mercoledì, febbraio 27, 2008

Testo modello su muro curvo

Se siete dei vandali, dei teppisti e avete bisogno di scrivere sui muri, o più semplicemente dovete realizzare un'insegna per un negozio sarete certamente ricorsi al testo modello....ma se il muro fosse curvo? purtroppo in quel caso il testo modello non funziona.

Si potrebbe fare però una famiglia di archivio.
Innanzitutto analizziamo meglio il problema:
- le scritte che dobbiamo realizzare non sono esageratamente lunghe generalmente, ma sono composte da poche parole;
- un testo può essere visto come la successione ordinata di caratteri convenzionali, la cui grafica cambia in funzione del font scelto;
- le insegne possono essere luminose o meno, sarebbe bello poter decidere il materiale come un qualsiasi oggetto.

Dunque è abbastanza semplice la risposta, si realizza una sola famiglia di archivio che sia flessibile nei contenuti e nei font. Prima creiamo una famiglia che conterrà un carattere del testo modello (per meglio approsimare la curva del muro è necessario utilizzare un solo carattere), vincoliamo il contenuto del testo tramite un parametro di istanza, e parametrizziamo anche la profondità e il materiale del testo modello.
Adesso dobbiamo creare tante copie di questa famiglia quanti sono i font che vogliamo utilizzare, poi dobbiamo avere cura di settare per ogni copia la corretta corrispondenza tra nome e font utilizzato nel testo modello.

Fatto questo carichiamo tutte le famiglie dei font in una nuova famiglia e li inseriamo uno alla volta: se li selezioniamo possiamo assegnare loro un testo etichetta (barra delle opzioni) e quindi un parametro di tipo che permette di creare diversi tipi di famiglia, uno per ogni font utilizzato. Sarà necessario anche agganciare i parametri dei componenti inseriti con dei parametri della nuova famiglia, del tutto identici a quelli a cui si riferiscono (ad esempio si aggancia i testo con un parametro testo, la profonsità con un parametro identico....va fatto per tutti i font che usiamo).

Da Impostazioni/Paraetri e categorie famiglie, cambiamo la categoria sotto quella più appropriata (se ad esempio fossimo partiti da un template di modello generico, non potremmo vedere questi oggetti negli abachi....io consiglio arredi fissi, ma non è aobbligaorio), ma cosa molto importante togliamo il segno di spunta da sempre verticale e lo mettiamo su basato su piano di lavoro.

Questo ultimo passaggio permette infatti di selezioanre come riferimento per l'inserimento o un piano di lavoro ( sia graficamente sia per nome) oppure una superficie, che è quello che serve a noi nella fattispecie.

Ora carichiamo la famiglia appea creata nel progetto e creiamo un'istanza su muro curvo ( da una vista 3D); selezioniamo il carattere, andiamo in una vista di pianta ed eseguiamo una matrice radiale con cetro coincidente con quello della curatura del muro, e mettiamo come numero di elementi quello della lunghezza della stringa di testo.

Fatto ciò dobbiamo selezioanare gli elementi e scomporre i gruppi che si sono creati automaticamente per poter modificare le singole istanze, per farlo sarà sufficente modificare le singole istanze dei caratteri.

Elementi di dettaglio

Gli elementi di dettaglio sono una categoria particolare: appartengono alla vista 2D in cui vengono inseriti, ma a differenza delle annotazioni hanno scala 1:1 col modello, e quindi la loro categoria appare, giustamente, nella scheda degli oggetti modello, pur essendo costituite da linee di dettaglio (ad esempio i componenti di dettaglio, le campiture, le mascherature...). La contraddizione, per così dire, si vede quando usi le linee di dettaglio nel progetto: sembrano comportarsi in modo indipendente dal resto della categoria, infatti agendo sulla categoria dalla scheda modello delle proprietà della vista, si ha che le linee di dettaglio non risentono dei cambiamenti effettuati.

Questo secondo me ha due chiavi di lettura: la prima è scoraggiare l'utilizzo di Revit come tiralinee puro e semplice, anche per oggetti bidimensionali; l'altra è che Revit mette a disposizione uno strumento extra per poter soddisfare la totalità delle esigenze dell'utente, con un oggetto che ha proprietà particolari, anche se da ultima spiaggia.

Per fare un paragone: esistono i modelli generici nelle categorie (che non possono essere messe in abaco) (era vero fino alla release 2013), esiste la modellazione in-place.

Sono possibilità in più, per rendere flessibile la progettazione, a cui ricorrere volentieri (modelli generici nidificati in famiglie di archivio) o meno (modellazione in-place).

martedì, febbraio 05, 2008

Pilastri architettonici e strutturali

Un pilastro in Revit può essere o architettonico o strutturale, e le funzioni che svolgono sono diverse.
Un pilastro architettonico viene utilizzato per introdurre delle variazioni alla geometria di un muro, coinvolgendo i suoi strati, e fondendosi a questo.
Un pilastro strutturale invece serve a rappresentare un vero elemento srutturale che però non deve fondersi con il muro, ma deve interrompere la trama del retino di sezione del muro.
Per far unire un pilastro strutturale ad un muro, dobbiamo utilizzare il comando unisci geometria.
Come si vede dall'immagine il pilastro all'estrema sinistra è unito e sporgente dal muro (è fittizio, so che costruttivamente è un'idiozia!), quello che vorrei sottolineare è come manchi completamente un rivestimento, almeno uno strato di intonaco.

Esiste un rimedio possibile: si nidificano all'interno dei pilastri architettonici dei pilastri strutturali.

domenica, novembre 18, 2007

Lezioni di Revit

Mi ha scritto qualcuno, lasciandomi il suo indirizzo e-mail, senza qualificarsi ( dagli elementi che possiedo potrebbe trattarsi di un mio quasi coetaneo, o di una burla visto che mi chiama Emilio che è il mio secondo nome, mi dà del lei e non mi dice dove si trova), che mi chiede lezioni di Revit dietro compenso. L'invito che rivolgo a chiunque abbia intenzione di prendere lezioni da me è quello di contattarmi lasciando un commento al post, ma di usare un pò più trasparenza: dite chi siete, cosa fate e dove vi trovate, poi ci si può accordare eventualmente.

Poi se siete di passaggio da quelle parti, io sono quasi sempre a Pavia alla facoltà di Ingegneria in via Ferrata 1, piano A, aula laboratorio di tesi.

Si sono ancora in tesi, e quindi di tempo non ne ho molto, per questo valuterei bene prima di imbarcarmi in qualche lezione.

Se ci state, fatevi sentire.

-paolo

Cominciare a editare le famiglie

Quanto segue è stato trattato da me in un topic del forum http://www.3dsmile.it tramite corrispondenza elettronica con un utente, Roberto, che chiedeva un aiuto in particolare rivolto all'editazione di famiglie in Revit. Appena ho avuto tempo ho realizzato un cappello introduttivo per inquadrare il problema e, su richiesta di Roberto, sono andato invece un pò più verso l'operatività delle operazioni da svolgere. In particolare ci siamo concetrati sulla realizzazione di una porta a due ante, serviva a Roberto e aveva tentato il metodo "all'italiana", cioè quello di andare a modficiare qualcosa di esistente, ma una volta aperta la famiglia di partenza più prossima a ciò che voleva, si è dovuto fermare per cercare di capirne il funzionamento. Io ci provo. Per brevità e per "stile letterario" riporto direttamente le mie risposte.

"Ciao Roberto! premetto che il tuo spirito è quello giusto, e che va benissimo che ficchi il naso in famiglie preconfezionate per capire come sono fatte, ma il metodo "all'italiana" del modificare ad hoc l'esistente non è sempre fruttifero.

Allora le famiglie sono l'aspetto BIM della cosa: sono oggetti che puoi inserire nel modello, la loro rappresentazione nelle viste è legata alla loro categoria di appartenenza e, cosa molto importante, alle famiglie è possibile assegnare dei parametri che ne governino le proprietà, e con questo non intendo solo quelle geometriche.

Avrai certamente notato che la barra di progettazione cambia nell'editor famiglie, questo per farti capire che l'argomento su cui ti stai affacciando è molto vasto...

Dunque, devi sapere che una famiglia di porta (come molti altri oggetti) puuò essere composta di molte parti alcune 2D e altre in 3D, visto che sei alle prime armi io ti consiglio un approccio "orizzontale":in particolare per fare in fretta ciò che ti serve potresti usare solamente il 2D come base per poi ricavare la terza dimensione.

Bada però che la vera forza del BIM è proprio il modello 3D, e la possibilità di gestire oggetti parametrici quindi cerca da subito di applicare un pò di attenzione e con poco sforzo avrai ciò che ti serve.

