martedì, gennaio 05, 2010

Video tutorials Revit 2009

Come segnalato sul blog Revit Structure Learning Curve rimando ai 20 link di altrettanti video tutorial che spiegano come poter lavorare in Revit utilizzando in modo appropriato gli strumenti a disposizione.
Autore: Bill Knittle, Synergis Building Solutions

01_Creating a View Parameter to Organzie the Project Browser.wmv
02_Creating a New Browser Type to Organize the Project Brows.wmv
03_Creating View Templates to Organize the Project Browser.wmv
04_Creating a View List to Organize the Project Browser.wmv
05_Selecting Elements using the TAB Key.wmv
06_Selecting Elements using the Filter Selection Button.wmv
07_Selecting Elements using the CTRL and SHIFT Keys.wmv
08_Selecting Elements using the SPACEBAR.wmv
09_Selecting Elements using the SI Tools.wmv
10_Collaborating using Purge Unused.wmv
11_Collaborating using Copy or Monitor.wmv
12_Using Copy to Clipboard and Paste Aligned to Views by Nam.wmv
13_Using Copy to Clipboard and Paste Aligned to Current View.wmv
14_Accurate Details using Complex Modeling Techniques.wmv
15_Accurate Details using Simple Tools.wmv
16_Reinforcement made easy with the Extensions for Revit Str.wmv
17_Creating a Typical Detail Library with Drafting Views.wmv
18_Creating Typical Details using Insert from File.wmv
19_Accessing the Split Wall with Gap Tool.wmv
20_Accessing and Modifying the Keyboard Shortcuts.wmv

Nel caso doveste avere dei problemi nel visualizzare i tutorial provate ad installare il video codec TSCC.

giovedì, dicembre 24, 2009

Ecotect

Ringrazio Gioda per la segnalazione sul suo blog degli incontri Autodesk per la presentazione di Ecotect.
Il programma è molto valido e lo seguo da quando era ancora della Square One.
Trovo che sia molto interessante per le opportunità che apre in fase di progettazione sul controllo dell'edificio e della sua forma, e non solo: un passo decisivo verso la progettazione integrata.
Dev'essere di stimolo per tutti coloro che si affacciano al problema della gestione del sistema edificio-intorno ed edificio-impianti.
Un treno (in orario) di auguri per tutti.

sabato, ottobre 17, 2009

Facciate continue puntuali


Tratto da www.revitforum.it

Accedendo all'area download potrai scaricare gratuitamente le librerie per Autodesk Revit, la relativa documentazione e i video-tutorial messi a disposizione dalla C.G.C. Tech Srl.
Le librerie in formato Autodesk Revit 2010 comprendono:
  • Cinque tipologie diverse di spider, di note aziende produttrici, ognuna nelle varie versioni ad uno, due, tre o quattro bracci.
  • Tre diverse staffe di fissaggio completamente parametriche nelle dimensioni e comunque modificabili e/o personalizzabili liberamente dall'utente.
  • Cinque tipologie di montanti realizzate tramite profili parametrici per ottenere le dimensioni dei principali produttori in commercio; liberamente modificabili dall'utente per ottenere nuove tipologie.
  • Tre tipologie di vetri parametrizzati per ottenere le principali dimensioni in commercio e relative famiglie per i giunti in silicone.
Tutte le famiglie hanno degli speciali parametri che consento un veloce computo dei materiali tramite gli abachi già predisposti.
Ogni oggetto è costruito utilizzando delle apposite sottocategorie in modo da poterne controllare l'effetto grafico in stampa fino al minimo dettaglio.
Per migliorare le prestazioni è stata integrata una speciale grafica wire-frame a basso livello di dettaglio che comunque è essenziale anche per stampe a grande scala.

http://www.cgctec.it/

domenica, aprile 26, 2009

Collegamenti e workset (file linking and worksets)

E se il file collegato contenesse dei workset? quando si attivano i workset compare una scheda apposita come per le varianti proprio per poter gestire meglio il modello con queste collezioni di oggetti che sono i workset e suddividere il modello per poter collaborare in squadra o al più gestire un modello molto complesso lavorando da soli.

Bene ci si aspetterebbe che un file collegato con i workset mantenga lo stesso comportamento che si è visto per le varianti.....beh invece no! non è presente alcuna scheda di workset per le istanze collegate. Il motivo? ........proprio non lo so!

In fondo non si chiede di modificare il modello ma solo gestirne la grafica, le informazioni da visualizzare, non il contenuto....questo per me è un limite imposto ma non ragionevole.

Se non si deve modificare il modello di un file collegato, ma solo interrogarlo graficamente con delle etichette o poterne gestire la rappresentazione grafica in modo flessibile, non si fa nulla di sbagliato o incompatibile con la filosofia dei collegamenti.

Spero anche qui di avere una sonora smentita, spero che mi stia sfuggendo qualcosa.

Collegamenti e varianti (file linking and design options)

In questi giorni ho fatto qualche esperimento in proposito e vorrei condividere alcune conclusioni a cui sono arrivato.

Sicuramente non sono cose nuovissime o originali, di fatto mi sembra di ricordare di averne letto su www.3dsmile.it, in qualche tip di Diego Minato alias Gjiom.

Supponiamo di dover realizzare una lottizzazione con unità immobiliari molto simili tra loro, diciamo pure che condividono lo stesso modello di base ma presentano alcune differenze.

Le differenze in questione potrebbero essere trattate con delle varianti, uno strumento che ritengo essere uno dei più potenti in Revit: esisterà sempre un modello principale (che potrebbe essere costituito al limite dai soli oggetti di riferimento come griglie e livelli)  e poi un numero a piacere di varianti degli altri elementi del progetto (che per assurdo potrebbero essere anche dei modelli completi).

Molto più frequentemente però le varianti riguardano solo una porzione del modello che conivolge un numero inferiore di elementi (ad esempio soluzioni alternative per l'ingresso, disposizioni differenti degli arredi e in generale tutto quello che può necessitare di soluzioni alternative sia per ragioni tecniche sia per permettere una scelta in una gamma di soluzioni più ampia).

Le varianti vengono gestite con un pannello apposito nella barra dei comandi e una volta attivate tutti gli oggetti di modello che ne risentono presentano una proprietà in più che riporta il nome del gruppo di varianti e la variante a cui appartengono. Il gruppo della variante inquadra l'oggetto della variante (ad esempio l'arredo in un ufficio) mentre la variante contraddistingue una particolare soluzione.

Per poter lavorare ad una particolare variante è necessario agire dai parametri di visibilità della vista. Infatti una volta attivate le varianti comparirà una scheda a loro dedicata all'interno delle proprietà della vista sotto sostituzione visibilità/grafica.

Da qui sarà possibile scegliere quale variante visualizzare.

Questo è vero per ogni tipo di vista e proprio per questo è possibile creare un modello di vista che prenda in considerazione anche una specifica variante o una specifica combinazione di varianti nel caso fossero presenti diversi gruppi di varianti.

Tornando al nostro esempio della lottizzazione possiamo supporre di disporre di un modello di abitazione, che chiameremo A, nel quale attiveremo le varianti  per disporre con poco sforzo di più soluzioni.

La cosa migliore da fare poi è quella di collegare il nostro modello A in un altro file contenente la planimetria generale (che chiameremo B) e duplicarne le istanze.

Ora, per mostrare tutte le varianti della stessa istanza del modello A all'interno di B dobbiamo ricorrere alle proprietà della vista: in B non sono presenti varianti ma bensì i collegamenti e per ogni tipo di file collegato è possibile gestire la sostituzione grafica delle istanze.




