggetto, ad esempio, si viene quindi a creare questo tipo di relazione consequenziale:



Oggetto – Chiave – Descrizione



La prima parte della relazione (Oggetto-Chiave) è impostata dall'utente all'interno del progetto proprio attraverso il parametro Nota chiave. La seconda parte della relazione (Chiave-Descrizione) è impostata invece nel file di testo esterno delle note chiave, che può essere modificato indipendentemente dalla sessione di Revit con un editor di testi qualsiasi, a patto di mantenere la sintassi che ne permette il funzionamento corretto.

Con questo metodo si hanno alcuni vantaggi immediati: l'associazione finale Oggetto-Descrizione è assicurata in ogni vista del progetto, eliminando di fatto gli errori di coordinazione; se il valore della Chiave, che agisce da ponte tra Oggetto e Descrizione, rimane costante, è possibile copiare a piacere i file esterni delle note chiave e modificare le descrizioni per tenere traccia dei cambiamenti che intervengono durante l'iter progettuale senza perdere la relazione che lega gli oggetti alla descrizione.

Questo secondo aspetto è molto utile quando si passa da una fase di progetto a quella successiva, per cui le indicazioni dei materiali e dei componenti hanno una specificità maggiore. Inoltre risulta molto più semplice avere la documentazione coordinata nel caso di comparazione dei costi di soluzioni alternative, ad esempio sulle finiture.

Il percorso del file esterno delle note chiave viene salvato all'interno del progetto (e volendo del template iniziale) e lo si deve ricaricare manualmente quando vengono apportate modifiche che altrimenti sarebbero visibili soltanto alla riapertura del progetto in Revit.

Per poterlo fare è necessario passare dalla scheda Annotazioni, gruppo Etichette, impostazioni Note chiave.




All'utente è lasciata la libertà di decidere l'aspetto grafico delle etichette di nota chiave, se devono riportare solo il valore della chiave (da approccio meccanico, tipo scheda di montaggio di un mobile) o il valore della descrizione o entrambe.

Nel caso si decida di utilizzare il codice si rende necessario esplicitare la corrispondenza tra codice e descrizione. E' sempre facoltà dell'utente decidere se il valore del codice da riportare debba essere univoco per tutto il progetto o se debba essere progressivo all'interno della specifica tavola, cambiando il metodo di numerazione dalle impostazioni delle note chiave.

Dalla scheda Viste>Crea>Legenda note chiave, è possibile controllare tutte le note chiave presenti nel progetto attraverso una vista di abaco. Alla legenda nota chiave possono essere applicati dei filtri basati sui valori della chiave e del testo della descrizione. Essendo una vista di abaco può essere inserita in più tavole senza essere necessariamente duplicata.

È possibile filtrare poi l'abaco per tavola, ossia l'elenco varierà in funzione delle note chiave presenti nelle viste inserite in tavola.

Nei Paesi dove viene utilizzata una codifica standard per la scomposizione degli edifici, l'utilizzo delle note chiave è reso più semplice poiché l'organizzazione che si deve dare alle note segue delle regole precise dettate dalla normativa di settore.





L'esempio dell'immagine precedente si riferisce al CSI Master Format 2011, standard di codificazione edilizia diffuso negli Stati Uniti d'America e non solo.

Il file esterno delle note chiave è costituito da un elenco in cui su ciascuna riga trovano posto nell'ordine:

CHIAVE [Tabulazione] DESCRIZIONE [Tabulazione] CHIAVE LIVELLO SUPERIORE

Per editarlo è sufficiente un editor di testo, ma per fortuna esiste un software, Keynote Manager, distribuito gratuitamente da Revolution Design a questo indirizzo:

http://www.keynotemanager.revolutiondesign.biz/

Consente di semplificare molto il lavoro di gestione e aggiornamento delle note chiave, rimando alle pagine del sito per una descrizione esaustiva delle caratteristiche del software.

Vi sono anche altre utility da considerare per migliorare il proprio flusso di lavoro in Revit.

domenica, ottobre 23, 2011

Il Building Information Modeling in pratica - esempi di implementazione

Con un po' di ritardo pubblico il link di un'intervista che mi ha fatto Graziano Lento di Autodesk Italia sull'implementazione del BIM negli studi di progettazione.


Basta compilare un form iniziale e poi parte la webcast :)

venerdì, aprile 08, 2011

Filtrare le viste non in tavola

Forse non me ne sono mai accorto prima, forse anche perché ho saltato quasi completamente la release 2010... ma in Revit 2011 è possibile filtrare le viste di sezione e i prospetti (così come le griglie)!

Quindi è possibile creare nei nostri modelli di vista un filtro grafico che spenga le viste con caratteristiche indesiderate, come ad esempio le sezioni di raffronto in una pianta di progetto e viceversa, oppure "ripulire" le viste di lavoro che non sono in tavola per esportare dei DWG senza indicazioni a viste "fantasma" che non trovano collocazione nell'elenco elaborati.

In quest'ultimo caso sarà sufficiente impostare il filtro sul Numero di tavola > Non contiene e lasciare il campo vuoto.

Aggiornamento KeyNote Manager

Vi ricordate il tool gratuito che permette di gestire i file delle note chiave di Revit di cui avevo riportato notizia qui?


E' ora disponibile un aggiornamento molto significativo!
Sono stati risolti alcuni problemi che riguardavano l'uso condiviso da più persone dello stesso file e sono state aggiunte nuove funzionalità di controllo.
Altra novità di questa release è che il programma si installa

Per maggiori dettagli e per scaricare il file di installazione ecco il sito di riferimento:



sabato, aprile 02, 2011

Autodesk 2012 - Diretta web

Dal sito di Autodesk vi segnalo una diretta web sulle novità dei prodotti 2012, se vi interessa potrete seguirla anche su questa pagina che replicherà la diretta.

Inizierà alle 11.00 di mercoledì 6 aprile 2011 la diretta web più attesa dell’anno. In collegamento con la sede Autodesk di Assago, cinque specialisti Autodesk presentano e commentano in anteprima nazionale le nuove funzionalità dell’ultima generazione di soluzioni Autodesk dedicate alla progettazione edilizia e meccanica, all’ingegneria e ai settori media & entertainment.
Un’intervista che è un vero e proprio talk show televisivo, moderato per l’occasione da Carlo Baroncelli, Technical Sales Manager di Autodesk Italia, con una ventennale esperienza nel settore CAD.
Nel corso del talk show, siete tutti invitati a intervenire via chat.

La visione dell’evento è gratuita e non richiede registrazione.

