domenica, marzo 11, 2012

Come partire con un team di lavoro di più persone

Scrivo questo post a seguito della richiesta di aiuto che mi è pervenuta da uno studente del Politecnico di Milano. Il tema di progettazione è un edificio di dimensioni considerevoli e con una ventina di piani. A seguire un estratto della sua mail di richiesta.

"....la prof ci ha dato un progetto da elaborare in 4 ed ero intenzionato ad usare i workset.

ho letto questa tua discussione:

http://www.revitforum.com/forum/showthread.php?t=2566&highlight=workset

e la guida in linea ma non ho capito molto, forse mi mancano delle basi nel comprendere i workset.
Volevo chiederti se hai un piccolo ritaglio del tuo tempo di indicarmi come impostare in maniera base il lavoro.
Noi abbiamo una rete dove abbiamo accesso e vediamo tutti i file, io partirò da un mio template- file vuoto- questo e' il file di partenza dove la prima settimana lavorerò solo io, poi lo dovremo condividere per lavorarci in 4 contemporaneamente.
Il progetto e' un edificio di 60x60m di base su 21 piani.
Non ho capito come creare il file centrale , come lo richiamo su di un sistema locale e come poi dal locale aggiono il centrale...

come poi definire i workset e chi ci ha accesso...

diciamo i primi step per iniziare....."

Ed ecco la mia risposta:

Veniamo al tuo problema, forse ti sorprenderà, ma come prima cosa ti consiglierei di valutare strade diverse da quella della condivisione del lavoro (workset) per diversi motivi.
Innanzitutto perché è controproducente iniziare da subito un progetto con i workset attivi (a meno di avere padronanza degli stessi o particolari esigenze di coordinazione fra i colleghi della squadra di lavoro). In secondo luogo le dimensioni del progetto che devi sviluppare richiederanno, presto o tardi, l'utilizzo di file collegati per poter alleggerire la gestione di tutto l'insieme. In fine, per esperienza, se non c'è un livello medio equivalente di conoscenza del programma, si rischia di avere maggiori problemi a dirimere questioni di tipo tecnico legate all'organizzazione dei file piuttosto che problemi di progettazione.
La condivisione del lavoro diventa fondamentale quando si devono produrre le viste da mettere in tavola per cui è necessario che più persone collaborino in un tempo molto ridotto sullo stesso file per mettere quote, dimensioni, etichette, componenti di dettaglio, campiture, testi, ecc... (fondamentalmente elementi 2D).
Resta vero il fatto che è possibile suddividere il modello in workset e delegare ad ogni elemento della squadra di lavoro un particolare ambito progettuale, ma è, come dire, un benefico effetto collaterale.
Devi sapere che prima che introducessero i file collegati l'unico modo per poter lavorare in squadra su uno stesso file erano i workset, quindi questi ultimi sono una soluzione datata al problema.

L'importante nella nostra professione è sapersi fare le domande giuste, ed è lì che sta la genialità, le risposte che diamo sono solo il frutto delle conoscenze che possediamo in un determinato momento. Provo ad aiutarti in questo senso...

  • A che livello di dettaglio di progettazione si deve arrivare? (per sapere quanta modellazione e quante tavole occorrerà produrre, meglio avere un elenco tavole cone specificato cosa andrà finirà su di ognuna)
  • Con quale stile grafico si deve presentare il progetto? (questo può avere ricadute importanti in termini di preparazione ottimale del/dei template iniziali... in ogni caso si può sempre cambiare in corsa)
  • E' possibile individuare degli elementi di ripetitivi nel progetto? (ad esempio ci sono 21 piani, sono tutti diversi tra loro o sono variazioni di un piano tipico? all'interno di un piano ci sono strutture che distributive che si ripetono? - stanze di albergo o di ospedale, appartamenti ecc... questo aiuta ad individuare una possibile scomposizione del progetto in file collegati, ricorda il motto: "dividi e conquista")
  • Da quante persone è composto il team di lavoro? quali sono i punti di forza di ognuno? (ok sono 4 persone, ma con quale conoscenza del programma? chi possiede la migliore attitudine progettuale specifica sui layout interni oppure sui prospetti o sulle strutture ecc?...è importante per stabilire i ruoli organizzativi e per sapere a chi assegnare i compiti di progettazione sia nel caso si ricorra ai file collegati sia nel caso dei workset)

L'organizzazione tipica dei file collegati è la seguente: c'è un solo file "Master" che conterrà le tavole del progetto complete di cartiglio e le relative viste; all'interno del file master vengono collegati tutti i file che contribuiscono alla realizzazione del modello. La scomposizione del modello in sotto-parti dipende moltissimo dalle caratteristiche geometriche e funzionali del progetto, quindi non c'è una regola precisa da seguire.
Un gruppo di file sarà dedicato alla modellazione del contesto e delle sistemazioni esterne. Un altro gruppo di file definirà l'organismo edilizio che state progettando.
Banalmente dopo aver raccolto ciò che si "vede" architettonicamente in un edificio, si può separare la struttura con gli assi strutturali da tutto il resto, raccogliere insieme tutto ciò che riguarda la parte impiantistica (canalizzazioni dell'aria, adduzioni, scarichi, ventilazioni, aerazione dei vani scala, macchinari impianto meccanico e quadri elettrici, ecc...), eventualmente separare i presidi antincendio (estintori, naspi, sprinkler, allarmi sonori e visivi, segnaletica ecc...) e così via per quel che riguarda la scomposizione secondo il sistema tecnologico e funzionale.
Geometricamente invece potresti separare l'edificio per piani, per settori in pianta, per volumi unitari ecc... dipende dalla morfologia del progetto, dall'altezza dei livelli di progetto e dal contesto, ecc...
Queste suddivisioni hanno lo scopo di definire gli ambiti progettuali sposandosi bene con la caratteristica fondamentale di un processo di progettazione, che è per sua natura iterativo e ciclico, ma che altresì impone, con violenza concettuale, dei salti di scala passando gradualmente dal generale al particolare, dal tutto alle parti.
Verosimilmente quindi si potrà partire da un unico grande file che andrà sempre più definendosi nelle sue parti, poi a tuo giudizio potrà cominciare ad essere suddiviso per essere gestito anche dai tuoi colleghi di lavoro (che potranno avere a loro volta collegati all'interno i file che non competono loro per avere un aggiornamento semiautomatico di quello che gli altri stanno facendo ogni volta che li ricaricano manualmente o riaprono il file su cui stanno lavorando).
Tutti i file vengono collegati nel Master e in questo caso ci si potrebbe avvalere dei workset per chiudere la documentazione delle tavole.

Per come si utilizzano tecnicamente i collegati ti rimando alla guida in linea e a numerosi discussioni sul forum se non li hai mai utilizzati prima.