Se in A abbiamo utilizzato propriamente i modelli di vista per ottenere la coordinazione delle viste con le opportune varianti, anche in B possiamo recuperare le informazioni del modello A e ottenere la rappresentazione corretta delle varianti nel modello complessivo usando lo stesso metodo.

Infatti se sono presenti dei modelli collegati, esiste una scheda apposita nelle proprietà di ogni vista del modello B, per ciascuna istanza del modello collegato è possibile personalizzare la rappresentazione attraverso delle schede in tutto simili a quelle del modello A, comprese le varianti.


Esattamente come nel modello A però le sostituzioni grafiche così operate sono strettamente legate alla vista: da qui l'importanza di ricorrere alla creazione di modelli di vista che stavolta tengano in considerazione le sostituzioni grafiche delle istanze collegate.



Per le versioni precedenti di Revit si doveva passare da una vista 3D per ottenere solo i parametri significativi della vista, dalla 2009 è possibile selezionare quali aspetti considerare nei modelli di vista.

I collegamenti permettono di avere una buona coordinazione soprattutto negli abachi ma, ahimè, sono molto poco flessibili per quel che attiene la rappresentazione grafica vera e propria, o meglio è lo scotto da pagare per avere a disposizione in un modello molto leggero una geometria molto complessa: a qualche informazione della "I" di BIM bisogna pur rinunciare.

In particolare mi riferisco al fatto che non è possibile interagire direttamente con un file collegato, non per modificarlo ma solo per aggiungere leggibilità, ad esempio per le etichette delle finestre, nonostante sia possibile computarle negli abachi, non possiamo assegnare loro le etichette che dovessero mancare. Dovremmo avere due sessioni parallele di Revit e sistemare i file collegati nella sessione ausiliaria, salvare e ricaricare i collegamenti nella sessione principale.

Questo è necessario per tutte le annotazioni che leggono il modello (come le note chiave ad esempio) e quindi in particolare per le etichette.

Spero di ricevere una sonora smentita il più presto possibile, questi sono miglioramenti che devono essere apportati come quelli ai moduli delle scale, rampe e ringhiere.

Ora facciamo un passo in più: colleghiamo il modello B in un modello C, tenendo presente che se vogliamo continuare a vedere le istanze del modello A presenti in B è necessario impostare il tipo di collegamento di A con modalità Associazione (Revit però è abbastanza sagace per ricordarcelo).

Cosa succederà alle varianti? beh, in C il file collegato è il B e questo non ha varianti di sorta, quindi per continuare a vedere correttamente le varianti di A dobbiamo assicurarci che in B siano presenti delle viste correttamente impostate a cui riferirsi personalizzando la sostituzione grafica l'istanza B su "da vista collegata".



Se abbiamo usato i modelli di vista sarà un gioco da ragazzi andare a sistemare le viste che ci interessano. Per fortuna dalla 2009 i collegamenti possono avere come riferimento anche le viste di alzato e sezione. Ancora una volta per un lavoro ben fatto si deve ricorrere ai modelli di vista, penso che ormai sia chiaro il messaggio di fondo! usate i modelli di vista!!!

venerdì, aprile 24, 2009

Revit Keynote manager

Leggendo il blog Revit OpEd di Steve Stafford http://revitoped.blogspot.com/2009/04/autodesk-revit-utilities-from-biggest.html mi sono imbattuto in un'utility per gestire le note chiave distribuita gratuitamente da Emc2 a questo sito (guardate bene in fondo alla pagina):

http://www.emc2architects.com/revit_tools.html

  • Permette di vedere le note chiave raggruppate ad albero invece di una lista molto lunga
  • Permette di aggiungere, modificare, eliminare le singole note chiave e le loro descrizioni
  • Include la funzione trova che permette di cercare le note chiave per qualsiasi frammento di testo contenuto nelle descrizioni
  • Include una funzione per trasformare automaticamente i testi in tutto maiuscolo o tutto minuscolo o come titoli (con l'iniziale maiuscola di ciascuna parola) sia singole voci sia tutte insieme
  • Permette di creare dei modelli di note chiave da cui partire per la creazione dei file di note chiave
  • Permette  più utenti di lavorare contemporaneamente sullo stesso file di notechiave (veramente utile questa caratteristica)
  • Permette di controllare se ci sono errore di digitazione attraverso il dizionario interno di Revit (occorre copiare l'eseguibile nella cartella appropriata)
  • Crea automaticamente fino a 10 copie di backup su ciascun computer degli utenti per ogni file di testo modificato
  • La maggior parte dei comandi è accessibile da tastiera o da tasto destro
  • Ricorda la dimensione e la posizione dell'ultima sessione
  • Contiene un modulo opzionale per riportare errori e suggerimenti ad Emc2

giovedì, aprile 23, 2009

Etichette e testi

In questa sede vorrei mettere in luce alcune differenze che probabilmente non saltano immediatamente all'occhio.

Una caratteristica che rende diversi testi ed etichette per le finalità di annotazione risiede anche nella diversa modalità di creazione delle linee direttrici.
In particolare la differenza si nota se l'annotazione contiene più righe.
Per un testo le linee direttrici orizzontali cominciano dalla mezzeria della prima riga, indipendentemente dalla lunghezza stessa del testo (che può essere variata a piacere per ogni istanza). Inoltre per un testo le linee di direttrice possono essere anche curve.

Per un'etichetta invece c'è un livello di dipendenza stretto con la famiglia che contiene le informazioni, sia di tipo grafico (colore, tipo di font, altezza del font, giustificazione, lunghezza massima di una riga di testo, ecc...) sia di tipo parametrico nel senso dei parametri che deve andare ad interrogare. La linea direttrice può essere solo un segmento retto oppure una spezzata (direttrice + spalla).
Per un'etichetta le linee direttrici orizzontali cominciano dalla mezzeria dell'ingombro dell'intera etichetta, indipendentemente dall'origine della famiglia che la definisce e in funzione della lunghezza del parametro che interroga. 
Ad esempio se un'etichetta che legge un determinato parametro può contenere su una riga fino a 15 caratteri, ogni volta che si supera questo limite si avrà che l'etichetta riporterà il contenuto su più di una riga.

Inoltre attraverso il copia e incolla di un testo che contenga già più righe, ottenute mandando a capo con invio, è possibile far mantenere la stessa impostazione in un'etichetta sufficientemente lunga.

Quello che mi sono proposto di fare è un'etichetta che simuli la scrittura sulla spalla della linea direttrice.

Questo è possibile modificando la famiglia che definisce l'etichetta, inserendo una linea che simulerà la spalla e aggiungendo due linee invisibili ausiliarie che si sposteranno in funzione del numero di righe del testo dell'etichetta.

Tutti i parametri per essere controllati (sia quelli di lunghezza sia quelli di grafica) devono essere di tipo e non di istanza.

Io tendenzialmente preferisco usare le etichette rispetto ai testi, le trovo molto più performanti e le ritengo un ottimo strumento per evitare di commettere errori o, se ve ne fossero, di eliminarli nel più breve tempo possibile.

I love Revit.

mercoledì, aprile 22, 2009

OmniClass

Nuovo sistema di classificazione per l'edilizia implementato in Revit 2010.

Quando fanno tutto di nascosto mi fanno stare male.

La tavola 22 è in sostanza il CSI MasterFormat 2004, quindi nessuna novità se non quella di dover aggiungere dei codici di riferimento alla tavola e un trattino di separazione: essendo un problema multidisciplinare, anche la standardizzazione deve seguire una base multidimensionale, aperta verso l'alto. Introducendo più tavole si possono governare meglio gli aspetti del sistema edilizio.

Trovo molto interessante l'approccio BLC Building Life Cycle (ciclo di vita dell'edificio, tavola 31).