I contenuti registrati saranno successivamente messi a disposizione.


martedì, marzo 22, 2011

Revit Architecture 2012



Vi segnalo l'ottimo articolo di David Light per le novità della versione 2012.

http://autodesk-revit.blogspot.com/2011/03/autodesk-revit-architecture-2012.html

A questo link invece i commenti di Dave Baldacchino, uno tra i professionisti più appassionati che conosca.

lunedì, marzo 21, 2011

Costruire un template

Vi segnalo un articolo tratto dal Blog dell'ottimo Aaron Maller che tratta della creazione di un template per Revit, mettendo in evidenza i passaggi fondamentali da rispettare e cercando di dare un ordine procedurale.
Pur senza dare un esempio pratico degli standard adottati dal suo studio, è una guida fondamentale soprattutto per chi si cimenta per la prima volta nella realizzazione di questo strumento a dir poco fondamentale.

Mi piacerebbe poter condividere con voi alcune idee in merito e approdare insieme a uno strumento condiviso da una larga base di utenti con l'aiuto immancabile della community di Revit Forum

Per chi dovesse avere problemi con l'inglese o con l'aspetto pratico di quanto discusso nell'articolo lasciate pure una segnalazione, proviamo a darci una mano a vicenda :)

Un sentito ringraziamento ad Aaron Maller per il suo impegno!
Buon Revit

giovedì, ottobre 21, 2010

BIM Experience Award

Ecco il comunicato stampa ufficiale:

Qui ci sono anche alcune immagini:

Collaboro con lo studio Antonio Citterio Patricia Viel and Partners (ACPV) dal maggio 2009 e da allora mi sono occupato di implementare Revit all'interno della loro struttura in qualità di BIM Manager.
Grazie alla tenacia e alla lungimiranza di seri professionisti come l'arch. Joseph Monteleone, l'arch. Sara Busnelli e l'arch. Marco Brambilla, è stato possibile ottenere questo riconoscimento.
La squadra di Revit all'interno di ACPV ha visto l'avvicendarsi in questo ultimo anno di altre persone che hanno contribuito all'ottenimento del BIM Experience Award; chi più chi meno, mi hanno dovuto sopportare, mi hanno messo davanti a nuove sfide, mi hanno insegnato tanto, forse, senza rendersene conto.
Vorrei quindi ringraziare gli architetti Roger Colombo, Federica Donati, Fabrizio Ferranti, Chiara Massarani, Mauro Novazzi, Elena Oggioni, Angelica Palandri, Adolfo Positano, che in tempi e modi diversi hanno saputo affidarsi a me per affrontare la sfida del cambiamento. Ma sono solo una piccola parte di ACPV.
Ringrazio anche tutti gli altri colleghi dello studio i quali, per i motivi più diversi, non hanno mai voluto/potuto avere a che fare con "Paolo Revit".
Li ringrazio perché proprio loro, gli "scettici", con la loro miopia, con la loro immobilità, è come se mi gridassero che ciò che ho scelto è la strada da seguire, sono fonte inesauribile di motivazione a migliorarsi e perfezionarsi.
Non voglio mica restare indietro come loro: meglio essere in pochi, ma davanti agli altri.

Anche l'arch. Citterio la pensa così, pensa cioè che "questo Revit" non abbia ancora avuto una diffusione internazionale degna di nota, pensa anche che abbiano premiato il suo studio proprio perché Revit non lo usa nessun altro (rideva mentre lo diceva, quindi forse voleva fare una battuta simpatica, forse).
Era talmente preoccupato della diffusione internazionale che subito dopo mi ha chiesto quali studi di Milano lo usassero. Non è incoerenza, anche se potrebbe sembrare. Probabilmente, se riesco a cominciare a interpretare correttamente il suo modo di pensare, si riferiva al fatto che è difficile trovare professionisti preparati in Revit in un bacino di utenza ampio come quello milanese.
Quando ha saputo che uno studio di Genova, "abbastanza" famoso, sta passando a Revit, ho sentito in lui qualcosa, un netto "clack", quell'ingranaggio che attiva la competizione, la voglia di arrivare primi.

Di questa voglia si nutrono i migliori.

Dopo aver fatto un lungo banchetto può capitare di perdere un poco l'appetito...cioè, voglio dire, l'importante è non alzarsi da tavola.

mercoledì, ottobre 06, 2010

Off Topic - Got a match? trascrizione per basso

Questa è la trascrizione per basso degli obbligati del celebre brano di Chick Corea, Got a match?
La prima parte (dopo le prime 4 misure) sono copiate di sana pianta dalla trascrizione di Lucas Pickford www.lucaspickford.com/transmatch.html , il resto è farina del mio sacco.
Per la trascrizione ho utilizzato un software gratutito in ambiente linux che si chiama Muse score.
Lo trovo abbastanza completo e molto intuitivo, io devo farci ancora un po' di pratica ma ci sono delle chicche davvero comode, come il trasporto di intere sezioni, il controllo delle interruzioni ogni tot misure ecc... insomma niente da invidiare a programmi come Finale o Sibelius.
Stampa direttamente in PDF e contiene anche un piano roll per un controllo da device midi esterno.

domenica, maggio 23, 2010

Manuale Autodesk Revit Architecture 2011 - Apogeo


Dal 23 Giugno in libreria Autodesk Revit Architecture 2011 edito da Apogeo. E' la versione aggiornata alla release corrente del primo manuale di qualche anno fa.

martedì, maggio 11, 2010

Locali e finestre

Ho scoperto che affinchè una finestra sia associata ad un locale posti allo stesso livello (negli abachi i campi "Da locale"), l'altezza del locale deve essere almeno pari a metà altezza della finestra più l'altezza del davanzale.

Esempio

Altezza del davanzale: 2m
Altezza della finestra: 1m
Altezza minima del locale: 2+0,5=2,5m

Non sempre è utile calcolare il volume reale dei locali e quindi non sempre è necessario inserire l'effettiva altezza dei locali nel modello; tuttavia la relazione tra finestre e locali dipende a tutti gli effetti dalle altezze in gioco.

martedì, aprile 27, 2010

Revit Architecture 2011

In questi giorni sto giocando con la release in lingua inglese di RAC 2011, devo dire che questa volta hanno fatto decisamente un grande passo avanti con tutta la barra multifunzione e la finestra delle proprietà sempre attiva.
Trovo un po' scomodo aver posizionato i workset e le varianti sulla barra di stato, ma è solo questione di abitudine :) per lo meno ritornano ad essere sempre visibili come nella 2009.

Ci sono diverse novità, volevo segnalarne alcune però che sono passate in sordina rispetto alle più vistose.

Se in un file collegato sono presenti i workset, ora è possibile controllare la loro visibilità dal file master, ampliando di fatto il controllo della gestione dei collegamenti; si possono gestire i filtri dei file collegati direttamente dal file master e si possono applicare filtri dal master ai collegati; è stata implementata la possibilità di etichettare anche molte categorie di oggetti dei file collegati dal file master, a dire il vero però l'etichettatura non è molto fluida...
Alcuni oggetti come i locali e aree invece restano etichettabili solo all'interno del file collegato.