Velocemente sui workset, per poterli utilizzare si devono abilitare una prima volta andando nell'apposita scheda e cliccando sul tasto dei workset.
Da quel momento il file in cui stai lavorando diventa il file centrale, per questo motivo sarebbe bene che si trovasse già al momento della creazione dei workset nella posizione accessibile a tutti dove risiederà per tutto il tempo del progetto. Infatti basta rinominare una cartella del percorso o semplicemente copiarlo o spostarlo per farlo diventare una copia locale. Dalla stessa scheda si possono creare quanti workset si vogliono, è necessario poi avere cura di spostare gli elementi del modello sui workset corrispondenti.
Il file centrale è il vero file di lavoro con copie di backup che permettono di riportare il file ad un salvataggio precedente, quello che Revit consente è fare lavorare più persone sullo stesso file attraverso una copia locale del file centrale, una copia cioè specifica per ciascun utente.
Per questo è utile, ma non fondamentale, avere un numero di workset (leggi collezioni di oggetti) minimo superiore o uguale al numero di persone che compongono il team di lavoro.
Se si usano i file collegati e i workset si potrebbe creare un workset per ciascun file collegato o per gruppi di file collegati che abbiamo una caratteristica importante che li accomuni.
Quando si lavora in una copia locale del file centrale si deve avere cura di sincronizzare le proprie modifiche con il file centrale in modo da:
  • recepire le modifiche dei colleghi
  • rendere pubbliche le modifiche apportate al modello
E' buona norma sincronizzare frequentemente la propria copia locale con il centrale per ridurre al minimo l'eventuale insorgere di conflitti o la malaugurata perdita di dati del file centrale per cause esterne al programma (danneggiamenti del server di condivisione ecc...). Infatti è possibile trasformare una copia locale in file centrale quando la si salva con nome e si specifica con apposito segno di spunta nelle opzioni di salvataggio.
In caso di incoerenze o interferenze Revit interviene automaticamente segnalando un errore o un avviso che specifica quali elementi sono coinvolti e gli utenti che stanno generando il conflitto.
L'assegnazione dei workset deve rispecchiare possibilmente le attitudini progettuali emerse dall'indagine preliminare, serve nel caso di progetto in fase di sviluppo per stabilire le dovute gerarchie all'interno del team di progettazione su tematiche specifiche.

venerdì, febbraio 10, 2012

Gerarchia delle sostituzioni grafiche

Questo post vale semplicemente oro.
Si devono ringraziare gli autori del blog The Revit Clinic .
Di seguito una traduzione spiccia a beneficio di chi non conosce alcune terminologie dalla versione inglese di Revit (lascio anche la dicitura in inglese per avere un riferimento futuro).

Revit dà all'utente diversi modi per sostituire graficamente come viene visualizzato un elemento. Può non essere sempre chiaro quale metodo "vinca" su un altro, esiste però una gerarchia della visibilità. L'elenco seguente non copre tutti i possibili scenari ma include le più comuni sostituzioni grafiche.

10 è il valore più basso e 1 è quello più alto utilizzando i muri ad esempio:

1. Line Work Tool (Impostazione Linea)
2. Override Graphics in View > By Element > Halftone (Sostituzione grafica dalla vista> Per Elemento> Mezzotono)
3. Graphic Display Options – Silhouette Edges (Impostazioni visibilità/grafica - Silohuette bordi)
4. Override Graphics in View > By Element (Sostituzione grafica dalla vista > Per Elemento)
5. View Filters (Filtri di vista)
6. View Depth – “Beyond” Line Style (Estensioni della vista - stile di linea "Oltre")
7. Phasing Graphic Overrides (Filtri di fase)
8. Visibility / Graphic Overrides > Override Host Layers > Cut Line Styles (Sostituzione Visibilità/Grafica>Stile linea di taglio)
9. Visibility / Graphic Overrides > Projection \ Cut Lines (Sostituzione Visibilità/Grafica>Linee vista/sezione)
10. Project Object Styles (Stili degli oggetti)

Qui un esempio grafico sui muri:

All

Un ulteriore esempio:

  • Nella vista è attiva una sostituzione grafica per la categoria dei muri
  • Il muro ha una sostituzione per elemento
  • Nella vista è impostata una sostituzione grafica per i filtri di fase
  • C'è un filtro grafico attivo che sostituisce graficametne i muri di un determinato spessore

Quando tutte e quattro queste sostituzione sono presenti, di default la sostituzione grafica per elemento risulterà visibile poichè occupa la posizione più alta nella successione al quarto posto:

BlogA

Togliendo la sostituzione grafica per elemento risulterà visibile il filtro di vista:

BlogB

Togliendo il filtro di vista sarà visibile la sostituzione grafica legata al filtro di fase:

BlogC

Infine, cambiando il filtro di fase della vista, apparirà la sostituzione grafica applicata alla categoria:

BlogD

martedì, febbraio 07, 2012

Primavera-2

Può sembrare complesso ma sono solo estrusioni, i materiali di colori diversi corrispondono ad altrettante sottocategorie... Ritorna utile per le esportazioni verso 3DS Max oltre che essere obbligatorio per il controllo e la flessibilità della grafica in Revit.

domenica, gennaio 08, 2012

Ringhiere - parte 1

Le ringhiere sono famiglie di sistema con una propria categoria, composte però da famiglie di archivio (quindi esterne) diverse: le balaustre e i profili per i correnti.

Va detto però che si possono realizzare ringhiere senza balaustre (con solo i correnti) ed anche ringhiere senza correnti.

La ringhiera è quindi è un oggetto che consente la ripetizione di una trama di oggetti lungo un percorso e al contempo l'estrusione di profili chiusi lungo lo stesso percorso; il percorso può poi essere costituito da una spezzata con tratti lineari o curvi, può rimanere in piano o coprire dei dislivelli, sia impostati manualmente dall'utente, sia seguendo un oggetto “host”.

Come per tutti gli oggetti in Revit solo il tracciamento del percorso resta nel piano di lavoro della ringhiera.

Per tracciare una ringhiera correttamente è necessario capire come si comportano i componenti di cui è costituita.

Profili

Partendo dal template per i profili delle ringhiere si comprende come il piano di riferimento orizzontale corrisponderà all'estradosso del corrente una volta caricato nel progetto.

Dev'essere un unico profilo chiuso, può essere parametrico, consiglio di rifare anche quelli più semplici presenti di default nel template perché contengono delle imprecisioni molto fastidiose.

Da Parametri e Categorie di famiglie si può impostare che il profilo personalizzato compaia solo negli elenchi delle ringhiere, rendendo più semplice la sua selezione una volta caricato nel progetto.

Quando un profilo viene associato ad un corrente in una ringhiera crea un estrusione che fa parte di una specifica sotto-categoria delle ringhiere cui va associata un'altezza dal piano di riferimento della ringhiera (con riferimento all'estradosso del profilo), la sua giacitura laterale rispetto alla linea di tracciamento del percorso e il suo materiale. È presente un campo di nome per poterlo usare come riferimento per le altezze delle balaustre.


Balaustre

Cominciamo con l'osservare meglio i template iniziali delle balaustre: sono tre, uno chiamato genericamente Balaustra, il secondo Balaustra-Pannello e il terzo Balaustra-Montante.