Accolgo questo nuovo sistema come un'opportunità per studiare una standardizzazione delle nomenclature delle viste, dei file, delle tavole e dei componenti più profonda e di rimando internazionale.

Esiste un programma in multilingua che permette di tradurre i codici numerici in descrizioni chiare nella lingua corrente, in pratica la forza dello standard.

Librerie di componenti

Librerie di componenti distribuite gratuitamente da Hamilton Laboratories Thermo Scientific.

ftp://ftp.fisherhamilton.com/FH_Standard_Product_Library.htm

C'è un piccolo problema....sono fatti in AutoCAD e poi importati in Revit.
Le categorie sono per lo più corrette, ma non c'è verso di poter controllare la grafica se non attraverso la scheda oggetti importati>oggetti in famiglie, c'è di buono che sono molto ben suddivisi e riconoscibili i layer di partenza e quindi si possono assegnare i materiali per il rendering.

Da usare con prudenza.

giovedì, aprile 16, 2009

REVIT 2010

Da oggi è possibile scaricare dal sito di Autodesk il file di installazione della versione 2010 in inglese a questo link:

http://revit.downloads.autodesk.com/download/2010/RAC2010.exe

Attenzione al peso 1,4GB, molto lento a causa anche dell'elevato numero di connessioni suppongo.

sabato, ottobre 04, 2008

Disegnare velocemente un pavimento di finitura





In Revit è possibile dividere la parte strutturale dalla parte di finitura degli oggetti, ovviamente separando il modello in parte portante e parte portata.
Ad esempio i solai, o come si chiamano dalla 2008 i pavimenti (lascio intendere che questa separazione un giorno sarà netta).
Una volta disegnato il solaio portante e messa la suddivisione delle pareti interne si deve disegnare il pavimento di finitura di ogni locale, un'operazione un pò noiosa soprattutto se si deve fare attenzione a riseghe, lesene ecc...
Mi è venuta questa idea: utilizzo il comando controsoffitto che traccia direttamente il contorno del locale racchiuso dai muri, quindi copio le linee automatiche negli appunti e annullo il controsoffitto.
Ora seleziono pavimento e incollo le linee dagli appunti, dò una sistemata dove occorre e termino il disegno.
Ho trovato un miglioramento in termini di velocità di modellazione superiore al 50% per perimetri mediamente complessi.


Aggiornamento:
Ho scritto una macro per Revit 2012 che velocizza questo procedimento senza passare per i controsoffitti.
In questo post invece spiego come utilizzare i codici delle macro che pubblico

domenica, settembre 07, 2008

Scala a chiocciola


In questi giorni devo realizzare un progetto per un business center e per realizzare delle scale di servizio dal piano deposito a quello esposizione ho pensato di utilizzare delle scale a chiocciola.
Con il comando scala non sono riuscito a sovrapporre le rampe...allora ho pensato di realizzare una famiglia dedicata.
In particolare è una famiglia parametrica di attrezzature speciali che si comporta come un pilastro, con i vincoli in altezza e relativi offset.
Al suo interno sono presenti dei gradini parametrici che devo ancora completare con una nidificata per il parapetto.
Il numero di gradini che occorrono per fare un giro completo di 360° viene calcolato in funzione dell'altezza minima di passaggio.
L'ampiezza di ogni pedata invece viene determinata in funzione delle prescrizioni di sicurezza antincendio.
La combinazione di questi due risultati determina la sovrapposizione dei gradini.
Basta aggiungere un vuoto alla nidificata dei gradini e il gioco è fatto.
Ovviamente nel progetto sarà classificata come attrezzatura speciale, non potrà avere una ringhiera di sistema e non mostrerà la canonica freccia del senso di salita.
Tuttavia è possibile aggirare l'ostacolo nidificando opportune famiglie di modello e di dettaglio.
Spero che possa essere di utile spunto a qualcuno.

domenica, giugno 22, 2008

Risultati del sondaggio

Dai risultati del sondaggio è emerso che le maggiori difficoltà sono legate all'editazione delle famiglie e all'utilizzo delle varianti.

A parte qualche imbecille (statisticamente parlando) che ha segnato tutte le risposte, mi sorprende in negativo che ci sia un 25% che sente la mancanza dei layer.

Questo significa che non è stato digerito il concetto di categorie di oggetti, di What You See Is What You Get, e che molto probabilmente per il proprio lavoro si ricorre ad espedienti di manipolazione in AutoCAD.

Dal mio punto di vista è un male: innanzitutto significa che non si è compreso appieno il funzionamento del programma, ovverosia si sfruttano alcune caratterstiche dell'approccio BIM ma con finalità ristrette al CAD.
Diego Minato, alias Gjiom http://revit-landia.blogspot.com/ una volta mi disse che il problema maggiore dei nuovi utenti Revit con passato AutoCAD è che non riescono ad abbandonare la mentalità CAD in favore di una mentalità più propria, per tradizione, di chi opera nel settore dei componenti meccanici.
Come dargli torto? è senz'altro vero, infatti il CAD non è altro che la trasposizione del tecnigrafo e della carta sul computer, questo ormai è arcinoto.... all'inizio ha spiazzato molti la novità...ma in realtà era solo un cambio di strumenti, perchè l'approccio era rimasto il medesimo: sovrapposizioni di linee indipendenti; la difficoltà era di tipo tecnologico, non di concetto.

Intendiamoci, sono stati progettati i capolavori dell'architettura e dell'ingegneria con quegli strumenti, ma dietro di essi c'erano grandi idee che li manovravano, quindi non sono e non saranno mai solo gli strumenti a definire la qualità di un progetto e della sua realizzazione, ma di certo aiutano.

Occorre fare un ragionamento di più largo respiro.

Cos'è un progetto? Cos'è la qualità in un progetto? o meglio, nel processo edilizio?

Il prof. Maurizio Costantini sostiene che il progetto sia una prefigurazione della realtà, non una semplificazione a compartimenti stagni quindi, ma il gigantesco sistema di variabili interconnesse fra loro che si riversano nel tempo, nello spazio e nella dimensione economico-ecologica-sociale.

Ora la qualità di una prefigurazione di un sistema complesso è tanto maggiore quanto tutte le parti coinvolte in questo processo portano a compimento i loro incarichi negli estremi contrattuali pattuiti in precedenza.

E quindi in forza di questo contratto si può misurare il grado di soddisfazione delle parti e la rispondenza della realtà alle caratteristiche attese.

Il progetto è proprio quel contratto.

Se chi è preposto a redigere il progetto è incapace di controllare il processo edilizio prima che l'idea di progetto si immerga nella dimensione materiale, allora la qualità del progetto rischia di essere pesantemente compromessa.

Le cause possono essere molteplici e da ricercare nel campo di azione del progettista: in primo luogo la sua esperienza e preparazione, la sua disponibilità a mettersi in gioco sempre, il suo aggiornamento, i suoi strumenti di lavoro.

Purtroppo si dà minor peso al fine che non ai mezzi, e ci si ritrova attaccati ad un'idea di "lavoro" che rende più simili a dei mestieranti, mentre invece ci si dovrebbe sforzare di essere professionisti ad ogni costo.

Ora il fine è la qualità di processo, occorre disporre di un progetto il più vicino possibile alla realtà, per fare questo ognuno si sceglierà i mezzi a sè più congeniali, quelli che, utilizzati a regime, permettano di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo; è un discorso soggettivo, ma è possibile anche delineare dei comportamenti medi, in virtù dei grandi numeri di cui è costituito il "parco progettisti"; è oltremodo possibile azzardare delle previsioni tenendo conto di come questi comportamenti evolveranno in funzione di eventi esterni come l'introduzione di nuove tecnologie.