Altra novità riguarda i testi etichetta e le note di testo: adesso sono riquadrabili con una proprietà del tipo di oggetto.

Interessanti sviluppi sui nuovi componenti adattivi (al momento utilizzabili solo all'interno delle masse concettuali)...ne vederemo delle belle!

sabato, aprile 24, 2010

Integrazione sugli elementi secondari e ringhiere

L'errore che segnalavo nel post precedente si riscontra nei tipi di pavimento e tetto che non hanno alcuno strato impostato come variabile.

Questo mi porta a pensare quale sia la vera funzione per cui è stato introdotto questo nuovo tipo di modellazione, e cioè esclusivamente quella di creare i massetti di pendenza.

Infatti quando uno strato è impostato su variabile, le variazioni delle quote dei punti intervengono coerentemente con la definizione del tipo di pavimento o tetto, nel rispetto dell spessore di ciascuno strato non variabile.
Tuttavia quando si effettua una modifica agli elementi secondari di un oggetto il cui tipo non prevede strati a spessore variabile, si ottiene l'errore di cui al post precedente (anche nella versione 2011).

Il vero errore, a mio avviso, è quello di consentire la modifica degli elementi secondari per quei tipi che non prevedono strati a spessore variabile.

Un'altra seccatura riguarda invece la perdita della capacità di ospitare le ringhiere come host quando si interviene sugli elementi secondari.
Questa limitazione è probabilmente imputabile alle sole ringhiere che restano un modo da sviluppare insieme alle scale.

Una cosa che mi sono sempre chiesto sulle ringhiere è quel tasto di anteprima nella scheda dei montanti che non funziona...che ci vuole? hai la lunghezza della trama...se vuoi vedere come sta sulle delle scale generiche con la spunta di balaustra per pedata lo puoi fare (basterebbe impostare un'anteprima come quella dei materiali per il rendering dove si può scegliere su che tipo di oggetto applicare il materiale)...se invece sto realizzando una ringhiera specifica per una scala, contestualmente alla selezione del tipo di oggetto di anteprima, avrò un'opzione "Seleziona oggetto nel modello", mi metterà in mezzi toni tutti gli oggetti che non fanno da host, selezionerò la mia scala specifica e tornerò alla scheda di editazione delle ringhiere.

Non sto chiedendo di migliorare le ringhiere dal punto di vista della modellazione, si dovrà fare, ma con pazienza si può ottenere davvero molto con gli strumenti di cui si dispone ora.

Il massimo sarebbe poterle gestire con dei template come le facciate continue...chissà coi componenti adattivi....Staremo a vedere!

domenica, febbraio 28, 2010

Roofs and floors editing warning


When editing a roof or a floor by points, we have to know that Revit will deform the objects affecting their thickness.
So, if you want to use this tool to obtain something like a simple two slopes roof, keep in mind that you're introducing a really stupid mistake in the model. Soon or later it will appear.
Spend more time on learning how a tool works before you use it.
Try to get the same thing using the massing tool and you'll appreciate a perfect model in a short time.

Best regards



Modifica attraverso gli elementi secondari


Leggendo diversi blog internazionali è apparso un articolo sulle possibilità di modellazione di tetti e pavimenti attraverso la modifica di elementi secondari.
Sono uno strumento molto potente senza dubbio, ma che non ha nulla a che vedere con la correttezza di un modello ottenuto con gli strumenti "tradizionali" di Revit.

Sembra un comando fatto apposta per ottenere forme complesse in pochissimo tempo e senza pensarci troppo...tuttavia i margini di errore che introduce sono allarmanti.
Come sempre, le potenzialità di questo fantastico programma vanno capite e analizzate in profondità per evitare di farsi male.

Dove nasce l'errore? Provate a tracciare un tetto con uno spessore dato (con nessuno strato variabile), inclinatetelo in un modo lecito (impostando la pendenza dei bordi che lo definiscono o usando le frecce di inclinazione) e guardate cosa avviene in sezione: lo spessore rimane costante e l'errore non si presenta.

Ora provate ad ottenere la stessa inclinazione attraverso la modifica degli elementi secondari del tetto (punti, colmi ecc..): molto probabilmente Revit mostrerà un avviso (e non un messaggio di errore) che vi fa notare la possibilità di piccole imprecisioni dovute all'inclinazione che ha assunto il tetto.
Ora se misuraste in sezione lo spessore del tetto notereste che è inferiore a quello che ci si aspetterebbe. Perché?
La dimensione corrispondente allo spessore si può leggere perfettamente sulla verticale che congiunge l'estradosso e l'intradosso del tetto, ma questo ovviamente non è lo spessore dell'elemento tetto.

Per modellare una copertura complessa allora sarà opportuno ricorrere prima alla modellazione di una massa e poi ricavare il tetto da superficie, o utilizzare le metodologie che si trovano ancora nei manuali di Revit delle release precedenti alla 2008.



sabato, gennaio 16, 2010

Finalmente si parla di standard

Dal blog Revit OpEd di Steve Stafford è possibile scaricare una guida per gestire i contenuti di un modello Revit.



Si tratta di un insieme di regole e convenzioni per ottenere un modello Revit di qualità, uno strumento in più quindi per sfruttare al massimo le potenzialità di questo software.
Questo documento è stato voluto da Autodesk che sembra aver dato finalmente una risposta ai molti appelli degli utenti che chiedevano uno standard.
Se sono disponibili basi solide di confronto, se parliamo tutti la stessa lingua, la velocità di circolazione delle idee salirà vertiginosamente.
Inutile dire che è un dovere di tutti sforzarsi di imparare ad utilizzare questo nuovo strumento: per estremizzare dovrebbero condensare il tutto con un plug-in che faccia la revisione del modello per verificare che non vi sia qualcosa che non rispetta lo standard, così da obbligare l'utente o il Revit Manager a correggere l'errore per poter proseguire con la verifica...una sorta di certificazione di qualità, da premiare sul piano economico (ad esempio un bonus sulla subscription).
Vi terrò informati.

martedì, gennaio 05, 2010

Video tutorials Revit 2009

Come segnalato sul blog Revit Structure Learning Curve rimando ai 20 link di altrettanti video tutorial che spiegano come poter lavorare in Revit utilizzando in modo appropriato gli strumenti a disposizione.
Autore: Bill Knittle, Synergis Building Solutions