La vista che si apre è quella di prospetto laterale, ossia il lato parallelo al percorso di tracciamento della ringhiera.

In ognuno di questi template esistono gli stessi piani di riferimento con dei parametri di altezza e angolo associati. I valori di partenza di questi parametri sono del tutto generici e non avranno nessuna ricaduta nel progetto poiché l'inclinazione delle facce e l'altezza delle balaustre dipende dai riferimenti che vengono attribuiti all'interno del tipo di ringhiera. Le differenza di comportamento sta proprio in questi parametri, infatti guardando meglio si nota che nel template della Balaustra generica, i parametri di angolo che governano i piani inclinati sono due distinti: uno per quello superiore e uno per quello inferiore, quindi in linea di principio possono essere diversi. Quando si carica una balaustra così in una ringhiera, è possibile vincolare la base all'host e l'altezza ad un corrente.


Se il corrente si inclina, soltanto la sommità della balaustra si modificherà per seguire l'inclinazione del corrente, proprio perché nella famiglia sono presenti due angoli diversi. Se l'host fosse inclinato (come una rampa o un pavimento), si avrebbe una situazione come quella rappresentata in figura, ma con un errore proprio al piede poiché la balaustra sarebbe correttamente associata all'host sull'asse di mezzeria ma la faccia inferiore non sarebbe ruotata proprio perché l'inclinazione cambia solo in corrispondenza di un corrente.


Se si partisse dal template Balaustra-Pannello, l'angolo di inclinazione sarebbe lo stesso sia per la base sia per la sommità, quindi nell'esempio precedente con host inclinato l'errore alla base si presenterebbe ancora, ma stavolta la base inferiore della balaustra avrebbe la stessa inclinazione del corrente della ringhiera.

Se si partisse infine dal template Balaustra-Montante, ci si accorgerebbe che i valori dei parametri angolo sono impostati a zero e mancano i piani inclinati corrispondenti, quindi non ci sarà inclinazione delle estremità. Ovviamente questo è vero in linea di principio, poi l'utente ha facoltà di introdurre delle variabili a piacere e di modificare adeguatamente la geometria del montante attraverso l'uso di parametri di tipo appropriati.

L'altezza della balaustra si fermerà all'intradosso del corrente cui è associato a meno di non spuntare il parametro Montante (Post) all'interno delle proprietà di tipo della balaustra, facendo arrivare il montante all'estradosso del corrente.

Il parametro Montante è presente anche negli altri tipi di balaustra che sono stati esaminati in precedenza e l'effetto che produce è sempre quello di far arrivare la balaustra all'estradosso del corrente (ammesso che non sia impostato alcun offset in altezza); soltanto nel caso di balaustra-pannello però l'inclinazione dell'estremità superiore rimane parallela a quella del corrente.

Per coprire la maggior parte delle casistiche e semplificare la gestione delle famiglie è opportuno ricorrere alla nidificazione di modelli generici all'interno delle famiglie di balaustra, avendo cura di impostare adeguatamente i parametri che ne permettono la flessibilità.

sabato, gennaio 07, 2012

La primavera

A dettaglio medio....
A dettaglio alto....

Stay tuned...

venerdì, gennaio 06, 2012

Note chiave

In un software BIM (Building Information Modeling) è possibile gestire una varietà di dati nello stesso modello che vanno oltre alla mera definizione spaziale degli oggetti architettonici.

Questo aspetto è quello che differenzia maggiormente le piattaforme BIM dalle passate tecnologie CAD, ovvero la possibilità di inserire informazioni aggiuntive nel modello dell'edificio (definizione delle parti costitutive dell'oggetto architettonico, definizioni dei materiali, delle loro caratteristiche fisiche di densità, trasmittanza, costo, per fare un primo esempio) e di estrarle quando occorre per poterle integrare nelle diverse forme documentali volte a descrivere l'edificio stesso (sia disegni sia tabelle).

La natura e la quantità di informazioni che possono essere esplicitate sono a discrezione dell'utente, il compito del software è quello di gestire queste informazioni e di preservarne la corrispondenza all'interno del modello, evitando quindi all'utente quelle operazioni di aggiornamento necessarie in un processo di progettazione sottoposto a revisioni cicliche.

Revit è una piattaforma BIM e consente l'implementazione di questa intelligenza ulteriore nel progetto attraverso i parametri degli oggetti. In particolare vorrei approfondire il concetto di note chiave.

Le note chiave sono un parametro di tipo (quindi un parametro che assume uguale valore per tutti gli oggetti dello stesso tipo) che si trova sotto il raggruppamento fondamentale dei Dati Identità.

E' un parametro che si trova nelle proprietà dei materiali e sia negli oggetti modello sia nei componenti di dettaglio (purtroppo non sui componenti di dettaglio ripetuti); ovviamente le linee, anche se di modello, non hanno questo tipo di parametro.

In particolare questo parametro consente di specificare, o per selezione da un elenco o per input manuale dell'utente, un codice, la chiave appunto, cui corrisponde una descrizione sotto forma di testo.

Per esplicitare uno o entrambe questi due valori in un disegno occorre quindi una particolare etichetta che legga questi parametri, ossia un'etichetta di nota chiave.

Dalla scheda Annotazioni, gruppo Etichette troviamo le note chiave che sono di tre tipologie, due automatiche (oggetto e materiale) che leggono il parametro nota chiave, e una manuale (utente) che consente di inserire una nota chiave fittizia per arricchire la descrizione del disegno anche dove non vi sono oggetti con parametro nota chiave (come linee o componenti di dettaglio ripetuti).

Per un oggetto, ad esempio, si viene quindi a creare questo tipo di relazione consequenziale:



Oggetto – Chiave – Descrizione



La prima parte della relazione (Oggetto-Chiave) è impostata dall'utente all'interno del progetto proprio attraverso il parametro Nota chiave. La seconda parte della relazione (Chiave-Descrizione) è impostata invece nel file di testo esterno delle note chiave, che può essere modificato indipendentemente dalla sessione di Revit con un editor di testi qualsiasi, a patto di mantenere la sintassi che ne permette il funzionamento corretto.

Con questo metodo si hanno alcuni vantaggi immediati: l'associazione finale Oggetto-Descrizione è assicurata in ogni vista del progetto, eliminando di fatto gli errori di coordinazione; se il valore della Chiave, che agisce da ponte tra Oggetto e Descrizione, rimane costante, è possibile copiare a piacere i file esterni delle note chiave e modificare le descrizioni per tenere traccia dei cambiamenti che intervengono durante l'iter progettuale senza perdere la relazione che lega gli oggetti alla descrizione.

Questo secondo aspetto è molto utile quando si passa da una fase di progetto a quella successiva, per cui le indicazioni dei materiali e dei componenti hanno una specificità maggiore. Inoltre risulta molto più semplice avere la documentazione coordinata nel caso di comparazione dei costi di soluzioni alternative, ad esempio sulle finiture.