Ormai il professionista singolo copre una piccolissima parte del lavoro di progettazione, è in forte crescita invece l'associatività, talvolta occasionale, di realtà professionali diverse.
E' indispensabile quindi trovare un sistema per poter comunicare tra tutti i soggetti senza perdere informazioni.

L'altro grande tema per il rispetto del contratto e quindi per l'ottenimento della qualità è l'assenza o, più verosimilmente, il controllo degli errori. Un'efficace sistema di individuazione degli stessi e un processo per neutralizzarli apportando le modifiche necessarie in tempi ragionevoli.

Gli strumenti informatici di ultima generazione che permettono di realizzare queste condizioni fondamentali sono un'evoluzione rispetto ai sistemi CAD, ma nascono da un'idea completamente nuova, focalizzata sul fine, ovvero il BIM (Building Information Modeling, modello di informazioni edilizie). Questo concetto nuovo fa desistere quegli "utonti" che si ostinano a ripetere: "è troppo difficile, se non lo usa nessuno un motivo ci sarà".
Sono persone che non vedono un palmo più in là del proprio naso, che non hanno nemmeno la capacità di accorgersi che stanno per essere tagliati come rami secchi, perchè si scoraggiano al primo ostacolo. E' un costume diffuso anche tra i giovani purtroppo.
Passi a chi ha più di 40 anni, insoddisfatto e frustrato, ma per una mente giovane e fresca non è ammissibile.
Ad ogni modo un progettista che si meriti questo appellativo non si permetterebbe mai il lusso di non stare al passo con i tempi, ma questa è un'opinione strettamente personale.
Per quelli che credono che sia difficile c'è una bel detto: è facile sentire il rumore dell'albero che cade, mentre non ci si accorge nemmeno del rumore che fa la foresta che cresce.

Il BIM è un'identità con il progetto edilizio in tutti i suoi aspetti, non è generico e non è nemmeno un semplice disegno: è specifico del mondo dell'edilizia e rappresenta un modello n-dimensionale, dove n è il numero delle variabili della realtà che definiscono il processo edilizio.

Per poter utilizzare un BIM occorre una profonda comprensione della realtà delle cose, occorre avere un approccio da artigiani: olistico, tecnico e creativo nello stesso tempo.

La prima cosa è dunque staccarsi da una logica 2D per abbracciarne una dove entrino a pieno titolo la terza dimensione dello spazio, il tempo, i costi ecc...

In questo senso è senz'altro meglio una mentalità meccanica: rigorosità e cognizione dell'intero problema da molteplici punti di vista.

Veniamo a Revit.

Revit è un software BIM, la sua logica di scomposizione in categorie prevede che gli oggetti edilizi possano essere suddivisi in categorie, ognuna con caratteristiche particolari, predeterminate e immodificabili.

Quello che si ricava è quindi un insieme di oggetti 3D, 2D ecc...tutto è un oggetto e tutto risponde alla stessa logica.

Per gestire la visualizzazione non occorrono layer, ma è sufficiente agire sulle modalità di rappresentazione grafica delle categorie. Per ciascuna vista 2D/3D è possibile definire come dovrà essere stampato in tavola ogni elemento.
Esistono componenti 2D che appartengono alla vista di lavoro: per alcuni di questi è possibile cambiare l'ordine di visualizzazione e portarlo davanti o dietro ad altri oggetti...
Il what you see is what you get è proprio questo: ciò che vedete a monitor è ciò che otterrete in stampa, esistono dunque all'interno di Revit tutti gli strumenti necessari per modificare colori, spessori, motivi ecc...degli oggetti senza necessità di dover passare attraverso altri programmi e perdere tutta la forza del BIM.

Una piccola nota sulla difficoltà dell'editazione delle famiglie: andate a vedere come si costruiscono le famiglie in altre piattaforme, come ad esempio Archicad.... attraverso listati, codici, preoccupandosi di come deve essere rappresentato un oggetto spessori di linea ecc...

In Revit c'è a disposizione un motore grafico, di sicuro si otterranno oggetti meno complessi, ma a mio avviso con molta meno fatica.

giovedì, maggio 15, 2008

Non consentire giunto 2009

In Revit 2009 ora è presente un'indicazione grafica dei giunti dei muri cui è stata disabilitata la possibilità di calcolare l'unione.
Come sempre click col destro sul grip del muro e non consentire giunto.
Selezionando il muro, compare un simbolo blu a forma di "T" sdraiata.

Il MAESTRO

Ieri ho conosciuto quello che ritengo essere il mio maestro di Revit, Diego Minato.
Teneva un corso vicino a Padova, una risposta alle molteplici richieste che gli giungono ogni mese per realizzare questo tipo di incontri, per approfondire l'uso delle famiglie. Ho fatto una scorpacciata di spunti su cui lavorare, ho imparato un nuovo modo di lavorare, una volta finiti i corsi in programma cercherò di riportare anche qui delle soluzioni fondamentali.
Gli altri incontri sono il 21/5 a TV, 23/5 a VR, 31/5 a NA.

Contatti & Iscrizioni:

Per TV, VR
Per iscrizioni o ulteriori informazioni
@mail: michela.guzzonato@orientatrium.it
Tel: 049 725200 Fax. 049 8934002
Persona di riferimento Michela.

Per NA
Per iscrizioni o ulteriori informazioni
@mail: info@laboratoriorevit.it
Tel: 338 9671769
Persona di riferimento Giovanni.

venerdì, aprile 25, 2008

Laureato!

Ebbene si, in data 23 aprile 2008 mi sono laureato in Ingegneria Edile-Architettura presso l'Università degli Studi di Pavia, con voto 110 su 110 e lode!!!

Ovviamente sono euforico :)

Presto novità importanti!

mercoledì, marzo 05, 2008

Importante novità

Autodesk ha presentato una newsletter mensile italiana con approfondimenti su Revit.
Io l'ho scoperta consultando il blog RevitLandia del Dr. Gjiom (alias Diego Minato) che ha scritto un articolo su una capriata composta per realizzarla passo a passo.

Questo il link al blog:
http://revit-landia.blogspot.com/2008/02/capriata-composta-due-altezze.html

Questo il link alla newsletter:
http://formautodesk.espero.it/bsd/newsletter/08-feb-c.html

mercoledì, febbraio 27, 2008

Testo modello su muro curvo

Se siete dei vandali, dei teppisti e avete bisogno di scrivere sui muri, o più semplicemente dovete realizzare un'insegna per un negozio sarete certamente ricorsi al testo modello....ma se il muro fosse curvo? purtroppo in quel caso il testo modello non funziona.

Si potrebbe fare però una famiglia di archivio.
Innanzitutto analizziamo meglio il problema:
- le scritte che dobbiamo realizzare non sono esageratamente lunghe generalmente, ma sono composte da poche parole;
- un testo può essere visto come la successione ordinata di caratteri convenzionali, la cui grafica cambia in funzione del font scelto;
- le insegne possono essere luminose o meno, sarebbe bello poter decidere il materiale come un qualsiasi oggetto.

Dunque è abbastanza semplice la risposta, si realizza una sola famiglia di archivio che sia flessibile nei contenuti e nei font. Prima creiamo una famiglia che conterrà un carattere del testo modello (per meglio approsimare la curva del muro è necessario utilizzare un solo carattere), vincoliamo il contenuto del testo tramite un parametro di istanza, e parametrizziamo anche la profondità e il materiale del testo modello.
Adesso dobbiamo creare tante copie di questa famiglia quanti sono i font che vogliamo utilizzare, poi dobbiamo avere cura di settare per ogni copia la corretta corrispondenza tra nome e font utilizzato nel testo modello.