Dal menù a discesa Impostazioni>Tipi di famiglia troverai una finestra di dialogo che ti permette di controllare i parametri della famiglia: ce ne sono alcuni fissi, altri li puoi aggiungere a piacere.

I parametri sono di diverso tipo a seconda della proprietà che devono andare a comandare, oppure dipendono dal tipo di input che l'utente può inserire (es.untesto, o un numero intero, che è diverso da un numero inteso come un numero reale, floating point, hai presente? va beh non è difficile).

Questi parametri sono quelli che ritrovi nella finestra delle proprietà dell'oggetto, è doveroso ora fare una precisazione importantissima, magari inutile: ogni oggetto presente è un' ISTANZA di un qualche TIPO di famiglia, e questo si rilfette sui parametri che stai creando.

Se il parametro è di tipo ISTANZA, una sua variazione influenza solo e soltanto l'oggetto specifico sul quale si opera, mentre se il parametro è di tipo TIPO, una sua variazione si rifletterà in tutte le istanze del progetto, presenti e future e anche retroattivamente...

Tornando alla tua porta, setta i parametri che definiscono l'apertura in modo che si adatti a ciò che devi rappresentare... il fatto che si possa cambiare l'apertura agendo sui parametri ti deve far pensare: da qualche parte nel file c'è scritto che se tu cambi quel parametro, l'apertura lo segue! il concetto è che qualcuno prima di te ha impostato questa "regola" e il bello è che non ha utilizzato dei linguaggi di programmazione per farlo ma semplicemente i piani di riferimento e i lucchetti... questa è una vera rivoluzione. Cool Cool Cool

Disegnati la porta come in un CAD usando le linee di simbolo (per la differenza da quelle di modello ti rimando a una discussione su www.3dsmile.it che ha sviscerato il problema in profondità), una volta terminato seleziona una riga e vedrai che sulla barra delle opzioni compare un tasto visibilità: queto ti permette di definire il livello di dettaglio a cui far vedere quella specifica linea, anche questo è molto BIM.

Anche le linee 2D sono parametriche e quindi puoi vincolarle ai piani di riferimento ecc...

Quando sarà completo, dovrai per forza affrontare la modellazione 3D: puoi fare tutto brutalmente in quella stessa famiglia( Sad ) oppure nidificare con altre famiglie i tuoi oggetti ( ), e magari utilizzare il trucchetto del livello di dettaglio anche per gli oggetti nidificati."

"Ehilà!

si mi ricordo di aver aperto una "porta" che dà su un ambiente vastissimo che è quello della creazione di famiglie... :)
beh per cominciare io partireri da qualcosa di più semplice di una porta, perchè come diceva Gjiom, è un pò rognosa da trattare all'inizio: ci sono troppi parametri per un primo approccio.

Sull'operatività: innanzitutto quando editi una famiglia entri nell'EDITOR delle FAMIGLIE, cioè un ambiente molto simile a quello di Revit per i progetti, ma dove ci sono attivati di volta in volta dei comandi e delle opzioni diverse, in funzione di ciò che stai realizzando, e come aiuto, il programma ti permette di utilizzare solo comandi che poi non genereranno errori di definizione dell'oggetto per poterlo maneggiare correttamente (o almeno queste sono le intenzioni).


Quindi le viste che hai sono del tutto simili a quelle del browser di progetto e le puoi usare per meglio definire l'oggetto in tutte le sue parti. La priorità di dove operare la decidi tu di volta in volta: nel caso della porta supponi di conoscere bene l'ingombro in pianta e di avere necessità che sia rappresentata la battuta in un certo modo, allora cominci dalla pianta del livello di riferimento...quando hai fatto, controlli che ciò che hai inserito (di solido) abbia le altezze giuste da una vista di prospetto (che nell'editor si chiamano anteriore, indietro, destra e sinistra, o lato posizione o ancora esterno/interno...), oppure da una vista 3D.

Proprio come un qualsiasi progetto in Revit.

Adesso veniamo alle misure impostate, quelle che vedi sono dei vincoli parametrici alla geometria dell'oggetto, cioè sono delle quote a cui è stato associato un nome, che regolano una dimensione precisa dell'oggetto.

Quando sei nell'editor di famiglie e tracci una quota, se la selezioni, ti spunta nella barra delle opzioni un menù a discesa che si chiama testo etichetta: puoi aggiungere così un parametro all'oggetto.

Visto che è una quota, Revit sa che il parametro regola una lunghezza e quindi non ti è dato di modificare la natura del parametro, ma solo definire il nome, il raggruppamento (altro, dimensioni, csotruzione ecc..) e la tipologia ( se di istanza o tipo).


Poi i parametri possono essere interni alla famiglia oppure condivisi (i due radio-button in alto), ma per il momento lascia stare su parametri interni.

Ok, sul nome ci sei, è una stringa di testo che ti serve per identificare un certo valore, ma fai molta attenzione: Revit fa distinzione tra lettere maiuscole e lettere minuscole (infatti puoi combinare dei parametri tra loro attraverso il nome, ma deve essere esattamente come l'hai scritto al momento della definizione).

Veniamo al raggruppamento, avrai certamente notato che quando clicchi sulle proprietà di un oggetto in revit esce una finestra divisa in settori con un titoletto (ad esempio dimensioni, costruzione ecc...), beh quello è il raggruppamento, è molto utile essere ordinati e utilizzare bene questo campo permette di velocizzare poi le modifiche perchè si trovano i parametri interessanti nei settori giusti.

La differenza tra istanza e tipo non te la sto a spiegare, solo però voglio farti notare che se vuoi creare un parametro che è risultato di qualche operazione di combinazione di altri parametri, questo deve essere necessariamente di istanza.

Quindi avrai già capito che è possibile definire i parametri a priori, indipendentemente dalle quote, e che è possibile combinarli tramite FORMULE, che comprendono anche operatori logici ( in inglese if, not, and, or ecc... c'è tutto sulla guida in linea) oltre ai consueti operatori matematici che puoi trovare su una calcolatrice scientifica...i parametri che escono da formule sono quelli che appaiono in grigetto quando editi le proprietà dell'oggetto in un progetto di Revit, perchè non si possono modificare direttamente, infatti dipendono da altri parametri.

Per aggiungere un parametro clicca sul tasto tipi di familgia nel cassetto in alto a sx, oppure da impostazioni>tipi di famiglia che è la stessa cosa (può esserti comodo se devi cambiare dei parametri mentre stai creando dei solidi, perchè il tastino non puoi più selezionarlo in quanto entri nella modalità schizzo dei solidi e cambia la barra di progettazione).

La finestra di dialogo che ti si apre ti permette di gestire tutti i parametri del tipo di famiglia, dal nome alle dimensioni ai materiali e a eventuali commenti ecc..., cliccando su aggiungi hai la possibilità di definire anche altre nature di parametri oltre alla lunghezza (che sono numero, numero intero, angolo, materiale, tipi di famiglia, testo, ecc..). Ogni cosa che fai in revit può essere controllata da parametri.

Se vuoi definire un tipo che abbia dei parametri preassegnati puoi farlo aggiungendo un tipo alla famiglia e cambiando opportunamente i valori.

Veniamo alla tua porta, ti dico come farei io, quindi non è sicuramente il modo migliore, ma almeno senti una campana.

Penso alla porta e mi chiedo cosa conosco:
-dell'apertura: larghezza,altezza, profondità (non è banale);
-del telaio: profilo, materiale;
-dei pannelli : numero, larghezza, altezza, spessore, materiale;
-lucernaio: altezza dal pevimento, telaio, forma e geomeria, materiali;
ecc...

Adesso, a parte la bucatura e il telaio che da essa dipende, potrei modellare i singoli componenti altrove e inserirli poi nidificati in questa famiglia, così potrei gestire tanti pezzettini leggeri e parametrici, quindi cancella ciò che non ti serve.

I pannelli

Apro una nuova famiglia di modello generico metrico e vado in pianta, mi esce una croce di piani di riferimento, li selezione e gli applico una puntina per non farli muovere: definiscono l'origine nel piano x-y della mia famiglia (non è proprio così, ma è utile vederla in questo modo se sei alle prime armi, per capirsi lo uso come riferimento cartesiano).