Il percorso del file esterno delle note chiave viene salvato all'interno del progetto (e volendo del template iniziale) e lo si deve ricaricare manualmente quando vengono apportate modifiche che altrimenti sarebbero visibili soltanto alla riapertura del progetto in Revit.

Per poterlo fare è necessario passare dalla scheda Annotazioni, gruppo Etichette, impostazioni Note chiave.




All'utente è lasciata la libertà di decidere l'aspetto grafico delle etichette di nota chiave, se devono riportare solo il valore della chiave (da approccio meccanico, tipo scheda di montaggio di un mobile) o il valore della descrizione o entrambe.

Nel caso si decida di utilizzare il codice si rende necessario esplicitare la corrispondenza tra codice e descrizione. E' sempre facoltà dell'utente decidere se il valore del codice da riportare debba essere univoco per tutto il progetto o se debba essere progressivo all'interno della specifica tavola, cambiando il metodo di numerazione dalle impostazioni delle note chiave.

Dalla scheda Viste>Crea>Legenda note chiave, è possibile controllare tutte le note chiave presenti nel progetto attraverso una vista di abaco. Alla legenda nota chiave possono essere applicati dei filtri basati sui valori della chiave e del testo della descrizione. Essendo una vista di abaco può essere inserita in più tavole senza essere necessariamente duplicata.

È possibile filtrare poi l'abaco per tavola, ossia l'elenco varierà in funzione delle note chiave presenti nelle viste inserite in tavola.

Nei Paesi dove viene utilizzata una codifica standard per la scomposizione degli edifici, l'utilizzo delle note chiave è reso più semplice poiché l'organizzazione che si deve dare alle note segue delle regole precise dettate dalla normativa di settore.





L'esempio dell'immagine precedente si riferisce al CSI Master Format 2011, standard di codificazione edilizia diffuso negli Stati Uniti d'America e non solo.

Il file esterno delle note chiave è costituito da un elenco in cui su ciascuna riga trovano posto nell'ordine:

CHIAVE [Tabulazione] DESCRIZIONE [Tabulazione] CHIAVE LIVELLO SUPERIORE

Per editarlo è sufficiente un editor di testo, ma per fortuna esiste un software, Keynote Manager, distribuito gratuitamente da Revolution Design a questo indirizzo:

http://www.keynotemanager.revolutiondesign.biz/

Consente di semplificare molto il lavoro di gestione e aggiornamento delle note chiave, rimando alle pagine del sito per una descrizione esaustiva delle caratteristiche del software.

Vi sono anche altre utility da considerare per migliorare il proprio flusso di lavoro in Revit.

domenica, ottobre 23, 2011

Il Building Information Modeling in pratica - esempi di implementazione

Con un po' di ritardo pubblico il link di un'intervista che mi ha fatto Graziano Lento di Autodesk Italia sull'implementazione del BIM negli studi di progettazione.


Basta compilare un form iniziale e poi parte la webcast :)

venerdì, aprile 08, 2011

Filtrare le viste non in tavola

Forse non me ne sono mai accorto prima, forse anche perché ho saltato quasi completamente la release 2010... ma in Revit 2011 è possibile filtrare le viste di sezione e i prospetti (così come le griglie)!

Quindi è possibile creare nei nostri modelli di vista un filtro grafico che spenga le viste con caratteristiche indesiderate, come ad esempio le sezioni di raffronto in una pianta di progetto e viceversa, oppure "ripulire" le viste di lavoro che non sono in tavola per esportare dei DWG senza indicazioni a viste "fantasma" che non trovano collocazione nell'elenco elaborati.

In quest'ultimo caso sarà sufficiente impostare il filtro sul Numero di tavola > Non contiene e lasciare il campo vuoto.

Aggiornamento KeyNote Manager

Vi ricordate il tool gratuito che permette di gestire i file delle note chiave di Revit di cui avevo riportato notizia qui?


E' ora disponibile un aggiornamento molto significativo!
Sono stati risolti alcuni problemi che riguardavano l'uso condiviso da più persone dello stesso file e sono state aggiunte nuove funzionalità di controllo.
Altra novità di questa release è che il programma si installa

Per maggiori dettagli e per scaricare il file di installazione ecco il sito di riferimento:



sabato, aprile 02, 2011

Autodesk 2012 - Diretta web

Dal sito di Autodesk vi segnalo una diretta web sulle novità dei prodotti 2012, se vi interessa potrete seguirla anche su questa pagina che replicherà la diretta.

Inizierà alle 11.00 di mercoledì 6 aprile 2011 la diretta web più attesa dell’anno. In collegamento con la sede Autodesk di Assago, cinque specialisti Autodesk presentano e commentano in anteprima nazionale le nuove funzionalità dell’ultima generazione di soluzioni Autodesk dedicate alla progettazione edilizia e meccanica, all’ingegneria e ai settori media & entertainment.
Un’intervista che è un vero e proprio talk show televisivo, moderato per l’occasione da Carlo Baroncelli, Technical Sales Manager di Autodesk Italia, con una ventennale esperienza nel settore CAD.
Nel corso del talk show, siete tutti invitati a intervenire via chat.

La visione dell’evento è gratuita e non richiede registrazione.

I contenuti registrati saranno successivamente messi a disposizione.


martedì, marzo 22, 2011

Revit Architecture 2012



Vi segnalo l'ottimo articolo di David Light per le novità della versione 2012.

http://autodesk-revit.blogspot.com/2011/03/autodesk-revit-architecture-2012.html

A questo link invece i commenti di Dave Baldacchino, uno tra i professionisti più appassionati che conosca.

lunedì, marzo 21, 2011

Costruire un template

Vi segnalo un articolo tratto dal Blog dell'ottimo Aaron Maller che tratta della creazione di un template per Revit, mettendo in evidenza i passaggi fondamentali da rispettare e cercando di dare un ordine procedurale.
Pur senza dare un esempio pratico degli standard adottati dal suo studio, è una guida fondamentale soprattutto per chi si cimenta per la prima volta nella realizzazione di questo strumento a dir poco fondamentale.