Fatto questo carichiamo tutte le famiglie dei font in una nuova famiglia e li inseriamo uno alla volta: se li selezioniamo possiamo assegnare loro un testo etichetta (barra delle opzioni) e quindi un parametro di tipo che permette di creare diversi tipi di famiglia, uno per ogni font utilizzato. Sarà necessario anche agganciare i parametri dei componenti inseriti con dei parametri della nuova famiglia, del tutto identici a quelli a cui si riferiscono (ad esempio si aggancia i testo con un parametro testo, la profonsità con un parametro identico....va fatto per tutti i font che usiamo).

Da Impostazioni/Paraetri e categorie famiglie, cambiamo la categoria sotto quella più appropriata (se ad esempio fossimo partiti da un template di modello generico, non potremmo vedere questi oggetti negli abachi....io consiglio arredi fissi, ma non è aobbligaorio), ma cosa molto importante togliamo il segno di spunta da sempre verticale e lo mettiamo su basato su piano di lavoro.

Questo ultimo passaggio permette infatti di selezioanre come riferimento per l'inserimento o un piano di lavoro ( sia graficamente sia per nome) oppure una superficie, che è quello che serve a noi nella fattispecie.

Ora carichiamo la famiglia appea creata nel progetto e creiamo un'istanza su muro curvo ( da una vista 3D); selezioniamo il carattere, andiamo in una vista di pianta ed eseguiamo una matrice radiale con cetro coincidente con quello della curatura del muro, e mettiamo come numero di elementi quello della lunghezza della stringa di testo.

Fatto ciò dobbiamo selezioanare gli elementi e scomporre i gruppi che si sono creati automaticamente per poter modificare le singole istanze, per farlo sarà sufficente modificare le singole istanze dei caratteri.

Elementi di dettaglio

Gli elementi di dettaglio sono una categoria particolare: appartengono alla vista 2D in cui vengono inseriti, ma a differenza delle annotazioni hanno scala 1:1 col modello, e quindi la loro categoria appare, giustamente, nella scheda degli oggetti modello, pur essendo costituite da linee di dettaglio (ad esempio i componenti di dettaglio, le campiture, le mascherature...). La contraddizione, per così dire, si vede quando usi le linee di dettaglio nel progetto: sembrano comportarsi in modo indipendente dal resto della categoria, infatti agendo sulla categoria dalla scheda modello delle proprietà della vista, si ha che le linee di dettaglio non risentono dei cambiamenti effettuati.

Questo secondo me ha due chiavi di lettura: la prima è scoraggiare l'utilizzo di Revit come tiralinee puro e semplice, anche per oggetti bidimensionali; l'altra è che Revit mette a disposizione uno strumento extra per poter soddisfare la totalità delle esigenze dell'utente, con un oggetto che ha proprietà particolari, anche se da ultima spiaggia.

Per fare un paragone: esistono i modelli generici nelle categorie (che non possono essere messe in abaco) (era vero fino alla release 2013), esiste la modellazione in-place.

Sono possibilità in più, per rendere flessibile la progettazione, a cui ricorrere volentieri (modelli generici nidificati in famiglie di archivio) o meno (modellazione in-place).

martedì, febbraio 05, 2008

Pilastri architettonici e strutturali

Un pilastro in Revit può essere o architettonico o strutturale, e le funzioni che svolgono sono diverse.
Un pilastro architettonico viene utilizzato per introdurre delle variazioni alla geometria di un muro, coinvolgendo i suoi strati, e fondendosi a questo.
Un pilastro strutturale invece serve a rappresentare un vero elemento srutturale che però non deve fondersi con il muro, ma deve interrompere la trama del retino di sezione del muro.
Per far unire un pilastro strutturale ad un muro, dobbiamo utilizzare il comando unisci geometria.
Come si vede dall'immagine il pilastro all'estrema sinistra è unito e sporgente dal muro (è fittizio, so che costruttivamente è un'idiozia!), quello che vorrei sottolineare è come manchi completamente un rivestimento, almeno uno strato di intonaco.

Esiste un rimedio possibile: si nidificano all'interno dei pilastri architettonici dei pilastri strutturali.

domenica, novembre 18, 2007

Lezioni di Revit

Mi ha scritto qualcuno, lasciandomi il suo indirizzo e-mail, senza qualificarsi ( dagli elementi che possiedo potrebbe trattarsi di un mio quasi coetaneo, o di una burla visto che mi chiama Emilio che è il mio secondo nome, mi dà del lei e non mi dice dove si trova), che mi chiede lezioni di Revit dietro compenso. L'invito che rivolgo a chiunque abbia intenzione di prendere lezioni da me è quello di contattarmi lasciando un commento al post, ma di usare un pò più trasparenza: dite chi siete, cosa fate e dove vi trovate, poi ci si può accordare eventualmente.

Poi se siete di passaggio da quelle parti, io sono quasi sempre a Pavia alla facoltà di Ingegneria in via Ferrata 1, piano A, aula laboratorio di tesi.

Si sono ancora in tesi, e quindi di tempo non ne ho molto, per questo valuterei bene prima di imbarcarmi in qualche lezione.

Se ci state, fatevi sentire.

-paolo

Cominciare a editare le famiglie

Quanto segue è stato trattato da me in un topic del forum http://www.3dsmile.it tramite corrispondenza elettronica con un utente, Roberto, che chiedeva un aiuto in particolare rivolto all'editazione di famiglie in Revit. Appena ho avuto tempo ho realizzato un cappello introduttivo per inquadrare il problema e, su richiesta di Roberto, sono andato invece un pò più verso l'operatività delle operazioni da svolgere. In particolare ci siamo concetrati sulla realizzazione di una porta a due ante, serviva a Roberto e aveva tentato il metodo "all'italiana", cioè quello di andare a modficiare qualcosa di esistente, ma una volta aperta la famiglia di partenza più prossima a ciò che voleva, si è dovuto fermare per cercare di capirne il funzionamento. Io ci provo. Per brevità e per "stile letterario" riporto direttamente le mie risposte.

"Ciao Roberto! premetto che il tuo spirito è quello giusto, e che va benissimo che ficchi il naso in famiglie preconfezionate per capire come sono fatte, ma il metodo "all'italiana" del modificare ad hoc l'esistente non è sempre fruttifero.

Allora le famiglie sono l'aspetto BIM della cosa: sono oggetti che puoi inserire nel modello, la loro rappresentazione nelle viste è legata alla loro categoria di appartenenza e, cosa molto importante, alle famiglie è possibile assegnare dei parametri che ne governino le proprietà, e con questo non intendo solo quelle geometriche.

Avrai certamente notato che la barra di progettazione cambia nell'editor famiglie, questo per farti capire che l'argomento su cui ti stai affacciando è molto vasto...

Dunque, devi sapere che una famiglia di porta (come molti altri oggetti) puuò essere composta di molte parti alcune 2D e altre in 3D, visto che sei alle prime armi io ti consiglio un approccio "orizzontale":in particolare per fare in fretta ciò che ti serve potresti usare solamente il 2D come base per poi ricavare la terza dimensione.

Bada però che la vera forza del BIM è proprio il modello 3D, e la possibilità di gestire oggetti parametrici quindi cerca da subito di applicare un pò di attenzione e con poco sforzo avrai ciò che ti serve.

Dal menù a discesa Impostazioni>Tipi di famiglia troverai una finestra di dialogo che ti permette di controllare i parametri della famiglia: ce ne sono alcuni fissi, altri li puoi aggiungere a piacere.