I pannelli sono schematizzabili con un parallelepipedo a basso livello di dettaglio, quindi con i piani di riferimento traccio l'ingombro in pianta del pannello ( un rettangolo definito con la sua diagonale) che ha un vertice nell'origine e uno nell'intersezione dei due nuovi piani che vado a tracciare, con coordinate (600,50) (ammettendo di lavorare in mm). Quoto i piani di riferimento, prima quelli verticali, seleziono la quota>aggiungi parametro e lo chiamo L_pannello, raggruppo dimensioni, di tipo TIPO; poi faccio la stessa cosa per i piani orizzontali e chiamo S_pannello, dimensioni, tipo.


Vado sulla vista anteriore, traccio un piano orizzontale, quoto, parametro, nome H_pannello, dimensioni, tipo.

Come vedi uso parecchio i piani, potrei selezionarli e dargli un nome per potermici raccapezzare nel caso dovessero cominciare a diventare tanti...


Adesso viene il bello: verifica!!!
Ti consiglio di verificare sempre la parametricità delle tue famiglie prima e dopo il tracciamento delle geometrie, ma già adesso son i piani di riferimento puoi controllare se qualcosa non va.

Sempre su Anteriore, clicca su tipi di familgia, nel raggruppamento dimensioni troverai i parametri che hai appena inserito; accanto al nome ci sono dei valori ceh sono quelli di "tracciamento" per così dire, e sono nella prima colonna; nella seconda colonna puoi notare un uguale: è lì che si usano le formule se hai i parametri di istanza ( che per la cronaca si distinguono da quelli di tipo perchè nel nome compare la dicitura "(default)".

Verificare significa andare a modificare a piacere i parametri che hai creato manualmente da questa tabella e cliccare su applica per verificare che i cambiamenti siano effettivamente apportati.

Se qualcosa non va...rifare!

Quindi agisci sul parametro H_pannello e cambialo, fai applica se è tutto ok, il piano si sposta.

Fai la stessa cosa dalla vista di pianta per gli altri due parametri.

Adesso che tutto funziona creiamo il pannello che si modificherà al variare dei parametri, assicurati di essere in vista di pianta al livello di riferimento.

Dalla barra di progettazione clicca su solidi>estrusione, e traccia un rettangolo che abbia i lati coincidenti con i piani di riferimento, adesso con il comando allinea seleziona prima i piani e poi le linee (usando il tasto tab se necessario per la selezione ciclica), e chiudi i lucchetti: questo dice che se il piano si sposta, si sposta la linea>>>>>quindi cambia geometria anche il solido!


Benvenuto nel mondo della parametrizzazione.

Fai questa operazione per tutte le linee e clicca su termina estrusione ( l'altezza di default è 250mm, la cambierai dopo).

Torna nella vista anteriore e con il comando allinea porta la base superiore del pannello allo stesso livello del piano di riferimento che è regolato da H_pannello e chiudi il lucchetto ( visto! funziona anche sulle facce dei solidi già belle e fatte...avresti potuto fare un parallelepipedo di dimensioni arbitrarie e allineare le facce ai piani di rif in un secondo momento, lucchettando il tutto).

Ora definisci il materiale del pannello, anche questo mettilo parametrico. Per farlo aggiungi un parametro da tipi di famiglia, lo chiami materiale_pannello, materiali, raggruppi in materiali e finiture, tipo.
Se vuoi complicare la geometria per livelli di dettaglio superiori, usa gli stessi principi di base e comanda la visibiltà dei tuoi oggetti dalla barra delle opzioni.

Quando pensi che possa andare bene, slava con nome e importa il pannello nella famiglia di porta, lo inserisci come componente qunate volte vuoi e vedrai che il punto di inserimento dipende da dove si trovava la croce dei piani di riferimento che avevi all'inizio della creazione del modello generico del pannello.


Il pannello ora ha dei parametri che devi collegare a quelli della porta. Da tipi di famiglia aggiungi un parametro che chiami L_anta, definito come lunghezza, dimensioni, istanza. nella colonna delle formule dopo l'uguale, metti Larghezza/2 ( o quello che hai, il concetto è che vuoi un parametro automatico che ti calcoli la metà della larghezza della porta per poi assegnarlo alla lunghezza del pannello).


Fatto ciò selezioni il pannello, e sulle proprietà del tipo entri alla voce L_pannello e clicchi sul quadratino in fondo a dx della riga, dall'elenco dei parametri lunghezza disponibili selezioni L_anta, e dai ok finchè non esci. fai la stessa cosa per il parametro H_panello assegnandogli il parametro Altezza dell'apertura. Ora vincola la posizione del pannello a un lato dell'apertura allineando e lucchettando (ricorda di dare una gerearchia, prima si seleziona il rif e poi l faccia di ciò che vuoi che si sposti) e il gioco è fatto. Copia il pannello e vincola allo stesso modo sull'altro lato. Assegna il materiale ai pannelli allo stesso modo.


Dovresti avere una porta con i due pannelli adesso. Se provi a cambiare i parametri a tipi di famiglia e tutto va correttamente, la geometria e il resto devono cambiare.


Per gli altri oggetti stesso discorso, usando bene gli altri comandidi solidi e vuoti, il nodo della questione è capire come si comporta una determinata cosa e analizzare il problema per ricondurlo ad elementi semplici.

Non tardare troppo a leggere la guida e le esercitazioni, sono davvero indispensabili, e cerca di sperimentare tutto appena puoi, altrimenti avrai sempre delle lacune che ti rallenteranno...

Spero che per cominciare ti dia delle basi sufficienti.

Alla prossima.

-paolo"

Per le evoluzioni della discussione rimando al forum.

lunedì, settembre 17, 2007

Molto pertinente

Leggete la discussione, e fate caso alla famiglia postata e agli errori che genera: ci vuole curiosità e una community come quella di 3D smile.it! cliccate sul titolo del posto per essere ridiretti al link del topic.

venerdì, settembre 07, 2007

Un arco in una parete

Scrivo questo breve tutorial per soddisfare la richiesta di una Newbie che si sta occupando come me di edifici militari dismessi di fine 1800. (Vai Ele!!!)

Una cosa che è molto imporante tenere presente è che in Revit la vera forza non è l amodellazione 3D, ma la possibilità di documentare un oggetto edilizio in modo assolutamente preciso e in qualsiasi momento col giusto grado di definizione, senza dover per questo modellare in tridimensionale i più fini dettagli dell'oggetto da rappresentare, ma procrastinando la loro stesura ad un tempo successivo a quello della modellazione vera e propria.

In particolare voglio affrontare il problema di un'apertura ad arco: è un elemento molto ricorrente nella maggior parte degli edifici antichi, e per tanto è stato per necessità e per curiosità che ho cercato di trovare una soluzione che facesse al caso anche in Revit.

Gli archi sui quali ho avuto occasione di soffermarmi abbastanza per poterli rappresentare, non presentavano tutti le medesime caratteristiche, e per tanto sono giunto a soluzioni alternative che meglio si prestano per la rappresentazione di un determinato oggetto.

Per esempio, per rappresentare un passaggio, il cui intradosso abbia forma di arco sarà sufficente inserire un'apertura che ne ricalca la forma; questo si può ottenere in diversi modi.

1- Si crea una famiglia di porte con le dimensioni e la forma del passaggio e la si importa nel progetto (poi spiego anche questo, mi serve solo per chiarire le possibilità!), così funzionerà come una "vera porta", con etichette automatiche e tutto il resto (è molto utile da tenere presente anche per la visualizzazione degli oggetti);
2- si modifica il profilo del muro, questo consente di ottenere dei risultati molto divertenti ma spesso porta più problemi per quel che riguarda la coordinazione nella fase di documentazione (i profili modificati non sono come le porte! non verranno riconosciuti automaticamente per inservi le etichette di altezza e larghezza);
3- si sottrae un muro fittizio di facciata continua con pannello vuoto, con la forma del passaggio, ma manche in questo caso il lavoro risulta doppio poichè si deve passare per una fase intermedia che è uguale a quella del secondo modo cambiando il profilo di un muro fittizio che si va a sottrarre (direte: "ma che vantaggi ci sono?!?!?", vedrete che può esservi utile in alcune occasioni, per esempio qualora esistano giunti complessi tra pareti non ortogonali o non a tutta altezza, o ancora quando si devono inserire degli elementi tipo griglia, brise soleil, vetri di forma particolare all'interno di pareti esistenti);
4- si sottrae un muro vuoto creato "in place" (sentirete spesso parlare di oggetti in place se usate Revit).

Comincio con l'illustrare il secondo metodo che è il meno appropriato, ma che serve per spiegare anche il terzo, il quale rimanda concettualmente al quarto e mi riservo per ultimo il primo che è il più consono.