Mi piacerebbe poter condividere con voi alcune idee in merito e approdare insieme a uno strumento condiviso da una larga base di utenti con l'aiuto immancabile della community di Revit Forum

Per chi dovesse avere problemi con l'inglese o con l'aspetto pratico di quanto discusso nell'articolo lasciate pure una segnalazione, proviamo a darci una mano a vicenda :)

Un sentito ringraziamento ad Aaron Maller per il suo impegno!
Buon Revit

giovedì, ottobre 21, 2010

BIM Experience Award

Ecco il comunicato stampa ufficiale:

Qui ci sono anche alcune immagini:

Collaboro con lo studio Antonio Citterio Patricia Viel and Partners (ACPV) dal maggio 2009 e da allora mi sono occupato di implementare Revit all'interno della loro struttura in qualità di BIM Manager.
Grazie alla tenacia e alla lungimiranza di seri professionisti come l'arch. Joseph Monteleone, l'arch. Sara Busnelli e l'arch. Marco Brambilla, è stato possibile ottenere questo riconoscimento.
La squadra di Revit all'interno di ACPV ha visto l'avvicendarsi in questo ultimo anno di altre persone che hanno contribuito all'ottenimento del BIM Experience Award; chi più chi meno, mi hanno dovuto sopportare, mi hanno messo davanti a nuove sfide, mi hanno insegnato tanto, forse, senza rendersene conto.
Vorrei quindi ringraziare gli architetti Roger Colombo, Federica Donati, Fabrizio Ferranti, Chiara Massarani, Mauro Novazzi, Elena Oggioni, Angelica Palandri, Adolfo Positano, che in tempi e modi diversi hanno saputo affidarsi a me per affrontare la sfida del cambiamento. Ma sono solo una piccola parte di ACPV.
Ringrazio anche tutti gli altri colleghi dello studio i quali, per i motivi più diversi, non hanno mai voluto/potuto avere a che fare con "Paolo Revit".
Li ringrazio perché proprio loro, gli "scettici", con la loro miopia, con la loro immobilità, è come se mi gridassero che ciò che ho scelto è la strada da seguire, sono fonte inesauribile di motivazione a migliorarsi e perfezionarsi.
Non voglio mica restare indietro come loro: meglio essere in pochi, ma davanti agli altri.

Anche l'arch. Citterio la pensa così, pensa cioè che "questo Revit" non abbia ancora avuto una diffusione internazionale degna di nota, pensa anche che abbiano premiato il suo studio proprio perché Revit non lo usa nessun altro (rideva mentre lo diceva, quindi forse voleva fare una battuta simpatica, forse).
Era talmente preoccupato della diffusione internazionale che subito dopo mi ha chiesto quali studi di Milano lo usassero. Non è incoerenza, anche se potrebbe sembrare. Probabilmente, se riesco a cominciare a interpretare correttamente il suo modo di pensare, si riferiva al fatto che è difficile trovare professionisti preparati in Revit in un bacino di utenza ampio come quello milanese.
Quando ha saputo che uno studio di Genova, "abbastanza" famoso, sta passando a Revit, ho sentito in lui qualcosa, un netto "clack", quell'ingranaggio che attiva la competizione, la voglia di arrivare primi.

Di questa voglia si nutrono i migliori.

Dopo aver fatto un lungo banchetto può capitare di perdere un poco l'appetito...cioè, voglio dire, l'importante è non alzarsi da tavola.

mercoledì, ottobre 06, 2010

Off Topic - Got a match? trascrizione per basso

Questa è la trascrizione per basso degli obbligati del celebre brano di Chick Corea, Got a match?
La prima parte (dopo le prime 4 misure) sono copiate di sana pianta dalla trascrizione di Lucas Pickford www.lucaspickford.com/transmatch.html , il resto è farina del mio sacco.
Per la trascrizione ho utilizzato un software gratutito in ambiente linux che si chiama Muse score.
Lo trovo abbastanza completo e molto intuitivo, io devo farci ancora un po' di pratica ma ci sono delle chicche davvero comode, come il trasporto di intere sezioni, il controllo delle interruzioni ogni tot misure ecc... insomma niente da invidiare a programmi come Finale o Sibelius.
Stampa direttamente in PDF e contiene anche un piano roll per un controllo da device midi esterno.

domenica, maggio 23, 2010

Manuale Autodesk Revit Architecture 2011 - Apogeo


Dal 23 Giugno in libreria Autodesk Revit Architecture 2011 edito da Apogeo. E' la versione aggiornata alla release corrente del primo manuale di qualche anno fa.

martedì, maggio 11, 2010

Locali e finestre

Ho scoperto che affinchè una finestra sia associata ad un locale posti allo stesso livello (negli abachi i campi "Da locale"), l'altezza del locale deve essere almeno pari a metà altezza della finestra più l'altezza del davanzale.

Esempio

Altezza del davanzale: 2m
Altezza della finestra: 1m
Altezza minima del locale: 2+0,5=2,5m

Non sempre è utile calcolare il volume reale dei locali e quindi non sempre è necessario inserire l'effettiva altezza dei locali nel modello; tuttavia la relazione tra finestre e locali dipende a tutti gli effetti dalle altezze in gioco.

martedì, aprile 27, 2010

Revit Architecture 2011

In questi giorni sto giocando con la release in lingua inglese di RAC 2011, devo dire che questa volta hanno fatto decisamente un grande passo avanti con tutta la barra multifunzione e la finestra delle proprietà sempre attiva.
Trovo un po' scomodo aver posizionato i workset e le varianti sulla barra di stato, ma è solo questione di abitudine :) per lo meno ritornano ad essere sempre visibili come nella 2009.

Ci sono diverse novità, volevo segnalarne alcune però che sono passate in sordina rispetto alle più vistose.

Se in un file collegato sono presenti i workset, ora è possibile controllare la loro visibilità dal file master, ampliando di fatto il controllo della gestione dei collegamenti; si possono gestire i filtri dei file collegati direttamente dal file master e si possono applicare filtri dal master ai collegati; è stata implementata la possibilità di etichettare anche molte categorie di oggetti dei file collegati dal file master, a dire il vero però l'etichettatura non è molto fluida...
Alcuni oggetti come i locali e aree invece restano etichettabili solo all'interno del file collegato.

Altra novità riguarda i testi etichetta e le note di testo: adesso sono riquadrabili con una proprietà del tipo di oggetto.

Interessanti sviluppi sui nuovi componenti adattivi (al momento utilizzabili solo all'interno delle masse concettuali)...ne vederemo delle belle!

sabato, aprile 24, 2010

Integrazione sugli elementi secondari e ringhiere

L'errore che segnalavo nel post precedente si riscontra nei tipi di pavimento e tetto che non hanno alcuno strato impostato come variabile.

Questo mi porta a pensare quale sia la vera funzione per cui è stato introdotto questo nuovo tipo di modellazione, e cioè esclusivamente quella di creare i massetti di pendenza.

Infatti quando uno strato è impostato su variabile, le variazioni delle quote dei punti intervengono coerentemente con la definizione del tipo di pavimento o tetto, nel rispetto dell spessore di ciascuno strato non variabile.
Tuttavia quando si effettua una modifica agli elementi secondari di un oggetto il cui tipo non prevede strati a spessore variabile, si ottiene l'errore di cui al post precedente (anche nella versione 2011).

Il vero errore, a mio avviso, è quello di consentire la modifica degli elementi secondari per quei tipi che non prevedono strati a spessore variabile.

Un'altra seccatura riguarda invece la perdita della capacità di ospitare le ringhiere come host quando si interviene sugli elementi secondari.
Questa limitazione è probabilmente imputabile alle sole ringhiere che restano un modo da sviluppare insieme alle scale.