01_Creating a View Parameter to Organzie the Project Browser.wmv
02_Creating a New Browser Type to Organize the Project Brows.wmv
03_Creating View Templates to Organize the Project Browser.wmv
04_Creating a View List to Organize the Project Browser.wmv
05_Selecting Elements using the TAB Key.wmv
06_Selecting Elements using the Filter Selection Button.wmv
07_Selecting Elements using the CTRL and SHIFT Keys.wmv
08_Selecting Elements using the SPACEBAR.wmv
09_Selecting Elements using the SI Tools.wmv
10_Collaborating using Purge Unused.wmv
11_Collaborating using Copy or Monitor.wmv
12_Using Copy to Clipboard and Paste Aligned to Views by Nam.wmv
13_Using Copy to Clipboard and Paste Aligned to Current View.wmv
14_Accurate Details using Complex Modeling Techniques.wmv
15_Accurate Details using Simple Tools.wmv
16_Reinforcement made easy with the Extensions for Revit Str.wmv
17_Creating a Typical Detail Library with Drafting Views.wmv
18_Creating Typical Details using Insert from File.wmv
19_Accessing the Split Wall with Gap Tool.wmv
20_Accessing and Modifying the Keyboard Shortcuts.wmv

Nel caso doveste avere dei problemi nel visualizzare i tutorial provate ad installare il video codec TSCC.

giovedì, dicembre 24, 2009

Ecotect

Ringrazio Gioda per la segnalazione sul suo blog degli incontri Autodesk per la presentazione di Ecotect.
Il programma è molto valido e lo seguo da quando era ancora della Square One.
Trovo che sia molto interessante per le opportunità che apre in fase di progettazione sul controllo dell'edificio e della sua forma, e non solo: un passo decisivo verso la progettazione integrata.
Dev'essere di stimolo per tutti coloro che si affacciano al problema della gestione del sistema edificio-intorno ed edificio-impianti.
Un treno (in orario) di auguri per tutti.

sabato, ottobre 17, 2009

Facciate continue puntuali


Tratto da www.revitforum.it

Accedendo all'area download potrai scaricare gratuitamente le librerie per Autodesk Revit, la relativa documentazione e i video-tutorial messi a disposizione dalla C.G.C. Tech Srl.
Le librerie in formato Autodesk Revit 2010 comprendono:
  • Cinque tipologie diverse di spider, di note aziende produttrici, ognuna nelle varie versioni ad uno, due, tre o quattro bracci.
  • Tre diverse staffe di fissaggio completamente parametriche nelle dimensioni e comunque modificabili e/o personalizzabili liberamente dall'utente.
  • Cinque tipologie di montanti realizzate tramite profili parametrici per ottenere le dimensioni dei principali produttori in commercio; liberamente modificabili dall'utente per ottenere nuove tipologie.
  • Tre tipologie di vetri parametrizzati per ottenere le principali dimensioni in commercio e relative famiglie per i giunti in silicone.
Tutte le famiglie hanno degli speciali parametri che consento un veloce computo dei materiali tramite gli abachi già predisposti.
Ogni oggetto è costruito utilizzando delle apposite sottocategorie in modo da poterne controllare l'effetto grafico in stampa fino al minimo dettaglio.
Per migliorare le prestazioni è stata integrata una speciale grafica wire-frame a basso livello di dettaglio che comunque è essenziale anche per stampe a grande scala.

http://www.cgctec.it/

domenica, aprile 26, 2009

Collegamenti e workset (file linking and worksets)

E se il file collegato contenesse dei workset? quando si attivano i workset compare una scheda apposita come per le varianti proprio per poter gestire meglio il modello con queste collezioni di oggetti che sono i workset e suddividere il modello per poter collaborare in squadra o al più gestire un modello molto complesso lavorando da soli.

Bene ci si aspetterebbe che un file collegato con i workset mantenga lo stesso comportamento che si è visto per le varianti.....beh invece no! non è presente alcuna scheda di workset per le istanze collegate. Il motivo? ........proprio non lo so!

In fondo non si chiede di modificare il modello ma solo gestirne la grafica, le informazioni da visualizzare, non il contenuto....questo per me è un limite imposto ma non ragionevole.

Se non si deve modificare il modello di un file collegato, ma solo interrogarlo graficamente con delle etichette o poterne gestire la rappresentazione grafica in modo flessibile, non si fa nulla di sbagliato o incompatibile con la filosofia dei collegamenti.

Spero anche qui di avere una sonora smentita, spero che mi stia sfuggendo qualcosa.

Collegamenti e varianti (file linking and design options)

In questi giorni ho fatto qualche esperimento in proposito e vorrei condividere alcune conclusioni a cui sono arrivato.

Sicuramente non sono cose nuovissime o originali, di fatto mi sembra di ricordare di averne letto su www.3dsmile.it, in qualche tip di Diego Minato alias Gjiom.

Supponiamo di dover realizzare una lottizzazione con unità immobiliari molto simili tra loro, diciamo pure che condividono lo stesso modello di base ma presentano alcune differenze.

Le differenze in questione potrebbero essere trattate con delle varianti, uno strumento che ritengo essere uno dei più potenti in Revit: esisterà sempre un modello principale (che potrebbe essere costituito al limite dai soli oggetti di riferimento come griglie e livelli)  e poi un numero a piacere di varianti degli altri elementi del progetto (che per assurdo potrebbero essere anche dei modelli completi).

Molto più frequentemente però le varianti riguardano solo una porzione del modello che conivolge un numero inferiore di elementi (ad esempio soluzioni alternative per l'ingresso, disposizioni differenti degli arredi e in generale tutto quello che può necessitare di soluzioni alternative sia per ragioni tecniche sia per permettere una scelta in una gamma di soluzioni più ampia).

Le varianti vengono gestite con un pannello apposito nella barra dei comandi e una volta attivate tutti gli oggetti di modello che ne risentono presentano una proprietà in più che riporta il nome del gruppo di varianti e la variante a cui appartengono. Il gruppo della variante inquadra l'oggetto della variante (ad esempio l'arredo in un ufficio) mentre la variante contraddistingue una particolare soluzione.

Per poter lavorare ad una particolare variante è necessario agire dai parametri di visibilità della vista. Infatti una volta attivate le varianti comparirà una scheda a loro dedicata all'interno delle proprietà della vista sotto sostituzione visibilità/grafica.

Da qui sarà possibile scegliere quale variante visualizzare.

Questo è vero per ogni tipo di vista e proprio per questo è possibile creare un modello di vista che prenda in considerazione anche una specifica variante o una specifica combinazione di varianti nel caso fossero presenti diversi gruppi di varianti.

Tornando al nostro esempio della lottizzazione possiamo supporre di disporre di un modello di abitazione, che chiameremo A, nel quale attiveremo le varianti  per disporre con poco sforzo di più soluzioni.

La cosa migliore da fare poi è quella di collegare il nostro modello A in un altro file contenente la planimetria generale (che chiameremo B) e duplicarne le istanze.

Ora, per mostrare tutte le varianti della stessa istanza del modello A all'interno di B dobbiamo ricorrere alle proprietà della vista: in B non sono presenti varianti ma bensì i collegamenti e per ogni tipo di file collegato è possibile gestire la sostituzione grafica delle istanze.