Se si seleziona un qualsiasi muro sulla barra delle proprietà apparirà un tasto che renderà possibile modifare il profilo del muro in prospetto o in 3D. Attivandolo si entrerà nell'editor della forma del muro selezionato, che per default è un rettangolo, ma che possiamo modificare a piacere inserendo la sagoma dell'apertura ad arco disegnandola con i comandi linea. Potremmo anche modificare la forma dei lati del perimetro del rettangolo di default ma è bene fare presente adesso che modificando il profilo dei muri si ottengono molto spesso degli effetti indesiderati per quanto riguarda la capacità di calcolare automaticamente i giunti tra le pareti (del resto provate voi ad immaginarvi ad esempio le connessione tra una superficie cilindrica irregolare e una rettilinea in tre dimensioni!). L'unico limite che si impone è che i perimetri che disegnerete siano chiusi (Revit odia i profili aperti e vi avvisa sempre quando qualcosa non va). Questa operazione non è prevista sui muri che hanno andamento curvo.

Terminando la modifica si avrà una parete con la forma dell'aperturra "incorporata", ma questa ad esempio non sarà spostabile o modificabile senza passare dall'editor del muro come si è fatto in precedenza.

Il terzo metodo prevede l'utilizzo di un muro di facciata continua. In una vista di pianta selezionate il comando muro e dal selettore del tipo selezionate un muro facciata continua, cliccate sul tastino delle proprietà, cliccate su modifica/nuovo e poi su duplica, create un muro che chiamerete "vuoto".

Nelle proprietà del nuovo muro, nella sezione parametri del tipo/Costruzione/Pannello di facciata continua, fate scorrere le opzioni fino alla voce "Pannello sistema vuoto: Vuoto", date ok e adesso fate molta attenzione: dovete tracciare il muro vuoto nel muro che deve ospitare l'apertura. Si avete capito bene, dovete come dire sovrascriverlo, e non preoccupatevi dell'avviso che salterà fuori in basso a destra: vi dice che si è verificata un'interferenza tra due oggetti. Ora dovete sottrarre il muro vuoto da quello pieno utilizzando il comando taglia geometria, che si trova a lato dei comandi allinea, dividi, riduci, offset, unisci geometria, disgiungi > taglia geometria.

Ora se vi posizionate su una vista di prospetto noterete che il vostro muro è stato forato da un'apertura rettangolare, che però è un muro e può essere selezionato e spostato, e non solo si può modifcare anche il suo profilo e renderlo a forma di arco. Se la selezione risulta difficoltosa usate il tasto TAB per selezionare ciclicamente gli oggetti vicini al puntatore del mouse. Come per tutti i muri di facciata continua la selezione è una sorta di scatola con i profili tratteggiati e verdi.

Il quarto metodo effettua concettualmente una sottrazione di un muro con un altro muro ma sfrutta il motore geometrico di Revit che permette di creare volumetrie solide o di sottrazione (con alcuni limiti per quel che riguarda la potenza di modellazione, ma del tutto accettabili per gli scopi abituali della rappresentazione architettonica, tenendo conto anche della facilità di utilizzo dei comandi).

Dalla barra di progettazione selezioniamo Modellazione/Crea e poi muri, diamo un nome ad esempio "apertura ad arco" ed entriamo nell'editor delle famiglie in place: un ambiente col quale è bene familiarizzare al più presto (doppio senso latente che Eleanna capirà sicuramente).

La barra di progettazione a sinistra è cambiata poichè si hanno dei comandi specifici; selezionate Vuoti/Estrusione, selezionate come piano di lavoro una faccia del muro che deve ospitare l'apertura ( per fare questo cliccate sul comando imposta piano di lavoro che trovate in alto a sinistra, sopra il selettore del tipo, spuntate seleziona un piano e cliccate col cursore su una faccia del muro).

Ora disegnerete il profilo del passaggio con arco con i consueti comandi linea; fate attenzione alla barra delle proprietà compare un parametro altezza di estrusione (default 0.25 m), questo dice quanto sarà alta l'estrusione che state per fare, tuttavia il parametro è modificabile graficamente tramite controller dinamici di forma triangolare una volta terminata l'estrusione, oppure per quelli che vedono lontano, si possono regolare tramite parametri delle proprietà del tipo di famiglia...ci arriverò un giorno a parlarvene.

Dunque terminate l'estrusione e mettetevi in una vista di pianta: noterete che la vostra estrusione è un solido arancione trasparente. Molto importante: fate in modo che il vostro solido sia un pò più profondo dello spessore del muro al limite uguale (aiutatevi con il comando allinea e fate attenzione ai lucchetti che appaiono: così si mettono i vincoli alla geometria del progetto, questo vi permette di inserire intelligenza in ciò che disegnate). Se terminaste ora il disegno della famiglia in place un messaggio di errore vi avviserebbe che un vuoto non può esistere se non taglia alcun oggetto, così dovete usare finalmente il comando taglia geometria, selezionare il muro di destinazione e poi il vostro muro "vuoto" estruso.

Adesso potete terminare e verificare che il solido è scomparso ma ha lasciato un vuoto al suo posto.
Se l'altezza di estrusione fosse stata inferiore allo spessore del muro avreste fatto una nicchia a forma di arco (a me è servito anche questo).

Per quel che riguarda la prima soluzione vi chiedo di aspettare il prossimo post, poichè è necessario che facciate pratica con i metodi precedenti visto che "si metterà su famiglia" all'esterno del progetto per avere sempre a disposizione un apertura ad arco.

Da qui poi il passo è breve per la comprensione di come si possono realizzare anche archi che sono all'interno della parete, come archi di scarico sopra le finestre, poichè si fa riferimento agli stessi concetti sviluppati per gli archi di sottrazione, ma visti "in positivo".

Il preambolo iniziale è necessario ora per capire a che livello di precisione dovete arrivare a modellare il vostro oggetto: se è veramente complesso, al di là della gratificazione cosmica che vi investirà quando sarete in grado di rappresentare tridimensionalmente quell'oggetto, meglio lasciar perdere una modellazione tridimensionale perfetta, col rischio di non riuscire per le intriseche limitazioni alla modellazione del motore geometrico di Revit, e passare piuttosto a dettagliare a piacere un disegno bidimensionale in cui "la base" è fornita dal 3D.

Alla prossima, ciao Eleanna!

mercoledì, ottobre 11, 2006

Vederci chiaro

Le viste così create saranno presenti nell'elenco del browser di progetto, attivandone una si cambia anche il riferimento del piano di lavoro. Se si seleziona una vista di pianta e poi il tasto proprietà, comparirà un menù contestuale che ne elenca le caratteristiche.
Nei parametri di istanza troviamo le proprietà raggruppate in categorie che sono: grafica,dati identità, estensioni e fasi.