Una cosa che mi sono sempre chiesto sulle ringhiere è quel tasto di anteprima nella scheda dei montanti che non funziona...che ci vuole? hai la lunghezza della trama...se vuoi vedere come sta sulle delle scale generiche con la spunta di balaustra per pedata lo puoi fare (basterebbe impostare un'anteprima come quella dei materiali per il rendering dove si può scegliere su che tipo di oggetto applicare il materiale)...se invece sto realizzando una ringhiera specifica per una scala, contestualmente alla selezione del tipo di oggetto di anteprima, avrò un'opzione "Seleziona oggetto nel modello", mi metterà in mezzi toni tutti gli oggetti che non fanno da host, selezionerò la mia scala specifica e tornerò alla scheda di editazione delle ringhiere.

Non sto chiedendo di migliorare le ringhiere dal punto di vista della modellazione, si dovrà fare, ma con pazienza si può ottenere davvero molto con gli strumenti di cui si dispone ora.

Il massimo sarebbe poterle gestire con dei template come le facciate continue...chissà coi componenti adattivi....Staremo a vedere!

domenica, febbraio 28, 2010

Roofs and floors editing warning


When editing a roof or a floor by points, we have to know that Revit will deform the objects affecting their thickness.
So, if you want to use this tool to obtain something like a simple two slopes roof, keep in mind that you're introducing a really stupid mistake in the model. Soon or later it will appear.
Spend more time on learning how a tool works before you use it.
Try to get the same thing using the massing tool and you'll appreciate a perfect model in a short time.

Best regards



Modifica attraverso gli elementi secondari


Leggendo diversi blog internazionali è apparso un articolo sulle possibilità di modellazione di tetti e pavimenti attraverso la modifica di elementi secondari.
Sono uno strumento molto potente senza dubbio, ma che non ha nulla a che vedere con la correttezza di un modello ottenuto con gli strumenti "tradizionali" di Revit.

Sembra un comando fatto apposta per ottenere forme complesse in pochissimo tempo e senza pensarci troppo...tuttavia i margini di errore che introduce sono allarmanti.
Come sempre, le potenzialità di questo fantastico programma vanno capite e analizzate in profondità per evitare di farsi male.

Dove nasce l'errore? Provate a tracciare un tetto con uno spessore dato (con nessuno strato variabile), inclinatetelo in un modo lecito (impostando la pendenza dei bordi che lo definiscono o usando le frecce di inclinazione) e guardate cosa avviene in sezione: lo spessore rimane costante e l'errore non si presenta.

Ora provate ad ottenere la stessa inclinazione attraverso la modifica degli elementi secondari del tetto (punti, colmi ecc..): molto probabilmente Revit mostrerà un avviso (e non un messaggio di errore) che vi fa notare la possibilità di piccole imprecisioni dovute all'inclinazione che ha assunto il tetto.
Ora se misuraste in sezione lo spessore del tetto notereste che è inferiore a quello che ci si aspetterebbe. Perché?
La dimensione corrispondente allo spessore si può leggere perfettamente sulla verticale che congiunge l'estradosso e l'intradosso del tetto, ma questo ovviamente non è lo spessore dell'elemento tetto.

Per modellare una copertura complessa allora sarà opportuno ricorrere prima alla modellazione di una massa e poi ricavare il tetto da superficie, o utilizzare le metodologie che si trovano ancora nei manuali di Revit delle release precedenti alla 2008.



sabato, gennaio 16, 2010

Finalmente si parla di standard

Dal blog Revit OpEd di Steve Stafford è possibile scaricare una guida per gestire i contenuti di un modello Revit.



Si tratta di un insieme di regole e convenzioni per ottenere un modello Revit di qualità, uno strumento in più quindi per sfruttare al massimo le potenzialità di questo software.
Questo documento è stato voluto da Autodesk che sembra aver dato finalmente una risposta ai molti appelli degli utenti che chiedevano uno standard.
Se sono disponibili basi solide di confronto, se parliamo tutti la stessa lingua, la velocità di circolazione delle idee salirà vertiginosamente.
Inutile dire che è un dovere di tutti sforzarsi di imparare ad utilizzare questo nuovo strumento: per estremizzare dovrebbero condensare il tutto con un plug-in che faccia la revisione del modello per verificare che non vi sia qualcosa che non rispetta lo standard, così da obbligare l'utente o il Revit Manager a correggere l'errore per poter proseguire con la verifica...una sorta di certificazione di qualità, da premiare sul piano economico (ad esempio un bonus sulla subscription).
Vi terrò informati.

martedì, gennaio 05, 2010

Video tutorials Revit 2009

Come segnalato sul blog Revit Structure Learning Curve rimando ai 20 link di altrettanti video tutorial che spiegano come poter lavorare in Revit utilizzando in modo appropriato gli strumenti a disposizione.
Autore: Bill Knittle, Synergis Building Solutions

01_Creating a View Parameter to Organzie the Project Browser.wmv
02_Creating a New Browser Type to Organize the Project Brows.wmv
03_Creating View Templates to Organize the Project Browser.wmv
04_Creating a View List to Organize the Project Browser.wmv
05_Selecting Elements using the TAB Key.wmv
06_Selecting Elements using the Filter Selection Button.wmv
07_Selecting Elements using the CTRL and SHIFT Keys.wmv
08_Selecting Elements using the SPACEBAR.wmv
09_Selecting Elements using the SI Tools.wmv
10_Collaborating using Purge Unused.wmv
11_Collaborating using Copy or Monitor.wmv
12_Using Copy to Clipboard and Paste Aligned to Views by Nam.wmv
13_Using Copy to Clipboard and Paste Aligned to Current View.wmv
14_Accurate Details using Complex Modeling Techniques.wmv
15_Accurate Details using Simple Tools.wmv
16_Reinforcement made easy with the Extensions for Revit Str.wmv
17_Creating a Typical Detail Library with Drafting Views.wmv
18_Creating Typical Details using Insert from File.wmv
19_Accessing the Split Wall with Gap Tool.wmv
20_Accessing and Modifying the Keyboard Shortcuts.wmv

Nel caso doveste avere dei problemi nel visualizzare i tutorial provate ad installare il video codec TSCC.

giovedì, dicembre 24, 2009

Ecotect

Ringrazio Gioda per la segnalazione sul suo blog degli incontri Autodesk per la presentazione di Ecotect.
Il programma è molto valido e lo seguo da quando era ancora della Square One.
Trovo che sia molto interessante per le opportunità che apre in fase di progettazione sul controllo dell'edificio e della sua forma, e non solo: un passo decisivo verso la progettazione integrata.
Dev'essere di stimolo per tutti coloro che si affacciano al problema della gestione del sistema edificio-intorno ed edificio-impianti.
Un treno (in orario) di auguri per tutti.