Se in A abbiamo utilizzato propriamente i modelli di vista per ottenere la coordinazione delle viste con le opportune varianti, anche in B possiamo recuperare le informazioni del modello A e ottenere la rappresentazione corretta delle varianti nel modello complessivo usando lo stesso metodo.

Infatti se sono presenti dei modelli collegati, esiste una scheda apposita nelle proprietà di ogni vista del modello B, per ciascuna istanza del modello collegato è possibile personalizzare la rappresentazione attraverso delle schede in tutto simili a quelle del modello A, comprese le varianti.


Esattamente come nel modello A però le sostituzioni grafiche così operate sono strettamente legate alla vista: da qui l'importanza di ricorrere alla creazione di modelli di vista che stavolta tengano in considerazione le sostituzioni grafiche delle istanze collegate.



Per le versioni precedenti di Revit si doveva passare da una vista 3D per ottenere solo i parametri significativi della vista, dalla 2009 è possibile selezionare quali aspetti considerare nei modelli di vista.

I collegamenti permettono di avere una buona coordinazione soprattutto negli abachi ma, ahimè, sono molto poco flessibili per quel che attiene la rappresentazione grafica vera e propria, o meglio è lo scotto da pagare per avere a disposizione in un modello molto leggero una geometria molto complessa: a qualche informazione della "I" di BIM bisogna pur rinunciare.

In particolare mi riferisco al fatto che non è possibile interagire direttamente con un file collegato, non per modificarlo ma solo per aggiungere leggibilità, ad esempio per le etichette delle finestre, nonostante sia possibile computarle negli abachi, non possiamo assegnare loro le etichette che dovessero mancare. Dovremmo avere due sessioni parallele di Revit e sistemare i file collegati nella sessione ausiliaria, salvare e ricaricare i collegamenti nella sessione principale.

Questo è necessario per tutte le annotazioni che leggono il modello (come le note chiave ad esempio) e quindi in particolare per le etichette.

Spero di ricevere una sonora smentita il più presto possibile, questi sono miglioramenti che devono essere apportati come quelli ai moduli delle scale, rampe e ringhiere.

Ora facciamo un passo in più: colleghiamo il modello B in un modello C, tenendo presente che se vogliamo continuare a vedere le istanze del modello A presenti in B è necessario impostare il tipo di collegamento di A con modalità Associazione (Revit però è abbastanza sagace per ricordarcelo).

Cosa succederà alle varianti? beh, in C il file collegato è il B e questo non ha varianti di sorta, quindi per continuare a vedere correttamente le varianti di A dobbiamo assicurarci che in B siano presenti delle viste correttamente impostate a cui riferirsi personalizzando la sostituzione grafica l'istanza B su "da vista collegata".



Se abbiamo usato i modelli di vista sarà un gioco da ragazzi andare a sistemare le viste che ci interessano. Per fortuna dalla 2009 i collegamenti possono avere come riferimento anche le viste di alzato e sezione. Ancora una volta per un lavoro ben fatto si deve ricorrere ai modelli di vista, penso che ormai sia chiaro il messaggio di fondo! usate i modelli di vista!!!

venerdì, aprile 24, 2009

Revit Keynote manager

Leggendo il blog Revit OpEd di Steve Stafford http://revitoped.blogspot.com/2009/04/autodesk-revit-utilities-from-biggest.html mi sono imbattuto in un'utility per gestire le note chiave distribuita gratuitamente da Emc2 a questo sito (guardate bene in fondo alla pagina):

http://www.emc2architects.com/revit_tools.html

  • Permette di vedere le note chiave raggruppate ad albero invece di una lista molto lunga
  • Permette di aggiungere, modificare, eliminare le singole note chiave e le loro descrizioni
  • Include la funzione trova che permette di cercare le note chiave per qualsiasi frammento di testo contenuto nelle descrizioni
  • Include una funzione per trasformare automaticamente i testi in tutto maiuscolo o tutto minuscolo o come titoli (con l'iniziale maiuscola di ciascuna parola) sia singole voci sia tutte insieme
  • Permette di creare dei modelli di note chiave da cui partire per la creazione dei file di note chiave
  • Permette  più utenti di lavorare contemporaneamente sullo stesso file di notechiave (veramente utile questa caratteristica)
  • Permette di controllare se ci sono errore di digitazione attraverso il dizionario interno di Revit (occorre copiare l'eseguibile nella cartella appropriata)
  • Crea automaticamente fino a 10 copie di backup su ciascun computer degli utenti per ogni file di testo modificato
  • La maggior parte dei comandi è accessibile da tastiera o da tasto destro
  • Ricorda la dimensione e la posizione dell'ultima sessione
  • Contiene un modulo opzionale per riportare errori e suggerimenti ad Emc2

giovedì, aprile 23, 2009

Etichette e testi

In questa sede vorrei mettere in luce alcune differenze che probabilmente non saltano immediatamente all'occhio.

Una caratteristica che rende diversi testi ed etichette per le finalità di annotazione risiede anche nella diversa modalità di creazione delle linee direttrici.
In particolare la differenza si nota se l'annotazione contiene più righe.
Per un testo le linee direttrici orizzontali cominciano dalla mezzeria della prima riga, indipendentemente dalla lunghezza stessa del testo (che può essere variata a piacere per ogni istanza). Inoltre per un testo le linee di direttrice possono essere anche curve.

Per un'etichetta invece c'è un livello di dipendenza stretto con la famiglia che contiene le informazioni, sia di tipo grafico (colore, tipo di font, altezza del font, giustificazione, lunghezza massima di una riga di testo, ecc...) sia di tipo parametrico nel senso dei parametri che deve andare ad interrogare. La linea direttrice può essere solo un segmento retto oppure una spezzata (direttrice + spalla).
Per un'etichetta le linee direttrici orizzontali cominciano dalla mezzeria dell'ingombro dell'intera etichetta, indipendentemente dall'origine della famiglia che la definisce e in funzione della lunghezza del parametro che interroga. 
Ad esempio se un'etichetta che legge un determinato parametro può contenere su una riga fino a 15 caratteri, ogni volta che si supera questo limite si avrà che l'etichetta riporterà il contenuto su più di una riga.

Inoltre attraverso il copia e incolla di un testo che contenga già più righe, ottenute mandando a capo con invio, è possibile far mantenere la stessa impostazione in un'etichetta sufficientemente lunga.

Quello che mi sono proposto di fare è un'etichetta che simuli la scrittura sulla spalla della linea direttrice.

Questo è possibile modificando la famiglia che definisce l'etichetta, inserendo una linea che simulerà la spalla e aggiungendo due linee invisibili ausiliarie che si sposteranno in funzione del numero di righe del testo dell'etichetta.

Tutti i parametri per essere controllati (sia quelli di lunghezza sia quelli di grafica) devono essere di tipo e non di istanza.