In grafica si trovano:
  • la scala della vista: può anche essere personalizzata, in automatico gestisce le modalità di rappresentazione degli spessori di linea e dei tratteggi, in base alle impostazioni relative al tipo di scala e di dettaglio;
  • la visualizzazione del modello: si può scegliere tra normale (1), sottostante (2) o non visualizzare (3), dove rispettivamente si avrà la vista così come risulta dal modello vista applicato (1), i tratti del modello saranno visualizzati grigi ma ancora selezionabili (2) (utile per la coordinazione fra piani e per la fase di ricalco per la realizzazione di dettagli costruttivi), il modello non sarà visualizzato (3);
  • il livello di dettaglio: corrisponde ai tre gradi di definizione che gli oggetti del modello devono avere (come ad esempio mostrare o meno la stratificazione dei muri o dei solai, aggiungere dettagli agli arredi ecc...la visualizzazione degli oggetti nelle famiglie a diverso dettaglio è definibile dall'utente ma richiede un buon grado di dimestichezza nell'uso dell'editor di famiglie);
  • visibilità : cliccando si apre un ulteriore menù contestuale che riporta in tre diversi tab le categorie degli oggetti presenti nella vista: il modello, le annotazioni, gli oggetti importati. Modificando i parametri presenti in questo menù si diversifica la visualizzazione della singola vista, controllando al meglio la visibilità degli oggetti, rendendoli indipendenti gli uni dagli altri (ad esempio si può decidere di lasciare a livello di dettaglio alto gli arredi indipendentemente dal livello di dettaglio della vista, oppure si può decidere di nascondere le linee delle scale e delle ringhiere oltre la linea di taglio semplicemente deselezionandole). E' possibile dunque controllare la visibilità degli oggetti, il tipo di linea di quando sono visti in proiezione o quando sono sezionati (spessore, colore e modello di linea), è possibile visualizzare a mezzi toni una determinata categoria di oggetti e specificarne anche il livello di dettaglio proprio. Gli elementi contrassegnati “Da categoria” sono regolati con le impostazioni definite nell'elenco degli stili degli oggetti, richiamabile con l'apposito pulsante all'interno del menù, e in qualsiasi altro momento dal menù a discesa Impostazioni. Nell'elenco degli stili degli oggetti compaiono di nuovo i tre tab delle categorie di oggetti del modello, ma stavolta sono controllabili gli spessori di linea di proiezione e di taglio (al massimo 16 spessori da impostare preventivamente dal menù a discesa Impostazioni/Spessori di linea e da relazionare alla scala di rappresentazione), il colore e il modello di linea (da impostare preventivamente dal menù a discesa Impostazioni/Modelli di linea, se ne possono creare di personalizzati attraverso un semplice editor tenendo presente però che in Revit, a differenza di Autocad, i punti, che sono convenzionalmente indicati con un tratto di lunghezza pari a “0”, hanno in realtà una lunghezza minima fornita in automatico), per gli oggetti del modello anche il materiale da associare durante il fotorendering, di cui ci si occuperà meglio in seguito. Cliccando ok o annulla si ritorna al menù precedente che permette di controllare la visibilità degli strati di un muro o di una soletta sezionata (spessore, colore e modello di linea), e ancora il colore dei motivi di sezione e di superficie del modello ( i tratteggi associati agli oggetti muro, soletta e controsoffitto).
  • Stile grafica modello: controlla l'ombreggiatura ( e non la proiezione delle ombre) nella vista. Esistono quattro diversi tipi di ombreggiatura: la wireframe o a “fil di ferro” utile per la modellazione tridimensionale di oggetti la cui geometria risulta troppo complessa per essere compresa con uno degli altri tipi di vista; l'ombreggiatura linee nascoste (in bianco e nero); ombreggiata senza bordi che introduce i colori e le ombre proprie, ma tralascia i motivi di superficie e di sezione, inclusi gli spigoli degli oggetti; ombreggiata con bordi come il precedente tipo di ombreggiatura ma con i motivi di superficie e sezione, permette di ottenere ottimi risultati per i prospetti se integrata con la proiezione delle ombre.
  • Grafica modello avanzata: controlla i parametri di proiezione delle ombre e di stile di grafica del modello. Spuntando Proietta ombre, e in base allo stile di grafica selezionato sarà possibile modificare l'intensità del sole (che incide sui colori) e l'intensità di ombra (da trasparenti a nero), diventa anche selezionabile il tasto con la freccia verso il basso che apre il menù contestuale delle impostazioni sole e ombre. E' possibile creare delle impostazioni personalizzate scegliendo il luogo dove è situato il progetto attraverso le coordinate geografiche, la data e l'ora. A questo proposito sarà importante l'orientazione reale del progetto che può differire da quella della vista, ma che ha ripercussioni notevoli sull'illuminazione degli ambienti progettati e della proiezione delle ombre. E' possibile anche proiettare le ombre in modo convenzionale a 45° rispetto alla vista (le ombre sono proiettate sino alla quota del piano terrestre). Si possono sostituire graficamente le linee del modello che proiettano le ombre con sostituisci silhouette.
  • Sottostante: si può scegliere fra un elenco di viste di pianta che verranno visualizzate in grigio (e che quindi non rientrano nella stampa di quella vista);
    orientamento sottostante: permette di scegliere tra pianta e controsoffitto della vista sottostante;
  • Orientamento: permette di scegliere fra Nord reale e Nord di progetto. La differenza è importantissima poiché la correttezza di questo parametro renderà validi gli studi sulla proiezione delle ombre e dell'illuminazione degli ambienti. Molto spesso risulta più comodo lavorare con le viste parallele alle direzioni principali del modello: Revit utilizza l'orientamento di default (per farla semplice la parte alta di una vista di pianta è il Nord, la parte bassa è il Sud, ecc... infatti i simboli dei prospetti che compaiono all'inizio in una vista di pianta rispecchiano questo assunto), che per motivi legati al posizionamento e alla forma del modello fanno si che le operazioni di modellazione possano non risultare agevoli. Per ovviare a questo inconveniente possiamo ricorrere all'utilizzo del Nord reale come riferimento, di modo che si possa ruotare poi la vista nella direzione più comoda per la modellazione. Per prima cosa assicuriamoci che la vista corrente sia una vista di pianta, nel parametro orientamento deve essere selezionato Nord reale; attivare la vista cliccando nell'area bianca predisposta al disegno (potrà sembrare banale ma è il principale errore che si commette nell'eseguire questa operazione, infatti se non si clicca nell'area di disegno attivandola, tutta una serie di comandi risulterebbero non selezionabili); successivamente dal menù a discesa Strumenti / Posizione-Orientamento progetto si selezioni Ruota Nord reale: comparirà il fulcro associato all'operazione di rotazione, e nella barra delle proprietà si potrà inserire il valore di rotazione rispetto a Est o ad Ovest che contraddistingue il Nord reale. Questa operazione non fa nient'altro che ruotare la vista corrente dell'angolo appena inserito (per via numerica o graficamente) ma in senso opposto. C'è anche un altro modo per orientare la vista come più ci è comodo, basato sulla rotazione della cosiddetta “regione di taglio”. Ogni vista possiede una regione di taglio che rappresenta il campo entro il quale tutti gli oggetti che vi ricadono risultano visibili. Per mostrare la regione di taglio sarà sufficiente cliccare sull'apposito tasto posto in basso a sinistra della finestra attiva, accanto agli occhialini. Viene visualizzata una finestra dal bordo nero (come le finestre del layout in Autocad), modificabile nelle dimensioni e proporzioni, ma non nella forma che rimane sempre rettangolare. La regione di taglio è un oggetto di Revit, associato alla vista, ma è possibile ruotarla come un qualsiasi altro oggetto solo per le viste di pianta. Cliccando sul bordo della regione di taglio, la si seleziona e compaiono dei grip rotondi al centro dei lati (grazie ai quali è possibile ridimensionare la regione di taglio) e dei simboli di interruzione disposti simmetricamente rispetto ai grip (se vengono attivati permettono di creare una regione di taglio complessa composta da due sotto-regioni dipendenti, le quali possono essere spostate e a loro volta suddivise in sotto-regioni; l'operazione è reversibile riaccostando le due sotto-regioni). Grazie a questa funzionalità risulta possibile individuare dei nodi nel modello e rappresentarli vicini (ad esempio i due estremi di una sezione trasversale) operando direttamente sul modello e non dovendo ridisegnare ogni parte con l'onere di mantenere tutti i disegni aggiornati; è possibile spostare la regione di taglio, “inquadrando” parti differenti del modello; è possibile copiare la regione di taglio creando dei livelli temporanei all'interno del browser di progetto; infine è possibile ruotare la regione di taglio facendo attenzione che la rotazione va inserita con senso opposto a quello che si vuole ottenere poiché viene ruotata la vista e non il modello! Ogni volta che viene ruotata in questo modo, il parametro orientamento della vista attiva si aggiorna automaticamente in Nord di progetto, qualsiasi sia l'entità della rotazione e per un numero di rotazioni qualsiasi. Se precedentemente si era cambiato il parametro del Nord reale questo sarà fisso e potrà essere recuperato in ogni momento dal menù a discesa Impostazioni / Gestisci luogo e posizioni nella tab Posizioni; nella tab Luogo si possono inserire le coordinate geografiche del sito di progetto. Questa attenzione particolare al corretto orientamento del modello è dovuta anche al fatto che Revit mette a disposizione un formato di file esportabile che viene utilizzato da programmi che forniscono analisi sulla dispersione di calore degli edifici (gbXML), sottolineando ancora una volta la grande potenzialità offerta dalla piattaforma Revit per far comunicare con lo stesso software tutti i protagonisti del processo edilizio, economizzando costi e tempi di progettazione e gestione.
    Visualizzazione giunti dei muri: in Revit i muri vengono raccordati automaticamente seguendo delle regole interne molto semplici da comprendere, ma talvolta possono restituire risultati indesiderati. Quando si tratteranno meglio i muri si approfondiranno i concetti alla base delle giunzioni. Per il momento dobbiamo considerare che i muri possono essere raccordati e che la visualizzazione della superficie di separazione tra muri di tipo differente può essere evidenziata o meno agendo su questo parametro.
  • Disciplina: consente di visualizzare tutti gli elementi tridimensionali con determinate caratteristiche. Nella release 9 questo strumento è stato ampliato consentendo di isolare oltre agli elementi con funzione portante (strutturale), anche quelli dell'impianto elettrico e meccanico. Di default questo parametro è impostato su architettonico, consentendo di visualizzare tutti gli oggetti.