I parametri sono di diverso tipo a seconda della proprietà che devono andare a comandare, oppure dipendono dal tipo di input che l'utente può inserire (es.untesto, o un numero intero, che è diverso da un numero inteso come un numero reale, floating point, hai presente? va beh non è difficile).

Questi parametri sono quelli che ritrovi nella finestra delle proprietà dell'oggetto, è doveroso ora fare una precisazione importantissima, magari inutile: ogni oggetto presente è un' ISTANZA di un qualche TIPO di famiglia, e questo si rilfette sui parametri che stai creando.

Se il parametro è di tipo ISTANZA, una sua variazione influenza solo e soltanto l'oggetto specifico sul quale si opera, mentre se il parametro è di tipo TIPO, una sua variazione si rifletterà in tutte le istanze del progetto, presenti e future e anche retroattivamente...

Tornando alla tua porta, setta i parametri che definiscono l'apertura in modo che si adatti a ciò che devi rappresentare... il fatto che si possa cambiare l'apertura agendo sui parametri ti deve far pensare: da qualche parte nel file c'è scritto che se tu cambi quel parametro, l'apertura lo segue! il concetto è che qualcuno prima di te ha impostato questa "regola" e il bello è che non ha utilizzato dei linguaggi di programmazione per farlo ma semplicemente i piani di riferimento e i lucchetti... questa è una vera rivoluzione. Cool Cool Cool

Disegnati la porta come in un CAD usando le linee di simbolo (per la differenza da quelle di modello ti rimando a una discussione su www.3dsmile.it che ha sviscerato il problema in profondità), una volta terminato seleziona una riga e vedrai che sulla barra delle opzioni compare un tasto visibilità: queto ti permette di definire il livello di dettaglio a cui far vedere quella specifica linea, anche questo è molto BIM.

Anche le linee 2D sono parametriche e quindi puoi vincolarle ai piani di riferimento ecc...

Quando sarà completo, dovrai per forza affrontare la modellazione 3D: puoi fare tutto brutalmente in quella stessa famiglia( Sad ) oppure nidificare con altre famiglie i tuoi oggetti ( ), e magari utilizzare il trucchetto del livello di dettaglio anche per gli oggetti nidificati."

"Ehilà!

si mi ricordo di aver aperto una "porta" che dà su un ambiente vastissimo che è quello della creazione di famiglie... :)
beh per cominciare io partireri da qualcosa di più semplice di una porta, perchè come diceva Gjiom, è un pò rognosa da trattare all'inizio: ci sono troppi parametri per un primo approccio.

Sull'operatività: innanzitutto quando editi una famiglia entri nell'EDITOR delle FAMIGLIE, cioè un ambiente molto simile a quello di Revit per i progetti, ma dove ci sono attivati di volta in volta dei comandi e delle opzioni diverse, in funzione di ciò che stai realizzando, e come aiuto, il programma ti permette di utilizzare solo comandi che poi non genereranno errori di definizione dell'oggetto per poterlo maneggiare correttamente (o almeno queste sono le intenzioni).


Quindi le viste che hai sono del tutto simili a quelle del browser di progetto e le puoi usare per meglio definire l'oggetto in tutte le sue parti. La priorità di dove operare la decidi tu di volta in volta: nel caso della porta supponi di conoscere bene l'ingombro in pianta e di avere necessità che sia rappresentata la battuta in un certo modo, allora cominci dalla pianta del livello di riferimento...quando hai fatto, controlli che ciò che hai inserito (di solido) abbia le altezze giuste da una vista di prospetto (che nell'editor si chiamano anteriore, indietro, destra e sinistra, o lato posizione o ancora esterno/interno...), oppure da una vista 3D.

Proprio come un qualsiasi progetto in Revit.

Adesso veniamo alle misure impostate, quelle che vedi sono dei vincoli parametrici alla geometria dell'oggetto, cioè sono delle quote a cui è stato associato un nome, che regolano una dimensione precisa dell'oggetto.

Quando sei nell'editor di famiglie e tracci una quota, se la selezioni, ti spunta nella barra delle opzioni un menù a discesa che si chiama testo etichetta: puoi aggiungere così un parametro all'oggetto.

Visto che è una quota, Revit sa che il parametro regola una lunghezza e quindi non ti è dato di modificare la natura del parametro, ma solo definire il nome, il raggruppamento (altro, dimensioni, csotruzione ecc..) e la tipologia ( se di istanza o tipo).


Poi i parametri possono essere interni alla famiglia oppure condivisi (i due radio-button in alto), ma per il momento lascia stare su parametri interni.

Ok, sul nome ci sei, è una stringa di testo che ti serve per identificare un certo valore, ma fai molta attenzione: Revit fa distinzione tra lettere maiuscole e lettere minuscole (infatti puoi combinare dei parametri tra loro attraverso il nome, ma deve essere esattamente come l'hai scritto al momento della definizione).

Veniamo al raggruppamento, avrai certamente notato che quando clicchi sulle proprietà di un oggetto in revit esce una finestra divisa in settori con un titoletto (ad esempio dimensioni, costruzione ecc...), beh quello è il raggruppamento, è molto utile essere ordinati e utilizzare bene questo campo permette di velocizzare poi le modifiche perchè si trovano i parametri interessanti nei settori giusti.

La differenza tra istanza e tipo non te la sto a spiegare, solo però voglio farti notare che se vuoi creare un parametro che è risultato di qualche operazione di combinazione di altri parametri, questo deve essere necessariamente di istanza.

Quindi avrai già capito che è possibile definire i parametri a priori, indipendentemente dalle quote, e che è possibile combinarli tramite FORMULE, che comprendono anche operatori logici ( in inglese if, not, and, or ecc... c'è tutto sulla guida in linea) oltre ai consueti operatori matematici che puoi trovare su una calcolatrice scientifica...i parametri che escono da formule sono quelli che appaiono in grigetto quando editi le proprietà dell'oggetto in un progetto di Revit, perchè non si possono modificare direttamente, infatti dipendono da altri parametri.

Per aggiungere un parametro clicca sul tasto tipi di familgia nel cassetto in alto a sx, oppure da impostazioni>tipi di famiglia che è la stessa cosa (può esserti comodo se devi cambiare dei parametri mentre stai creando dei solidi, perchè il tastino non puoi più selezionarlo in quanto entri nella modalità schizzo dei solidi e cambia la barra di progettazione).

La finestra di dialogo che ti si apre ti permette di gestire tutti i parametri del tipo di famiglia, dal nome alle dimensioni ai materiali e a eventuali commenti ecc..., cliccando su aggiungi hai la possibilità di definire anche altre nature di parametri oltre alla lunghezza (che sono numero, numero intero, angolo, materiale, tipi di famiglia, testo, ecc..). Ogni cosa che fai in revit può essere controllata da parametri.

Se vuoi definire un tipo che abbia dei parametri preassegnati puoi farlo aggiungendo un tipo alla famiglia e cambiando opportunamente i valori.

Veniamo alla tua porta, ti dico come farei io, quindi non è sicuramente il modo migliore, ma almeno senti una campana.

Penso alla porta e mi chiedo cosa conosco:
-dell'apertura: larghezza,altezza, profondità (non è banale);
-del telaio: profilo, materiale;
-dei pannelli : numero, larghezza, altezza, spessore, materiale;
-lucernaio: altezza dal pevimento, telaio, forma e geomeria, materiali;
ecc...

Adesso, a parte la bucatura e il telaio che da essa dipende, potrei modellare i singoli componenti altrove e inserirli poi nidificati in questa famiglia, così potrei gestire tanti pezzettini leggeri e parametrici, quindi cancella ciò che non ti serve.