Io tendenzialmente preferisco usare le etichette rispetto ai testi, le trovo molto più performanti e le ritengo un ottimo strumento per evitare di commettere errori o, se ve ne fossero, di eliminarli nel più breve tempo possibile.

I love Revit.

mercoledì, aprile 22, 2009

OmniClass

Nuovo sistema di classificazione per l'edilizia implementato in Revit 2010.

Quando fanno tutto di nascosto mi fanno stare male.

La tavola 22 è in sostanza il CSI MasterFormat 2004, quindi nessuna novità se non quella di dover aggiungere dei codici di riferimento alla tavola e un trattino di separazione: essendo un problema multidisciplinare, anche la standardizzazione deve seguire una base multidimensionale, aperta verso l'alto. Introducendo più tavole si possono governare meglio gli aspetti del sistema edilizio.

Trovo molto interessante l'approccio BLC Building Life Cycle (ciclo di vita dell'edificio, tavola 31).

Accolgo questo nuovo sistema come un'opportunità per studiare una standardizzazione delle nomenclature delle viste, dei file, delle tavole e dei componenti più profonda e di rimando internazionale.

Esiste un programma in multilingua che permette di tradurre i codici numerici in descrizioni chiare nella lingua corrente, in pratica la forza dello standard.

Librerie di componenti

Librerie di componenti distribuite gratuitamente da Hamilton Laboratories Thermo Scientific.

ftp://ftp.fisherhamilton.com/FH_Standard_Product_Library.htm

C'è un piccolo problema....sono fatti in AutoCAD e poi importati in Revit.
Le categorie sono per lo più corrette, ma non c'è verso di poter controllare la grafica se non attraverso la scheda oggetti importati>oggetti in famiglie, c'è di buono che sono molto ben suddivisi e riconoscibili i layer di partenza e quindi si possono assegnare i materiali per il rendering.

Da usare con prudenza.

giovedì, aprile 16, 2009

REVIT 2010

Da oggi è possibile scaricare dal sito di Autodesk il file di installazione della versione 2010 in inglese a questo link:

http://revit.downloads.autodesk.com/download/2010/RAC2010.exe

Attenzione al peso 1,4GB, molto lento a causa anche dell'elevato numero di connessioni suppongo.

sabato, ottobre 04, 2008

Disegnare velocemente un pavimento di finitura





In Revit è possibile dividere la parte strutturale dalla parte di finitura degli oggetti, ovviamente separando il modello in parte portante e parte portata.
Ad esempio i solai, o come si chiamano dalla 2008 i pavimenti (lascio intendere che questa separazione un giorno sarà netta).
Una volta disegnato il solaio portante e messa la suddivisione delle pareti interne si deve disegnare il pavimento di finitura di ogni locale, un'operazione un pò noiosa soprattutto se si deve fare attenzione a riseghe, lesene ecc...
Mi è venuta questa idea: utilizzo il comando controsoffitto che traccia direttamente il contorno del locale racchiuso dai muri, quindi copio le linee automatiche negli appunti e annullo il controsoffitto.
Ora seleziono pavimento e incollo le linee dagli appunti, dò una sistemata dove occorre e termino il disegno.
Ho trovato un miglioramento in termini di velocità di modellazione superiore al 50% per perimetri mediamente complessi.


Aggiornamento:
Ho scritto una macro per Revit 2012 che velocizza questo procedimento senza passare per i controsoffitti.
In questo post invece spiego come utilizzare i codici delle macro che pubblico

domenica, settembre 07, 2008

Scala a chiocciola


In questi giorni devo realizzare un progetto per un business center e per realizzare delle scale di servizio dal piano deposito a quello esposizione ho pensato di utilizzare delle scale a chiocciola.
Con il comando scala non sono riuscito a sovrapporre le rampe...allora ho pensato di realizzare una famiglia dedicata.
In particolare è una famiglia parametrica di attrezzature speciali che si comporta come un pilastro, con i vincoli in altezza e relativi offset.
Al suo interno sono presenti dei gradini parametrici che devo ancora completare con una nidificata per il parapetto.
Il numero di gradini che occorrono per fare un giro completo di 360° viene calcolato in funzione dell'altezza minima di passaggio.
L'ampiezza di ogni pedata invece viene determinata in funzione delle prescrizioni di sicurezza antincendio.
La combinazione di questi due risultati determina la sovrapposizione dei gradini.
Basta aggiungere un vuoto alla nidificata dei gradini e il gioco è fatto.
Ovviamente nel progetto sarà classificata come attrezzatura speciale, non potrà avere una ringhiera di sistema e non mostrerà la canonica freccia del senso di salita.
Tuttavia è possibile aggirare l'ostacolo nidificando opportune famiglie di modello e di dettaglio.
Spero che possa essere di utile spunto a qualcuno.

domenica, giugno 22, 2008

Risultati del sondaggio

Dai risultati del sondaggio è emerso che le maggiori difficoltà sono legate all'editazione delle famiglie e all'utilizzo delle varianti.

A parte qualche imbecille (statisticamente parlando) che ha segnato tutte le risposte, mi sorprende in negativo che ci sia un 25% che sente la mancanza dei layer.

Questo significa che non è stato digerito il concetto di categorie di oggetti, di What You See Is What You Get, e che molto probabilmente per il proprio lavoro si ricorre ad espedienti di manipolazione in AutoCAD.

Dal mio punto di vista è un male: innanzitutto significa che non si è compreso appieno il funzionamento del programma, ovverosia si sfruttano alcune caratterstiche dell'approccio BIM ma con finalità ristrette al CAD.
Diego Minato, alias Gjiom http://revit-landia.blogspot.com/ una volta mi disse che il problema maggiore dei nuovi utenti Revit con passato AutoCAD è che non riescono ad abbandonare la mentalità CAD in favore di una mentalità più propria, per tradizione, di chi opera nel settore dei componenti meccanici.
Come dargli torto? è senz'altro vero, infatti il CAD non è altro che la trasposizione del tecnigrafo e della carta sul computer, questo ormai è arcinoto.... all'inizio ha spiazzato molti la novità...ma in realtà era solo un cambio di strumenti, perchè l'approccio era rimasto il medesimo: sovrapposizioni di linee indipendenti; la difficoltà era di tipo tecnologico, non di concetto.

Intendiamoci, sono stati progettati i capolavori dell'architettura e dell'ingegneria con quegli strumenti, ma dietro di essi c'erano grandi idee che li manovravano, quindi non sono e non saranno mai solo gli strumenti a definire la qualità di un progetto e della sua realizzazione, ma di certo aiutano.

Occorre fare un ragionamento di più largo respiro.

Cos'è un progetto? Cos'è la qualità in un progetto? o meglio, nel processo edilizio?