In dati identità si trovano:
  • Nome vista: il nome che compare nel browser di progetto;
  • Titolo sulla tavola: Revit consente di organizzare le tavole in modo molto simile a come avviene per i layout di Autocad. Quando è caricata un'etichetta di titolo, ogni volta che si inserisce una vista in una tavola potranno comparire automaticamente il titolo della vista, la scala di rappresentazione ecc...
  • Tavola di riferimento: tiene traccia della tavola in cui la vista è inserita; è bene sottolineare che in Revit è possibile utilizzare una vista una sola volta nelle tavole, per potere inserire quindi una vista identica occorrerà preventivamente duplicarla; viene aggiornata automaticamente. Per creare una tavola cliccare su Visualizza / Nuovo / Tavola e selezionare un formato. Per inserire una vista nella tavola trascinare il nome della vista dal browser di progetto all'interno della vista attiva. Si sarà notato che quando una vista viene inserita in una tavola compaiono nuovi parametri all'interno delle proprietà della vista, come Numero di dettaglio (ad ogni vista nella tavola viene associato un numero di dettaglio univoco), Rotazione della vista nella tavola (nessuno, più o meno 90°), il nome e il numero della tavola in cui la vista è inserita. Si crei una nuova tavola e una vista di dettaglio della pianta, ad esempio da Visualizza / Nuovo / Dettaglio, tracciando un rettangolo del campo di vista. Nel browser di progetto comparirà questa vista di dettaglio. Se la si inserisce nella nuova tavola e si controllano le sue proprietà si noterà che i parametri Tavola di riferimento e Dettaglio di riferimento sono automaticamente aggiornati e si riferiscono alla tavola e al numero di dettaglio della vista di pianta.
  • Modello di vista: è quell'insieme di regole di visualizzazione che si possono assegnare alle viste e che permettono di controllare simultaneamente e in una sola volta molteplici parametri di grafica della vista. I modelli vista si possono creare o modificare da Impostazioni / Modelli vista, creandone di personalizzati o modificandone di esistenti. E' inoltre possibile arrivare per tentativi alla combinazione dei parametri di grafica su una vista, agendo sui singoli parametri dalle proprietà, e poi salvare il tutto come modello vista semplicemente cliccando con il tasto destro sul nome della vista modificata nel browser di progetto e selezionando Crea modello vista dalla vista. Il menù contestuale appena richiamato si differenzia per ogni tipo di vista (pianta, prospetto ecc...).

In estensioni si trovano:
  • Regione di taglio: permette di limitare il campo di vista;
  • Regione di taglio visibile: consente di vedere i bordi della regione di taglio;
  • Intervallo di visualizzazione: questo parametro è fondamentale per quel che riguarda la visibilità degli oggetti in Revit. Si è già detto che le viste di pianta hanno necessariamente un livello associato ed è da questo che partono i riferimenti che troviamo nella finestra dell'intervallo di visualizzazione. Nell'intervallo primario si può regolare l'altezza del piano di taglio dal livello associato (una sorta di linea vergine), la parte inferiore (che deve essere necessariamente più bassa dell'altezza del piano di taglio) e la parte superiore (analoga a quella inferiore). Esiste la possibilità di avere le profondità della vista illimitate (come avviene di default per le viste di controsoffitto) dove occorre solo impostare l'altezza del piano di taglio. La profondità della vista vera e propria si può estendere a scelta tra il livello associato, la parte inferiore e una profondità illimitata. Si può regolare l'altezza della profondità, ma deve risultare più bassa dell'altezza della parte inferiore dell'intervallo primario. Con un po' di pratica questi concetti diverranno più naturali.
  • Livello associato: è assegnato automaticamente al momento della creazione della vista.
  • Riquadro di definizione: se si crea un riquadro di definizione dalla barra di progettazione Disegno e lo si assegna al parametro della vista, si ottiene un riferimento che controlla in modo molto semplice la regione di taglio e i parametri di profondità. Questo strumento può essere disegnato solo nelle viste di pianta e utilizzato nelle vite bidimensionali. Infatti tracciando il rettangolo in pianta è come se si tracciasse la regione di taglio, per modificare il riquadro di definizione si devono usare i controlli di trascinamento, per ruotarlo basta agire sul controllo posto nel vertice del parallelepipedo che si vede meglio nella vista 3D del modello. Le proprietà del riquadro di definizione consentono di cambiare il nome al riquadro per crearne diversi e poter facilitare l'operazione di associazione alle viste, e consente di cambiare le viste in cui è possibile visualizzarlo e modificarlo.

In Fasi si trovano:
  • Filtro delle fasi: una funzionalità potentissima di Revit è quella che permette di visualizzare le fasi di costruzione del progetto. Di per sé è un'operazione che richiederebbe sforzi notevoli di coordinazione, particolarmente insidiosa se ci si trova a dover operare in un gruppo di progettazione in cui più progettisti lavorano sullo stesso disegno. Revit ha il pregio di renderla davvero semplice, attraverso l'uso delle fasi. Di default esistono due tipi di fasi: stato di progetto e stato di fatto. In ogni fase esistono poi quattro tipi di oggetti da visualizzare che sono: nuovi (realizzati in quella fase), esistenti (creati precedentemente a quella fase), demoliti (in quella fase), temporanei (creati e demoliti in quella fase). Dal menù a discesa Impostazioni / Fasi di lavoro si possono controllare il numero, i nomi, la successione delle fasi; la visualizzazione di ogni categoria di oggetti, così come suddivisi precedentemente, per ogni filtro delle fasi (quindi si può scegliere di non visualizzare gli oggetti, di rappresentarli per categoria come stabilito nella tabella degli stili degli oggetti, oppure con la sostituzione grafica nella scheda successiva); la sostituzione grafica degli oggetti regola gli spessori di linea, il colore, il modello e i materiali degli oggetti. I filtri delle fasi permettono quindi di regolare la visualizzazione dell'aspetto temporale del modello e del progetto inteso come flusso di operazioni, permettendo di realizzare delle istantanee personalizzabili dell'intero processo edilizio. Questo è possibile perché gli oggetti di Revit hanno due proprietà che definiscono la fase di creazione e quella di demolizione, per mezzo delle quali si controlla la “vita” degli oggetti all'interno del progetto. Va da sé che le fasi si possono applicare anche agli abachi, che sono anch'essi delle rappresentazioni del database del modello e che quindi risentono in tempo reale degli aggiornamenti del modello nelle diverse fasi. La facilità con cui si possono realizzare tavole comparative negli interventi di recupero dell'edilizia esistente, lascia intendere che ci si sta orientando, a livello di piattaforme software dedicate al disegno tecnico, al modo di pensare del progettista che vede un prima e un dopo, tiene sotto controllo l'esecuzione dell'intervento già dalla fase progettuale delegando la fase di disegno e aggiornamento al software, eliminando in blocco gli errori di mancata coordinazione fra disegni diversi di fasi diverse, insieme alla garanzia di corrispondenza fra tutti i disegni nella stessa fase (piante, sezioni, prospetti ecc...).
  • Fase: permette di scegliere quale fase visualizzare, e quindi uno specifico riferimento temporale. In funzione del filtro applicato e dei parametri di creazione e demolizione degli oggetti presenti, gli oggetti saranno rappresentati diversamente.

Se si analizzano le proprietà degli altri tipi di vista, per esempio dei prospetti o delle viste tridimensionali, si noterà che gran parte delle proprietà delle viste di pianta si ripetono e salvo qualche piccola differenza sono pressochè identiche e del tutto assimilabili.
Può risultare necessario modellare il progetto avendo sotto controllo diverse viste contemporaneamente, ad esempio piante e prospetti per verificare il migliore inserimento delle aperture. Per farlo basterà assicurarsi di aver aperto le viste di cui c'è bisogno almeno una volta, e dal menù a discesa Finestre selezionare Affianca. Se le finestre aperte sono più di quelle necessarie si potranno chiudere quelle in esubero e ripetere il comando. Si sarà anche notato che nel menù Finestre è presente un elenco delle viste aperte dall'inizio dell'apertura del file (se avete seguito i passaggi fino a qui, almeno cinque o sei). Per migliorare le prestazioni di Revit è buona norma selezionare Finestre / Chiudi finestre nascoste, infatti è come se aveste disponibile un determinato disegno sulla scrivania, che vi ingombra spazio anche se non lo state guardando in quel momento.
Può risultare necessario nascondere temporaneamente alcuni oggetti all'interno della vista (ad esempio dei muri o delle aperture), per fare ciò basterà selezionare gli occhialini nella barra della vista posta in basso a sinistra della finestra attiva, infatti, dopo aver selezionato un oggetto, sarà possibile isolarlo, nasconderlo o fare le stesse cose alla sua categoria di appartenenza. In questo modo però non si elimina dalla vista l'oggetto in questione, ma lo si nasconde semplicemente, come conseguenza diretta si ha che gli oggetti temporaneamente nascosti verranno ugualmente stampati; se si vuole escludere alcuni oggetti si dovrà passare dai parametri di visibilità della vista.
Un'altra interessante funzionalità è quella che permette di orientare una vista tridimensionale secondo un'altra vista esistente: è il modo più semplice per realizzare spaccati assonometrici e prospettici. Basterà attivare la vista tridimensionale, cliccare nell'area della vista attiva, selezionare Visualizza / Orienta su vista. In questo modo viene introdotto un riquadro di sezione ( e non di definizione) nella vista tridimensionale, orientato secondo una particolare vista bidimensionale. Nelle proprietà della vista tridimensionale è sempre possibile disattivarlo e se selezionato consente di essere modificato con i controlli di trascinamento.