I pannelli

Apro una nuova famiglia di modello generico metrico e vado in pianta, mi esce una croce di piani di riferimento, li selezione e gli applico una puntina per non farli muovere: definiscono l'origine nel piano x-y della mia famiglia (non è proprio così, ma è utile vederla in questo modo se sei alle prime armi, per capirsi lo uso come riferimento cartesiano).

I pannelli sono schematizzabili con un parallelepipedo a basso livello di dettaglio, quindi con i piani di riferimento traccio l'ingombro in pianta del pannello ( un rettangolo definito con la sua diagonale) che ha un vertice nell'origine e uno nell'intersezione dei due nuovi piani che vado a tracciare, con coordinate (600,50) (ammettendo di lavorare in mm). Quoto i piani di riferimento, prima quelli verticali, seleziono la quota>aggiungi parametro e lo chiamo L_pannello, raggruppo dimensioni, di tipo TIPO; poi faccio la stessa cosa per i piani orizzontali e chiamo S_pannello, dimensioni, tipo.


Vado sulla vista anteriore, traccio un piano orizzontale, quoto, parametro, nome H_pannello, dimensioni, tipo.

Come vedi uso parecchio i piani, potrei selezionarli e dargli un nome per potermici raccapezzare nel caso dovessero cominciare a diventare tanti...


Adesso viene il bello: verifica!!!
Ti consiglio di verificare sempre la parametricità delle tue famiglie prima e dopo il tracciamento delle geometrie, ma già adesso son i piani di riferimento puoi controllare se qualcosa non va.

Sempre su Anteriore, clicca su tipi di familgia, nel raggruppamento dimensioni troverai i parametri che hai appena inserito; accanto al nome ci sono dei valori ceh sono quelli di "tracciamento" per così dire, e sono nella prima colonna; nella seconda colonna puoi notare un uguale: è lì che si usano le formule se hai i parametri di istanza ( che per la cronaca si distinguono da quelli di tipo perchè nel nome compare la dicitura "(default)".

Verificare significa andare a modificare a piacere i parametri che hai creato manualmente da questa tabella e cliccare su applica per verificare che i cambiamenti siano effettivamente apportati.

Se qualcosa non va...rifare!

Quindi agisci sul parametro H_pannello e cambialo, fai applica se è tutto ok, il piano si sposta.

Fai la stessa cosa dalla vista di pianta per gli altri due parametri.

Adesso che tutto funziona creiamo il pannello che si modificherà al variare dei parametri, assicurati di essere in vista di pianta al livello di riferimento.

Dalla barra di progettazione clicca su solidi>estrusione, e traccia un rettangolo che abbia i lati coincidenti con i piani di riferimento, adesso con il comando allinea seleziona prima i piani e poi le linee (usando il tasto tab se necessario per la selezione ciclica), e chiudi i lucchetti: questo dice che se il piano si sposta, si sposta la linea>>>>>quindi cambia geometria anche il solido!


Benvenuto nel mondo della parametrizzazione.

Fai questa operazione per tutte le linee e clicca su termina estrusione ( l'altezza di default è 250mm, la cambierai dopo).

Torna nella vista anteriore e con il comando allinea porta la base superiore del pannello allo stesso livello del piano di riferimento che è regolato da H_pannello e chiudi il lucchetto ( visto! funziona anche sulle facce dei solidi già belle e fatte...avresti potuto fare un parallelepipedo di dimensioni arbitrarie e allineare le facce ai piani di rif in un secondo momento, lucchettando il tutto).

Ora definisci il materiale del pannello, anche questo mettilo parametrico. Per farlo aggiungi un parametro da tipi di famiglia, lo chiami materiale_pannello, materiali, raggruppi in materiali e finiture, tipo.
Se vuoi complicare la geometria per livelli di dettaglio superiori, usa gli stessi principi di base e comanda la visibiltà dei tuoi oggetti dalla barra delle opzioni.

Quando pensi che possa andare bene, slava con nome e importa il pannello nella famiglia di porta, lo inserisci come componente qunate volte vuoi e vedrai che il punto di inserimento dipende da dove si trovava la croce dei piani di riferimento che avevi all'inizio della creazione del modello generico del pannello.


Il pannello ora ha dei parametri che devi collegare a quelli della porta. Da tipi di famiglia aggiungi un parametro che chiami L_anta, definito come lunghezza, dimensioni, istanza. nella colonna delle formule dopo l'uguale, metti Larghezza/2 ( o quello che hai, il concetto è che vuoi un parametro automatico che ti calcoli la metà della larghezza della porta per poi assegnarlo alla lunghezza del pannello).


Fatto ciò selezioni il pannello, e sulle proprietà del tipo entri alla voce L_pannello e clicchi sul quadratino in fondo a dx della riga, dall'elenco dei parametri lunghezza disponibili selezioni L_anta, e dai ok finchè non esci. fai la stessa cosa per il parametro H_panello assegnandogli il parametro Altezza dell'apertura. Ora vincola la posizione del pannello a un lato dell'apertura allineando e lucchettando (ricorda di dare una gerearchia, prima si seleziona il rif e poi l faccia di ciò che vuoi che si sposti) e il gioco è fatto. Copia il pannello e vincola allo stesso modo sull'altro lato. Assegna il materiale ai pannelli allo stesso modo.


Dovresti avere una porta con i due pannelli adesso. Se provi a cambiare i parametri a tipi di famiglia e tutto va correttamente, la geometria e il resto devono cambiare.


Per gli altri oggetti stesso discorso, usando bene gli altri comandidi solidi e vuoti, il nodo della questione è capire come si comporta una determinata cosa e analizzare il problema per ricondurlo ad elementi semplici.

Non tardare troppo a leggere la guida e le esercitazioni, sono davvero indispensabili, e cerca di sperimentare tutto appena puoi, altrimenti avrai sempre delle lacune che ti rallenteranno...

Spero che per cominciare ti dia delle basi sufficienti.

Alla prossima.

-paolo"

Per le evoluzioni della discussione rimando al forum.

lunedì, settembre 17, 2007

Molto pertinente

Leggete la discussione, e fate caso alla famiglia postata e agli errori che genera: ci vuole curiosità e una community come quella di 3D smile.it! cliccate sul titolo del posto per essere ridiretti al link del topic.

venerdì, settembre 07, 2007

Un arco in una parete

Scrivo questo breve tutorial per soddisfare la richiesta di una Newbie che si sta occupando come me di edifici militari dismessi di fine 1800. (Vai Ele!!!)

Una cosa che è molto imporante tenere presente è che in Revit la vera forza non è l amodellazione 3D, ma la possibilità di documentare un oggetto edilizio in modo assolutamente preciso e in qualsiasi momento col giusto grado di definizione, senza dover per questo modellare in tridimensionale i più fini dettagli dell'oggetto da rappresentare, ma procrastinando la loro stesura ad un tempo successivo a quello della modellazione vera e propria.

In particolare voglio affrontare il problema di un'apertura ad arco: è un elemento molto ricorrente nella maggior parte degli edifici antichi, e per tanto è stato per necessità e per curiosità che ho cercato di trovare una soluzione che facesse al caso anche in Revit.

Gli archi sui quali ho avuto occasione di soffermarmi abbastanza per poterli rappresentare, non presentavano tutti le medesime caratteristiche, e per tanto sono giunto a soluzioni alternative che meglio si prestano per la rappresentazione di un determinato oggetto.

Per esempio, per rappresentare un passaggio, il cui intradosso abbia forma di arco sarà sufficente inserire un'apertura che ne ricalca la forma; questo si può ottenere in diversi modi.