Il prof. Maurizio Costantini sostiene che il progetto sia una prefigurazione della realtà, non una semplificazione a compartimenti stagni quindi, ma il gigantesco sistema di variabili interconnesse fra loro che si riversano nel tempo, nello spazio e nella dimensione economico-ecologica-sociale.

Ora la qualità di una prefigurazione di un sistema complesso è tanto maggiore quanto tutte le parti coinvolte in questo processo portano a compimento i loro incarichi negli estremi contrattuali pattuiti in precedenza.

E quindi in forza di questo contratto si può misurare il grado di soddisfazione delle parti e la rispondenza della realtà alle caratteristiche attese.

Il progetto è proprio quel contratto.

Se chi è preposto a redigere il progetto è incapace di controllare il processo edilizio prima che l'idea di progetto si immerga nella dimensione materiale, allora la qualità del progetto rischia di essere pesantemente compromessa.

Le cause possono essere molteplici e da ricercare nel campo di azione del progettista: in primo luogo la sua esperienza e preparazione, la sua disponibilità a mettersi in gioco sempre, il suo aggiornamento, i suoi strumenti di lavoro.

Purtroppo si dà minor peso al fine che non ai mezzi, e ci si ritrova attaccati ad un'idea di "lavoro" che rende più simili a dei mestieranti, mentre invece ci si dovrebbe sforzare di essere professionisti ad ogni costo.

Ora il fine è la qualità di processo, occorre disporre di un progetto il più vicino possibile alla realtà, per fare questo ognuno si sceglierà i mezzi a sè più congeniali, quelli che, utilizzati a regime, permettano di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo; è un discorso soggettivo, ma è possibile anche delineare dei comportamenti medi, in virtù dei grandi numeri di cui è costituito il "parco progettisti"; è oltremodo possibile azzardare delle previsioni tenendo conto di come questi comportamenti evolveranno in funzione di eventi esterni come l'introduzione di nuove tecnologie.

Ormai il professionista singolo copre una piccolissima parte del lavoro di progettazione, è in forte crescita invece l'associatività, talvolta occasionale, di realtà professionali diverse.
E' indispensabile quindi trovare un sistema per poter comunicare tra tutti i soggetti senza perdere informazioni.

L'altro grande tema per il rispetto del contratto e quindi per l'ottenimento della qualità è l'assenza o, più verosimilmente, il controllo degli errori. Un'efficace sistema di individuazione degli stessi e un processo per neutralizzarli apportando le modifiche necessarie in tempi ragionevoli.

Gli strumenti informatici di ultima generazione che permettono di realizzare queste condizioni fondamentali sono un'evoluzione rispetto ai sistemi CAD, ma nascono da un'idea completamente nuova, focalizzata sul fine, ovvero il BIM (Building Information Modeling, modello di informazioni edilizie). Questo concetto nuovo fa desistere quegli "utonti" che si ostinano a ripetere: "è troppo difficile, se non lo usa nessuno un motivo ci sarà".
Sono persone che non vedono un palmo più in là del proprio naso, che non hanno nemmeno la capacità di accorgersi che stanno per essere tagliati come rami secchi, perchè si scoraggiano al primo ostacolo. E' un costume diffuso anche tra i giovani purtroppo.
Passi a chi ha più di 40 anni, insoddisfatto e frustrato, ma per una mente giovane e fresca non è ammissibile.
Ad ogni modo un progettista che si meriti questo appellativo non si permetterebbe mai il lusso di non stare al passo con i tempi, ma questa è un'opinione strettamente personale.
Per quelli che credono che sia difficile c'è una bel detto: è facile sentire il rumore dell'albero che cade, mentre non ci si accorge nemmeno del rumore che fa la foresta che cresce.

Il BIM è un'identità con il progetto edilizio in tutti i suoi aspetti, non è generico e non è nemmeno un semplice disegno: è specifico del mondo dell'edilizia e rappresenta un modello n-dimensionale, dove n è il numero delle variabili della realtà che definiscono il processo edilizio.

Per poter utilizzare un BIM occorre una profonda comprensione della realtà delle cose, occorre avere un approccio da artigiani: olistico, tecnico e creativo nello stesso tempo.

La prima cosa è dunque staccarsi da una logica 2D per abbracciarne una dove entrino a pieno titolo la terza dimensione dello spazio, il tempo, i costi ecc...

In questo senso è senz'altro meglio una mentalità meccanica: rigorosità e cognizione dell'intero problema da molteplici punti di vista.

Veniamo a Revit.

Revit è un software BIM, la sua logica di scomposizione in categorie prevede che gli oggetti edilizi possano essere suddivisi in categorie, ognuna con caratteristiche particolari, predeterminate e immodificabili.

Quello che si ricava è quindi un insieme di oggetti 3D, 2D ecc...tutto è un oggetto e tutto risponde alla stessa logica.

Per gestire la visualizzazione non occorrono layer, ma è sufficiente agire sulle modalità di rappresentazione grafica delle categorie. Per ciascuna vista 2D/3D è possibile definire come dovrà essere stampato in tavola ogni elemento.
Esistono componenti 2D che appartengono alla vista di lavoro: per alcuni di questi è possibile cambiare l'ordine di visualizzazione e portarlo davanti o dietro ad altri oggetti...
Il what you see is what you get è proprio questo: ciò che vedete a monitor è ciò che otterrete in stampa, esistono dunque all'interno di Revit tutti gli strumenti necessari per modificare colori, spessori, motivi ecc...degli oggetti senza necessità di dover passare attraverso altri programmi e perdere tutta la forza del BIM.

Una piccola nota sulla difficoltà dell'editazione delle famiglie: andate a vedere come si costruiscono le famiglie in altre piattaforme, come ad esempio Archicad.... attraverso listati, codici, preoccupandosi di come deve essere rappresentato un oggetto spessori di linea ecc...

In Revit c'è a disposizione un motore grafico, di sicuro si otterranno oggetti meno complessi, ma a mio avviso con molta meno fatica.

giovedì, maggio 15, 2008

Non consentire giunto 2009

In Revit 2009 ora è presente un'indicazione grafica dei giunti dei muri cui è stata disabilitata la possibilità di calcolare l'unione.
Come sempre click col destro sul grip del muro e non consentire giunto.
Selezionando il muro, compare un simbolo blu a forma di "T" sdraiata.

Il MAESTRO

Ieri ho conosciuto quello che ritengo essere il mio maestro di Revit, Diego Minato.
Teneva un corso vicino a Padova, una risposta alle molteplici richieste che gli giungono ogni mese per realizzare questo tipo di incontri, per approfondire l'uso delle famiglie. Ho fatto una scorpacciata di spunti su cui lavorare, ho imparato un nuovo modo di lavorare, una volta finiti i corsi in programma cercherò di riportare anche qui delle soluzioni fondamentali.
Gli altri incontri sono il 21/5 a TV, 23/5 a VR, 31/5 a NA.