sabato, ottobre 17, 2009

Facciate continue puntuali


Tratto da www.revitforum.it

Accedendo all'area download potrai scaricare gratuitamente le librerie per Autodesk Revit, la relativa documentazione e i video-tutorial messi a disposizione dalla C.G.C. Tech Srl.
Le librerie in formato Autodesk Revit 2010 comprendono:
  • Cinque tipologie diverse di spider, di note aziende produttrici, ognuna nelle varie versioni ad uno, due, tre o quattro bracci.
  • Tre diverse staffe di fissaggio completamente parametriche nelle dimensioni e comunque modificabili e/o personalizzabili liberamente dall'utente.
  • Cinque tipologie di montanti realizzate tramite profili parametrici per ottenere le dimensioni dei principali produttori in commercio; liberamente modificabili dall'utente per ottenere nuove tipologie.
  • Tre tipologie di vetri parametrizzati per ottenere le principali dimensioni in commercio e relative famiglie per i giunti in silicone.
Tutte le famiglie hanno degli speciali parametri che consento un veloce computo dei materiali tramite gli abachi già predisposti.
Ogni oggetto è costruito utilizzando delle apposite sottocategorie in modo da poterne controllare l'effetto grafico in stampa fino al minimo dettaglio.
Per migliorare le prestazioni è stata integrata una speciale grafica wire-frame a basso livello di dettaglio che comunque è essenziale anche per stampe a grande scala.

http://www.cgctec.it/

domenica, aprile 26, 2009

Collegamenti e workset (file linking and worksets)

E se il file collegato contenesse dei workset? quando si attivano i workset compare una scheda apposita come per le varianti proprio per poter gestire meglio il modello con queste collezioni di oggetti che sono i workset e suddividere il modello per poter collaborare in squadra o al più gestire un modello molto complesso lavorando da soli.

Bene ci si aspetterebbe che un file collegato con i workset mantenga lo stesso comportamento che si è visto per le varianti.....beh invece no! non è presente alcuna scheda di workset per le istanze collegate. Il motivo? ........proprio non lo so!

In fondo non si chiede di modificare il modello ma solo gestirne la grafica, le informazioni da visualizzare, non il contenuto....questo per me è un limite imposto ma non ragionevole.

Se non si deve modificare il modello di un file collegato, ma solo interrogarlo graficamente con delle etichette o poterne gestire la rappresentazione grafica in modo flessibile, non si fa nulla di sbagliato o incompatibile con la filosofia dei collegamenti.

Spero anche qui di avere una sonora smentita, spero che mi stia sfuggendo qualcosa.

Collegamenti e varianti (file linking and design options)

In questi giorni ho fatto qualche esperimento in proposito e vorrei condividere alcune conclusioni a cui sono arrivato.

Sicuramente non sono cose nuovissime o originali, di fatto mi sembra di ricordare di averne letto su www.3dsmile.it, in qualche tip di Diego Minato alias Gjiom.

Supponiamo di dover realizzare una lottizzazione con unità immobiliari molto simili tra loro, diciamo pure che condividono lo stesso modello di base ma presentano alcune differenze.

Le differenze in questione potrebbero essere trattate con delle varianti, uno strumento che ritengo essere uno dei più potenti in Revit: esisterà sempre un modello principale (che potrebbe essere costituito al limite dai soli oggetti di riferimento come griglie e livelli)  e poi un numero a piacere di varianti degli altri elementi del progetto (che per assurdo potrebbero essere anche dei modelli completi).

Molto più frequentemente però le varianti riguardano solo una porzione del modello che conivolge un numero inferiore di elementi (ad esempio soluzioni alternative per l'ingresso, disposizioni differenti degli arredi e in generale tutto quello che può necessitare di soluzioni alternative sia per ragioni tecniche sia per permettere una scelta in una gamma di soluzioni più ampia).

Le varianti vengono gestite con un pannello apposito nella barra dei comandi e una volta attivate tutti gli oggetti di modello che ne risentono presentano una proprietà in più che riporta il nome del gruppo di varianti e la variante a cui appartengono. Il gruppo della variante inquadra l'oggetto della variante (ad esempio l'arredo in un ufficio) mentre la variante contraddistingue una particolare soluzione.

Per poter lavorare ad una particolare variante è necessario agire dai parametri di visibilità della vista. Infatti una volta attivate le varianti comparirà una scheda a loro dedicata all'interno delle proprietà della vista sotto sostituzione visibilità/grafica.

Da qui sarà possibile scegliere quale variante visualizzare.

Questo è vero per ogni tipo di vista e proprio per questo è possibile creare un modello di vista che prenda in considerazione anche una specifica variante o una specifica combinazione di varianti nel caso fossero presenti diversi gruppi di varianti.

Tornando al nostro esempio della lottizzazione possiamo supporre di disporre di un modello di abitazione, che chiameremo A, nel quale attiveremo le varianti  per disporre con poco sforzo di più soluzioni.

La cosa migliore da fare poi è quella di collegare il nostro modello A in un altro file contenente la planimetria generale (che chiameremo B) e duplicarne le istanze.

Ora, per mostrare tutte le varianti della stessa istanza del modello A all'interno di B dobbiamo ricorrere alle proprietà della vista: in B non sono presenti varianti ma bensì i collegamenti e per ogni tipo di file collegato è possibile gestire la sostituzione grafica delle istanze.




Se in A abbiamo utilizzato propriamente i modelli di vista per ottenere la coordinazione delle viste con le opportune varianti, anche in B possiamo recuperare le informazioni del modello A e ottenere la rappresentazione corretta delle varianti nel modello complessivo usando lo stesso metodo.

Infatti se sono presenti dei modelli collegati, esiste una scheda apposita nelle proprietà di ogni vista del modello B, per ciascuna istanza del modello collegato è possibile personalizzare la rappresentazione attraverso delle schede in tutto simili a quelle del modello A, comprese le varianti.


Esattamente come nel modello A però le sostituzioni grafiche così operate sono strettamente legate alla vista: da qui l'importanza di ricorrere alla creazione di modelli di vista che stavolta tengano in considerazione le sostituzioni grafiche delle istanze collegate.



Per le versioni precedenti di Revit si doveva passare da una vista 3D per ottenere solo i parametri significativi della vista, dalla 2009 è possibile selezionare quali aspetti considerare nei modelli di vista.

I collegamenti permettono di avere una buona coordinazione soprattutto negli abachi ma, ahimè, sono molto poco flessibili per quel che attiene la rappresentazione grafica vera e propria, o meglio è lo scotto da pagare per avere a disposizione in un modello molto leggero una geometria molto complessa: a qualche informazione della "I" di BIM bisogna pur rinunciare.

In particolare mi riferisco al fatto che non è possibile interagire direttamente con un file collegato, non per modificarlo ma solo per aggiungere leggibilità, ad esempio per le etichette delle finestre, nonostante sia possibile computarle negli abachi, non possiamo assegnare loro le etichette che dovessero mancare. Dovremmo avere due sessioni parallele di Revit e sistemare i file collegati nella sessione ausiliaria, salvare e ricaricare i collegamenti nella sessione principale.

Questo è necessario per tutte le annotazioni che leggono il modello (come le note chiave ad esempio) e quindi in particolare per le etichette.

Spero di ricevere una sonora smentita il più presto possibile, questi sono miglioramenti che devono essere apportati come quelli ai moduli delle scale, rampe e ringhiere.