Essere ad un livello superiore

Per rimanere nell'ottica dell'approccio “orizzontale” a Revit, prepariamo il file del modello in modo che sia organizzato con riferimento a come pensiamo che debba essere realizzato il nostro progetto; una buona cosa è stabilire dei piani di riferimento in altezza, come il piano di calpestio alle diverse quote dei solai o la quota di gronda. Per fare questo dovremo introdurre dei livelli.
Esiste un apposito comando nella barra di progettazione fondamentali che però se si è in una vista di pianta risulta non selezionabile: infatti i livelli si possono creare solamente da viste bidimensionali verticali come i prospetti e le sezioni. Quindi apriamo una vista di prospetto qualsiasi dal browser di progetto e selezioniamo il comando livello. Questo comando ci permette di tracciare un piano orizzontale che ha un nome di riconoscimento e che può essere utilizzato come riferimento per gli oggetti di Revit.
E' importante ora sottolineare come a un livello sia associabile una vista di pianta, infatti la vista di pianta associata e il livello sono correlati ma diversi: senza il livello non esisterebbe la pianta, ma può esserci un livello senza alcuna vista di pianta associata. Per riconoscere un livello con vista di pianta associata sarà sufficiente verificare che il suo contrassegno sia di colore blu, in particolare con il comando livello utilizzato precedentemente si ottengono per default livelli con viste di pianta associati, ma si può decidere quale pianta associarvi controllando le opzioni che compaiono nella barra delle proprietà appena sopra alla finestra attiva. Se si crea un nuovo livello senza alcuna vista di pianta associata, il suo contrassegno sarà nero. Questo è quello che succede ogni volta che, ad esempio, si copia un livello esistente: viene copiato solo il livello e quindi se si vuole che appaiano le viste di pianta associate nel browser di progetto si dovrà procedere in uno dei seguenti due modi: dalla barra di progettazione Visualizza scegliere se si desidera creare una pianta del pavimento o del controsoffitto, nella finestra successiva si potrà selezionare il livello a cui la vista di pianta sarà associata. L'altro modo è pressochè identico, dal menù a discesa Visualizza / Nuovo scegliere la pianta del pavimento o del controsoffitto ecc...
I menù a discesa contengono le stesse funzioni delle barre di progettazione e anche qualcosa in più che si avrà modo di esaminare in seguito.

Sapersi muovere

Il browser di progetto

Analizzando prima di tutto il browser di progetto ci rendiamo conto di come funziona la navigazione all'interno dell'ambiente Revit: sono presenti delle viste che sono raggruppate per tipologia (viste di pianta del pavimento o del controsoffitto, prospetti) e qui si tiene traccia delle altre viste bidimensionali che si creeranno, come ad esempio le sezioni. Anche se il file è appena stato aperto, il simbolo “+” posto a sinistra del nome del gruppo di viste indica che ne sono presenti alcune per default.A proposito di default, è giusto premettere che le impostazioni di default sono completamente personalizzabili dall'utente attraverso l'utilizzo di un file .rte (che sta per template, ossia il modello di riferimento) che viene aperto all'inizio da Revit e che può contenere, ad esempio, una serie di tavole già impostate, uno o più stili di quota personalizzati, un certo numero di livelli e viste di pianta associate, indicazioni sulle visualizzazioni degli oggetti all'interno di ogni singola vista, elenchi dei componenti edilizi, legende, e ancora famiglie di oggetti specifici, gruppi ecc...Insomma tutto quello che può servire ai fini della creazione e rappresentazione del modello può essere preimpostato a nostro piacimento.

Con un po' di esperienza alle spalle ci si potrà quindi impegnare un paio d'ore a definire il template che più soddisfa le nostre esigenze nei minimi particolari e salvarlo con nome con estensione .rte; sarà poi sufficiente andare sul menù a discesa Impostazioni / Opzioni e scegliere la posizione del file di modello di default. Questo permetterà di ottimizzare al massimo l'utilizzo del programma secondo le vostre esigenze e di lasciarvi concentrare sulla progettazione.

Tornando al browser di progetto, si trovano delle legende (ossia delle viste particolari che possono essere utilizzate per elencare degli oggetti di categoria simile, come ad esempio una legenda dei tipi di muro o dei tipi di finestre presenti nel modello, potendo così indicare con etichette un tipo di porta o di finestra, fornendo oltre alle dimensioni informazioni sul tipo di finitura, del produttore ecc...); Di nuovo un tipo di vista molto interessante per le potenzialità che offre è quello dell'abaco: un elenco ordinato degli oggetti e delle categorie presenti nel modello, che si aggiorna in tempo reale, utilissimo per realizzare computi metrici e tabelle da inserire nelle tavole contenenti ad esempio i locali del modello con le superfici e i volumi.
Vi è poi un elenco delle tavole di progetto (molto simili alle finestre di layout in Autocad), un elenco delle famiglie che, come vedete dai nomi, rappresentano grandi categorie generali di oggetti da utilizzare nel modello, e in fine i gruppi (i cugini lontani dei blocchi di Autocad).

Quando si sviluppa un progetto è molto probabile che la quantità delle viste o delle tavole prodotte salga velocemente e non ci si riesca più ad orientare facilmente al loro interno, senza contare poi che gli stessi file possono essere utilizzati da operatori diversi e che quindi possono non avere confidenza con le convenzioni dei nomi usate da chi ha redatto il modello.

Per questo il browser di progetto è personalizzabile attraverso le sue proprietà. Infatti in linea generale ogni componente edilizio, ogni vista presente nel file di Revit, è da intendersi come un oggetto con proprietà e caratteristiche direttamente modificabili dall'utente attraverso l'utilizzo del selettore del tipo, del tasto di proprietà , dal menù contestuale che appare cliccando sul nome di una vista o su un oggetto con il tasto destro.
Cliccando nel browser di progetto apparirà nel selettore del tipo il
nome del modello di visualizzazione utilizzato correntemente: di default è Browser viste - tutto (è interessante la sintassi : Famiglia - tipo, è presente in ogni oggetto o vista di Revit). Questo non è l'unico, ne esistono altri che sono modificabili a differenza di “tutto”. In linea generale quando si opera con le proprietà di un tipo di oggetto è sempre bene eseguire una copia, per questo è a disposizione il tasto Duplica ; creando un nuovo tipo è possibile modificare i parametri che lo caratterizzano.Nel caso delle viste del browser, selezioniamo dal menù a discesa il tipo Comparativa e lo duplichiamo rinominandolo ad esempio “scala di rappresentazione”; poi cambiamo i parametri delle proprietà di visualizzazione dello schema del browser.Sotto Cartella impostiamo i parametri di raggruppamento delle viste da prima per Scala della vista, e successivamente per Tipo e Famiglia (così, ad esempio, le piante saranno con le piante e i prospetti con i prospetti), ordinandole per scala vista.

In questo modo le viste con scala di rappresentazione differente saranno raggruppate e messe in ordine per facilitare la navigazione. Attraverso i filtri è possibile includere o escludere dal browser oggetti e viste scegliendo opportunamente i parametri disponibili.Per tornare alla visualizzazione iniziale, basterà scegliere dal selettore del tipo Browser viste – tutto.