Contatti & Iscrizioni:

Per TV, VR
Per iscrizioni o ulteriori informazioni
@mail: michela.guzzonato@orientatrium.it
Tel: 049 725200 Fax. 049 8934002
Persona di riferimento Michela.

Per NA
Per iscrizioni o ulteriori informazioni
@mail: info@laboratoriorevit.it
Tel: 338 9671769
Persona di riferimento Giovanni.

venerdì, aprile 25, 2008

Laureato!

Ebbene si, in data 23 aprile 2008 mi sono laureato in Ingegneria Edile-Architettura presso l'Università degli Studi di Pavia, con voto 110 su 110 e lode!!!

Ovviamente sono euforico :)

Presto novità importanti!

mercoledì, marzo 05, 2008

Importante novità

Autodesk ha presentato una newsletter mensile italiana con approfondimenti su Revit.
Io l'ho scoperta consultando il blog RevitLandia del Dr. Gjiom (alias Diego Minato) che ha scritto un articolo su una capriata composta per realizzarla passo a passo.

Questo il link al blog:
http://revit-landia.blogspot.com/2008/02/capriata-composta-due-altezze.html

Questo il link alla newsletter:
http://formautodesk.espero.it/bsd/newsletter/08-feb-c.html

mercoledì, febbraio 27, 2008

Testo modello su muro curvo

Se siete dei vandali, dei teppisti e avete bisogno di scrivere sui muri, o più semplicemente dovete realizzare un'insegna per un negozio sarete certamente ricorsi al testo modello....ma se il muro fosse curvo? purtroppo in quel caso il testo modello non funziona.

Si potrebbe fare però una famiglia di archivio.
Innanzitutto analizziamo meglio il problema:
- le scritte che dobbiamo realizzare non sono esageratamente lunghe generalmente, ma sono composte da poche parole;
- un testo può essere visto come la successione ordinata di caratteri convenzionali, la cui grafica cambia in funzione del font scelto;
- le insegne possono essere luminose o meno, sarebbe bello poter decidere il materiale come un qualsiasi oggetto.

Dunque è abbastanza semplice la risposta, si realizza una sola famiglia di archivio che sia flessibile nei contenuti e nei font. Prima creiamo una famiglia che conterrà un carattere del testo modello (per meglio approsimare la curva del muro è necessario utilizzare un solo carattere), vincoliamo il contenuto del testo tramite un parametro di istanza, e parametrizziamo anche la profondità e il materiale del testo modello.
Adesso dobbiamo creare tante copie di questa famiglia quanti sono i font che vogliamo utilizzare, poi dobbiamo avere cura di settare per ogni copia la corretta corrispondenza tra nome e font utilizzato nel testo modello.

Fatto questo carichiamo tutte le famiglie dei font in una nuova famiglia e li inseriamo uno alla volta: se li selezioniamo possiamo assegnare loro un testo etichetta (barra delle opzioni) e quindi un parametro di tipo che permette di creare diversi tipi di famiglia, uno per ogni font utilizzato. Sarà necessario anche agganciare i parametri dei componenti inseriti con dei parametri della nuova famiglia, del tutto identici a quelli a cui si riferiscono (ad esempio si aggancia i testo con un parametro testo, la profonsità con un parametro identico....va fatto per tutti i font che usiamo).

Da Impostazioni/Paraetri e categorie famiglie, cambiamo la categoria sotto quella più appropriata (se ad esempio fossimo partiti da un template di modello generico, non potremmo vedere questi oggetti negli abachi....io consiglio arredi fissi, ma non è aobbligaorio), ma cosa molto importante togliamo il segno di spunta da sempre verticale e lo mettiamo su basato su piano di lavoro.

Questo ultimo passaggio permette infatti di selezioanre come riferimento per l'inserimento o un piano di lavoro ( sia graficamente sia per nome) oppure una superficie, che è quello che serve a noi nella fattispecie.

Ora carichiamo la famiglia appea creata nel progetto e creiamo un'istanza su muro curvo ( da una vista 3D); selezioniamo il carattere, andiamo in una vista di pianta ed eseguiamo una matrice radiale con cetro coincidente con quello della curatura del muro, e mettiamo come numero di elementi quello della lunghezza della stringa di testo.

Fatto ciò dobbiamo selezioanare gli elementi e scomporre i gruppi che si sono creati automaticamente per poter modificare le singole istanze, per farlo sarà sufficente modificare le singole istanze dei caratteri.

Elementi di dettaglio

Gli elementi di dettaglio sono una categoria particolare: appartengono alla vista 2D in cui vengono inseriti, ma a differenza delle annotazioni hanno scala 1:1 col modello, e quindi la loro categoria appare, giustamente, nella scheda degli oggetti modello, pur essendo costituite da linee di dettaglio (ad esempio i componenti di dettaglio, le campiture, le mascherature...). La contraddizione, per così dire, si vede quando usi le linee di dettaglio nel progetto: sembrano comportarsi in modo indipendente dal resto della categoria, infatti agendo sulla categoria dalla scheda modello delle proprietà della vista, si ha che le linee di dettaglio non risentono dei cambiamenti effettuati.

Questo secondo me ha due chiavi di lettura: la prima è scoraggiare l'utilizzo di Revit come tiralinee puro e semplice, anche per oggetti bidimensionali; l'altra è che Revit mette a disposizione uno strumento extra per poter soddisfare la totalità delle esigenze dell'utente, con un oggetto che ha proprietà particolari, anche se da ultima spiaggia.

Per fare un paragone: esistono i modelli generici nelle categorie (che non possono essere messe in abaco) (era vero fino alla release 2013), esiste la modellazione in-place.

Sono possibilità in più, per rendere flessibile la progettazione, a cui ricorrere volentieri (modelli generici nidificati in famiglie di archivio) o meno (modellazione in-place).

martedì, febbraio 05, 2008

Pilastri architettonici e strutturali

Un pilastro in Revit può essere o architettonico o strutturale, e le funzioni che svolgono sono diverse.
Un pilastro architettonico viene utilizzato per introdurre delle variazioni alla geometria di un muro, coinvolgendo i suoi strati, e fondendosi a questo.
Un pilastro strutturale invece serve a rappresentare un vero elemento srutturale che però non deve fondersi con il muro, ma deve interrompere la trama del retino di sezione del muro.
Per far unire un pilastro strutturale ad un muro, dobbiamo utilizzare il comando unisci geometria.
Come si vede dall'immagine il pilastro all'estrema sinistra è unito e sporgente dal muro (è fittizio, so che costruttivamente è un'idiozia!), quello che vorrei sottolineare è come manchi completamente un rivestimento, almeno uno strato di intonaco.

Esiste un rimedio possibile: si nidificano all'interno dei pilastri architettonici dei pilastri strutturali.