Ora facciamo un passo in più: colleghiamo il modello B in un modello C, tenendo presente che se vogliamo continuare a vedere le istanze del modello A presenti in B è necessario impostare il tipo di collegamento di A con modalità Associazione (Revit però è abbastanza sagace per ricordarcelo).

Cosa succederà alle varianti? beh, in C il file collegato è il B e questo non ha varianti di sorta, quindi per continuare a vedere correttamente le varianti di A dobbiamo assicurarci che in B siano presenti delle viste correttamente impostate a cui riferirsi personalizzando la sostituzione grafica l'istanza B su "da vista collegata".



Se abbiamo usato i modelli di vista sarà un gioco da ragazzi andare a sistemare le viste che ci interessano. Per fortuna dalla 2009 i collegamenti possono avere come riferimento anche le viste di alzato e sezione. Ancora una volta per un lavoro ben fatto si deve ricorrere ai modelli di vista, penso che ormai sia chiaro il messaggio di fondo! usate i modelli di vista!!!

venerdì, aprile 24, 2009

Revit Keynote manager

Leggendo il blog Revit OpEd di Steve Stafford http://revitoped.blogspot.com/2009/04/autodesk-revit-utilities-from-biggest.html mi sono imbattuto in un'utility per gestire le note chiave distribuita gratuitamente da Emc2 a questo sito (guardate bene in fondo alla pagina):

http://www.emc2architects.com/revit_tools.html

  • Permette di vedere le note chiave raggruppate ad albero invece di una lista molto lunga
  • Permette di aggiungere, modificare, eliminare le singole note chiave e le loro descrizioni
  • Include la funzione trova che permette di cercare le note chiave per qualsiasi frammento di testo contenuto nelle descrizioni
  • Include una funzione per trasformare automaticamente i testi in tutto maiuscolo o tutto minuscolo o come titoli (con l'iniziale maiuscola di ciascuna parola) sia singole voci sia tutte insieme
  • Permette di creare dei modelli di note chiave da cui partire per la creazione dei file di note chiave
  • Permette  più utenti di lavorare contemporaneamente sullo stesso file di notechiave (veramente utile questa caratteristica)
  • Permette di controllare se ci sono errore di digitazione attraverso il dizionario interno di Revit (occorre copiare l'eseguibile nella cartella appropriata)
  • Crea automaticamente fino a 10 copie di backup su ciascun computer degli utenti per ogni file di testo modificato
  • La maggior parte dei comandi è accessibile da tastiera o da tasto destro
  • Ricorda la dimensione e la posizione dell'ultima sessione
  • Contiene un modulo opzionale per riportare errori e suggerimenti ad Emc2

giovedì, aprile 23, 2009

Etichette e testi

In questa sede vorrei mettere in luce alcune differenze che probabilmente non saltano immediatamente all'occhio.

Una caratteristica che rende diversi testi ed etichette per le finalità di annotazione risiede anche nella diversa modalità di creazione delle linee direttrici.
In particolare la differenza si nota se l'annotazione contiene più righe.
Per un testo le linee direttrici orizzontali cominciano dalla mezzeria della prima riga, indipendentemente dalla lunghezza stessa del testo (che può essere variata a piacere per ogni istanza). Inoltre per un testo le linee di direttrice possono essere anche curve.

Per un'etichetta invece c'è un livello di dipendenza stretto con la famiglia che contiene le informazioni, sia di tipo grafico (colore, tipo di font, altezza del font, giustificazione, lunghezza massima di una riga di testo, ecc...) sia di tipo parametrico nel senso dei parametri che deve andare ad interrogare. La linea direttrice può essere solo un segmento retto oppure una spezzata (direttrice + spalla).
Per un'etichetta le linee direttrici orizzontali cominciano dalla mezzeria dell'ingombro dell'intera etichetta, indipendentemente dall'origine della famiglia che la definisce e in funzione della lunghezza del parametro che interroga. 
Ad esempio se un'etichetta che legge un determinato parametro può contenere su una riga fino a 15 caratteri, ogni volta che si supera questo limite si avrà che l'etichetta riporterà il contenuto su più di una riga.

Inoltre attraverso il copia e incolla di un testo che contenga già più righe, ottenute mandando a capo con invio, è possibile far mantenere la stessa impostazione in un'etichetta sufficientemente lunga.

Quello che mi sono proposto di fare è un'etichetta che simuli la scrittura sulla spalla della linea direttrice.

Questo è possibile modificando la famiglia che definisce l'etichetta, inserendo una linea che simulerà la spalla e aggiungendo due linee invisibili ausiliarie che si sposteranno in funzione del numero di righe del testo dell'etichetta.

Tutti i parametri per essere controllati (sia quelli di lunghezza sia quelli di grafica) devono essere di tipo e non di istanza.

Io tendenzialmente preferisco usare le etichette rispetto ai testi, le trovo molto più performanti e le ritengo un ottimo strumento per evitare di commettere errori o, se ve ne fossero, di eliminarli nel più breve tempo possibile.

I love Revit.

mercoledì, aprile 22, 2009

OmniClass

Nuovo sistema di classificazione per l'edilizia implementato in Revit 2010.

Quando fanno tutto di nascosto mi fanno stare male.

La tavola 22 è in sostanza il CSI MasterFormat 2004, quindi nessuna novità se non quella di dover aggiungere dei codici di riferimento alla tavola e un trattino di separazione: essendo un problema multidisciplinare, anche la standardizzazione deve seguire una base multidimensionale, aperta verso l'alto. Introducendo più tavole si possono governare meglio gli aspetti del sistema edilizio.

Trovo molto interessante l'approccio BLC Building Life Cycle (ciclo di vita dell'edificio, tavola 31).

Accolgo questo nuovo sistema come un'opportunità per studiare una standardizzazione delle nomenclature delle viste, dei file, delle tavole e dei componenti più profonda e di rimando internazionale.

Esiste un programma in multilingua che permette di tradurre i codici numerici in descrizioni chiare nella lingua corrente, in pratica la forza dello standard.

Librerie di componenti

Librerie di componenti distribuite gratuitamente da Hamilton Laboratories Thermo Scientific.

ftp://ftp.fisherhamilton.com/FH_Standard_Product_Library.htm

C'è un piccolo problema....sono fatti in AutoCAD e poi importati in Revit.
Le categorie sono per lo più corrette, ma non c'è verso di poter controllare la grafica se non attraverso la scheda oggetti importati>oggetti in famiglie, c'è di buono che sono molto ben suddivisi e riconoscibili i layer di partenza e quindi si possono assegnare i materiali per il rendering.

Da usare con prudenza.

giovedì, aprile 16, 2009

REVIT 2010

Da oggi è possibile scaricare dal sito di Autodesk il file di installazione della versione 2010 in inglese a questo link:

http://revit.downloads.autodesk.com/download/2010/RAC2010.exe

Attenzione al peso 1,4GB, molto lento a causa anche dell'elevato numero di connessioni suppongo.