Quando una vista è stata creata, questa può essere duplicata e rinominata, quindi la si può utilizzare per definire altre informazioni, cambiare scala di rappresentazione e così via, con il vantaggio di poter apportare modifiche al modello in una qualsiasi delle viste e ottenere l'aggiornamento in tempo reale di tutte le altre. E' importante a questo proposito notare che le viste dipendono dal modello, ma le viste sono tra loro indipendenti. In particolare gli elementi bidimensionali come le linee, le quote, i tratteggi appartengono alla vista specifica in cui sono stati creati e non sono quindi visibili in tutte le viste
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Perchè Revit

Dice il saggio:”anche la marcia più lunga comincia sempre con il primo passo”.

Anche nel mondo del disegno architettonico si può estendere questo concetto, cioè si deve sottolineare che da qualche parte bisogna pur cominciare; spetta poi ad ognuno di noi definire la sua “andatura”. E' anche vero però che un buon inizio può agevolare, e quello che ritengo sia più importante è l'approccio curioso alla novità, per non farsi fermare dalle difficoltà che naturalmente si possono incontrare, soprattutto nelle fasi iniziali dell'apprendimento di un software come Revit Building.

Innanzitutto è bene precisare che si tratta di un software BIM, che sta per Building Information Modeling (ossia un modello di informazioni edilizie), diverso dal suo fratello maggiore il CAD (Computer Aided Design – disegno assistito al computer), diverso sia nella struttura costitutiva, sia nella modalità di utilizzo da parte dell'utente.

Chi come me ha seguito il percorso tradizionale di studi per la professione di Architetto o Ingegnere avrà cominciato coll'imparare il disegno tecnico “a riga e squadra”, grazie al quale ha imparato a conoscere i metodi convenzionali di rappresentazione degli oggetti edilizi e la documentazione grafica necessaria per la stesura di un progetto edilizio (seppur semplice).

Lo stadio successivo è stato quello di imparare a conoscere uno strumento ormai diffusissimo al punto di rappresentare uno standard riconosciuto a livello internazionale per lo scambio di disegni elaborati al computer che è Autocad. Questo software, con successivi miglioramenti per quel riguarda l'usabilità dei suoi comandi, è arrivato ad essere il più importante strumento di rappresentazione degli oggetti edilizi, ma semplicemente trasferendo il processo di disegno manuale dal foglio di carta allo schermo del computer: quindi una sorta di tecnigrafo infinitamente preciso e rapido, ma ancora legato ai lucidi da disegno da sovrapporsi (i layers), allo spessore dei pennini per la stampa,e che obbliga ancora ad una verifica continua della corrispondenza di tutti gli elaborati prodotti.

In parole povere, per quel che riguarda l'approccio alla progettazione, non si è cambiato molto rispetto al disegno manuale: si ha un'idea, la si sviluppa e la si concretizza attraverso delle linee, per stadi successivi di revisioni e verifiche si arriva alla stesura finale.
Con il BIM è cambiato l'approccio alla progettazione, rendendolo più vicino al processo ideativo: quando in un disegno di una pianta vediamo due linee parallele che indicano una parete, noi compiamo un processo di associazione nella nostra mente che ci porta a pensare che quelle due linee stiano ad indicare una parete. Ma per il software CAD con cui è stata disegnata la pianta quelle rimangono due linee con delle proprietà ben definite (numero dell'identità dell'oggetto, colore , punto di inizio, punto di fine, layer di appartenenza, spessore di linea, tipo di linea, ecc...).
Per il BIM è diverso: quando tracciamo una parete in pianta, creiamo un oggetto che avrà le caratteristiche di una parete come noi le intendiamo (un inizio e una fine, uno spessore, un'altezza, degli strati costitutivi con i loro spessori, un materiale per le finiture, ecc...).
Questo è possibile perché il BIM si basa sul principio per il quale un organismo edilizio è costituito da oggetti edilizi facilmente codificabili in termini di caratteristiche tipologiche e funzionali, e che tra ciascun oggetto edilizio esiste una relazione reciproca; se riconduciamo ogni componente edilizio che costituisce ad esempio una casa, in un elenco ordinato, otterremo un insieme di dati che possiamo dire rappresentare la casa stessa (non perchè semplicemente accostando dei componenti si ottenga un organismo edilizio, ma perchè si dispongono i componenti secondo relazioni precise, ordinate).
L'enorme vantaggio è quello innanzitutto di progettare ( e non rappresentare solamente) con gli elementi propri del costruire, con la facilità con cui si pensa all'idea. L'insieme di dati che costituisce così il progetto ( che impareremo a chiamare modello), deve solo essere rappresentato nei modi convenzionali. Infatti nel BIM una pianta o una sezione non sono altro che rappresentazioni aggiornate in tempo reale del modello. Non solo, anche un computo metrico è una sorta di rappresentazione del modello come lo sono le assonometrie o i prospetti.

Adesso la domanda è: ma perchè proprio Revit? Infatti sul mercato esistono diverse piattaforme BIM (ad esempio All Plan di Nemtscheck, Triforma di Bentley, Archicad di Graphisoft per citare le più famose). Revit è la risposta BIM di casa Autodesk, la stessa di Autocad, un'azienda che si è imposta come standard, e che ha fatto del formato .dwg quello più diffuso.
I vantaggi di un software della stessa casa produttrice sono senz'altro la completa compatibilità e interoperabilità dei formati dei file, inoltre il sistema di convenzioni adottato per i simboli e la sintassi dei comandi di utilizzo sono gli stessi; in un'ottica di mercato in cui la casa produttrice ambisce a detenere il monopolio in questo settore, si cerca di offrire un pacchetto di prodotti che, se usati insieme, si integrino nel migliore dei modi. Da qui segue la scelta di usare Revit Building.

Ora la cosa più difficile è abituarsi ad un altro ambiente di lavoro, che in virtù delle caratteristiche costitutive è differente da quello di Autocad.
C'è una barra degli strumenti standard: File, Modifica, ecc...come in tutti i software per Windows; una barra di visualizzazione che permette di spostarsi all'interno dell'ambiente per osservare il modello; una barra di modifica con i comandi per manipolare gli oggetti, per copiarli, spostarli, ecc..; una barra degli strumenti propri dell'ambiente Revit con dei comandi simili a quelli in Autocad per il disegno come cima, taglia, dividi, che però sono chiamati in modo differente e funzionano anche in modo leggermente diverso a causa del fatto che si usano per oggetti bi- e tridimensionali (uno su tutti il comando allinea, al quale difficilmente saprete rinunciare, quando vi capiterà di riutilizzare Autocad). Vi è ancora una barra delle proprietà che ospita un menù a discesa: il selettore del tipo (per esempio si pensi a due muri di spessori diversi, quando vogliamo tracciare un muro dobbiamo scegliere quale spessore utilizzare attraverso il selettore del tipo; ciò che è importante è che grazie al selettore del tipo si può in qualsiasi momento cambiare la scelta fatta precedentemente). A seconda dell'oggetto che si crea o si seleziona,o del comando che si sta eseguendo, compariranno indicazioni diverse e opzioni collegate all'operazione in corso. Insieme alla barra di stato posta in basso, è la barra che interessa di più il dialogo con l'utente, durante l'esecuzione dei comandi e la creazione di oggetti. In verticale a sinistra ci sono la barra di progettazione, che raccoglie tutti gli elementi utili per definire il modello e le viste per rappresentarlo, per disegnare dettagli costruttivi e realizzare fotorendering.
A lato c'è il browser di progetto, ossia un percorso organizzato che permette di muoversi agilmente nel modello, dove sono elencate le viste di progetto, gli oggetti raggruppati in famiglie ecc..., una sorta di indice del modello. Il grande spazio bianco è l'ambiente in cui si può disegnare il modello, la vista attiva. Nell'angolo in basso a sinistra ci sono dei comandi di visualizzazione propri della vista attiva (come ad esempio la scala di rappresentazione, la visualizzazione a dettaglio basso/medio/elevato, la proiezione di ombre ecc...).

Il consiglio è quello di prestare molta attenzione, soprattutto alle prime esperienze, a come cambiano le diverse barre di progettazione in funzione di ogni operazione che si svolge.
Si deve tenere a mente che ciò che viene disegnato in due dimensioni è quasi sempre tridimensionale, per cui si deve conoscere al momento della sua definizione anche l'altezza (o la profondità) che questo deve avere, risparmiando fastidiose perdite di tempo in seguito per cercare di sistemare errori facilmente evitabili con poco sforzo al momento della creazione degli oggetti.
E' anche vero però che partendo con un “approccio orizzontale” all'utilizzo di Revit (quindi senza considerare l'altezza), ci si può impadronire più rapidamente di gran parte dei comandi e, solo per le prime volte, differire a un secondo momento la definizione dell'altezza.