1- Si crea una famiglia di porte con le dimensioni e la forma del passaggio e la si importa nel progetto (poi spiego anche questo, mi serve solo per chiarire le possibilità!), così funzionerà come una "vera porta", con etichette automatiche e tutto il resto (è molto utile da tenere presente anche per la visualizzazione degli oggetti);
2- si modifica il profilo del muro, questo consente di ottenere dei risultati molto divertenti ma spesso porta più problemi per quel che riguarda la coordinazione nella fase di documentazione (i profili modificati non sono come le porte! non verranno riconosciuti automaticamente per inservi le etichette di altezza e larghezza);
3- si sottrae un muro fittizio di facciata continua con pannello vuoto, con la forma del passaggio, ma manche in questo caso il lavoro risulta doppio poichè si deve passare per una fase intermedia che è uguale a quella del secondo modo cambiando il profilo di un muro fittizio che si va a sottrarre (direte: "ma che vantaggi ci sono?!?!?", vedrete che può esservi utile in alcune occasioni, per esempio qualora esistano giunti complessi tra pareti non ortogonali o non a tutta altezza, o ancora quando si devono inserire degli elementi tipo griglia, brise soleil, vetri di forma particolare all'interno di pareti esistenti);
4- si sottrae un muro vuoto creato "in place" (sentirete spesso parlare di oggetti in place se usate Revit).

Comincio con l'illustrare il secondo metodo che è il meno appropriato, ma che serve per spiegare anche il terzo, il quale rimanda concettualmente al quarto e mi riservo per ultimo il primo che è il più consono.

Se si seleziona un qualsiasi muro sulla barra delle proprietà apparirà un tasto che renderà possibile modifare il profilo del muro in prospetto o in 3D. Attivandolo si entrerà nell'editor della forma del muro selezionato, che per default è un rettangolo, ma che possiamo modificare a piacere inserendo la sagoma dell'apertura ad arco disegnandola con i comandi linea. Potremmo anche modificare la forma dei lati del perimetro del rettangolo di default ma è bene fare presente adesso che modificando il profilo dei muri si ottengono molto spesso degli effetti indesiderati per quanto riguarda la capacità di calcolare automaticamente i giunti tra le pareti (del resto provate voi ad immaginarvi ad esempio le connessione tra una superficie cilindrica irregolare e una rettilinea in tre dimensioni!). L'unico limite che si impone è che i perimetri che disegnerete siano chiusi (Revit odia i profili aperti e vi avvisa sempre quando qualcosa non va). Questa operazione non è prevista sui muri che hanno andamento curvo.

Terminando la modifica si avrà una parete con la forma dell'aperturra "incorporata", ma questa ad esempio non sarà spostabile o modificabile senza passare dall'editor del muro come si è fatto in precedenza.

Il terzo metodo prevede l'utilizzo di un muro di facciata continua. In una vista di pianta selezionate il comando muro e dal selettore del tipo selezionate un muro facciata continua, cliccate sul tastino delle proprietà, cliccate su modifica/nuovo e poi su duplica, create un muro che chiamerete "vuoto".

Nelle proprietà del nuovo muro, nella sezione parametri del tipo/Costruzione/Pannello di facciata continua, fate scorrere le opzioni fino alla voce "Pannello sistema vuoto: Vuoto", date ok e adesso fate molta attenzione: dovete tracciare il muro vuoto nel muro che deve ospitare l'apertura. Si avete capito bene, dovete come dire sovrascriverlo, e non preoccupatevi dell'avviso che salterà fuori in basso a destra: vi dice che si è verificata un'interferenza tra due oggetti. Ora dovete sottrarre il muro vuoto da quello pieno utilizzando il comando taglia geometria, che si trova a lato dei comandi allinea, dividi, riduci, offset, unisci geometria, disgiungi > taglia geometria.

Ora se vi posizionate su una vista di prospetto noterete che il vostro muro è stato forato da un'apertura rettangolare, che però è un muro e può essere selezionato e spostato, e non solo si può modifcare anche il suo profilo e renderlo a forma di arco. Se la selezione risulta difficoltosa usate il tasto TAB per selezionare ciclicamente gli oggetti vicini al puntatore del mouse. Come per tutti i muri di facciata continua la selezione è una sorta di scatola con i profili tratteggiati e verdi.

Il quarto metodo effettua concettualmente una sottrazione di un muro con un altro muro ma sfrutta il motore geometrico di Revit che permette di creare volumetrie solide o di sottrazione (con alcuni limiti per quel che riguarda la potenza di modellazione, ma del tutto accettabili per gli scopi abituali della rappresentazione architettonica, tenendo conto anche della facilità di utilizzo dei comandi).

Dalla barra di progettazione selezioniamo Modellazione/Crea e poi muri, diamo un nome ad esempio "apertura ad arco" ed entriamo nell'editor delle famiglie in place: un ambiente col quale è bene familiarizzare al più presto (doppio senso latente che Eleanna capirà sicuramente).

La barra di progettazione a sinistra è cambiata poichè si hanno dei comandi specifici; selezionate Vuoti/Estrusione, selezionate come piano di lavoro una faccia del muro che deve ospitare l'apertura ( per fare questo cliccate sul comando imposta piano di lavoro che trovate in alto a sinistra, sopra il selettore del tipo, spuntate seleziona un piano e cliccate col cursore su una faccia del muro).

Ora disegnerete il profilo del passaggio con arco con i consueti comandi linea; fate attenzione alla barra delle proprietà compare un parametro altezza di estrusione (default 0.25 m), questo dice quanto sarà alta l'estrusione che state per fare, tuttavia il parametro è modificabile graficamente tramite controller dinamici di forma triangolare una volta terminata l'estrusione, oppure per quelli che vedono lontano, si possono regolare tramite parametri delle proprietà del tipo di famiglia...ci arriverò un giorno a parlarvene.

Dunque terminate l'estrusione e mettetevi in una vista di pianta: noterete che la vostra estrusione è un solido arancione trasparente. Molto importante: fate in modo che il vostro solido sia un pò più profondo dello spessore del muro al limite uguale (aiutatevi con il comando allinea e fate attenzione ai lucchetti che appaiono: così si mettono i vincoli alla geometria del progetto, questo vi permette di inserire intelligenza in ciò che disegnate). Se terminaste ora il disegno della famiglia in place un messaggio di errore vi avviserebbe che un vuoto non può esistere se non taglia alcun oggetto, così dovete usare finalmente il comando taglia geometria, selezionare il muro di destinazione e poi il vostro muro "vuoto" estruso.

Adesso potete terminare e verificare che il solido è scomparso ma ha lasciato un vuoto al suo posto.
Se l'altezza di estrusione fosse stata inferiore allo spessore del muro avreste fatto una nicchia a forma di arco (a me è servito anche questo).

Per quel che riguarda la prima soluzione vi chiedo di aspettare il prossimo post, poichè è necessario che facciate pratica con i metodi precedenti visto che "si metterà su famiglia" all'esterno del progetto per avere sempre a disposizione un apertura ad arco.

Da qui poi il passo è breve per la comprensione di come si possono realizzare anche archi che sono all'interno della parete, come archi di scarico sopra le finestre, poichè si fa riferimento agli stessi concetti sviluppati per gli archi di sottrazione, ma visti "in positivo".

Il preambolo iniziale è necessario ora per capire a che livello di precisione dovete arrivare a modellare il vostro oggetto: se è veramente complesso, al di là della gratificazione cosmica che vi investirà quando sarete in grado di rappresentare tridimensionalmente quell'oggetto, meglio lasciar perdere una modellazione tridimensionale perfetta, col rischio di non riuscire per le intriseche limitazioni alla modellazione del motore geometrico di Revit, e passare piuttosto a dettagliare a piacere un disegno bidimensionale in cui "la base" è fornita dal 3D.

Alla prossima, ciao Eleanna!